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Intervista con Enea Leone, terza parte

Creato il 02 marzo 2012 da Empedocle70
Intervista con Enea Leone, terza parte
Parliamo di marketing. Quanto pensa che sia importante per un musicista moderno? Intendo dire: quanto è determinante essere dei buoni promotori di se stessi e del proprio lavoro nel mondo della musica di oggi?Oggi è sicuramente importante il marketing ma possiamo dire che anche se in altri termini la stessa cosa esiste da sempre.Leggendo una biografia di Vivaldi si scopre che era conosciuto ai suoi tempi non solo come musicista e compositore ma anche come organizzatore e promotore di eventi.Stessa cosa rigurda Paganini che, a quanto ci risulta, era sicuramente un grande venditore di se stesso.
Come vede la crisi del mercato discografico, con il passaggio dal supporto digitale al download in mp3 e tutto questo nuovo scenario? Tutta questa passiva tendenza ad essere aggiornati e di possedere tonnellate di mp3 che difficilmente potranno essere ascoltati con la dovuta attenzione non comporta il rischio di trascurare la reale assimilazione di idee e di processi creativi? Le faccio questa domanda perché vedo che chi si occupa di musica contemporanea e avanguardia ha già iniziato a reagire (autoproduzioni, net label, licenza creative commons) mentre per la classica non ho ancora colto segnali …
Penso solo che questa evoluzione, come dice lei “tonnellate di mp3 che difficilmente potranno esser ascoltati”, sta portando ad un avvicinamento alla musica sempre più superficiale e con meno qualità. Spero che ci sia un ritorno ad un ascolto meno “quantitativo” ma più “qualitativo”.
Ci consigli cinque dischi per lei indispensabili, da avere sempre con se.. i classici cinque dischi per l‘isola deserta.. Che musiche ascolta di solito?
Sicuramente 1-2 dischi di Mozart, con brani che amo molto come la sonata 570, il concerto per clarinetto ed orchestra, il concerto per flauto-arpa ed orchestra o alcuni estratti fantastici dall'opera poco conosciuta ma bellissima che è lo Zaide..Poi anche qualche disco di chitarra come il cd monografico su Ponce di O.Ghiglia o un cd con musiche varie di Albeniz e Granados di J.Bream.Altro disco che vorrei portare sarebbe l'incisione di Scherherazade di Rimsky-Korsakov.Questa e molte altre opere sinfoniche e cameristiche sono le musiche che ultimamente ascolto di più.
Quali sono invece i suoi cinque spartiti indispensabili?
Non ho cinque spartiti indispensabili ma spartiti e musiche che in un determinato momento ritengo “indispensabili” per il mio piacere di suonare e variano a seconda di progetti che ho col passare del tempo.
Il Blog viene letto anche da giovani neodiplomati e diplomandi, che consigli ti sente di dare a chi, dopo anni di studio, ha deciso di iniziare la carriera di musicista?
Il primo consiglio che darei è di sceglier di iniziare questa carriera solo se si è veramente convinti. Spesso non esistono vacanze e può capitare di lavorare durante Natale o Pasqua per una registrazione o fare concerti ed esser stanchi di girare come trottole continuamente. Questo per quanto riguarda la vita quotidiana.Per quanto riguarda lo studio, consiglio di affrontare tutto con il massimo impegno, convinzione e determinazione.Ultimo consiglio ma forse il più importante è quello di imparare ad ascoltare prima di suonare e studiare; a volte capita di vedere durante le Masterclass ragazzi che si presentano per la loro lezione e poi si dileguano quando è il turno dei loro compagni.Ascoltare la lezione di un compagno di corso può essere spesso fonte di idee e suggerimenti da applicare sul proprio repertorio di studio.
Con chi le piacerebbe suonare e chi le piacerebbe suonare? Quali sono i suoi prossimi progetti? Su cosa sta lavorando?
Non ho particolari “fantasie” su eventuali musicisti con cui collaborare.Ho svariati progetti, concertistici, discografici ed editoriali ma preferisco parlarne quando sono terminati, anche perché spesso subiscono cambiamenti mentre sono in fase di lavoro e costruzione.
Ultima domanda, proviamo a voltare verso la musica le tre domande di J.P.Sartre verso la letteratura: Perché si fa musica? E ancora: qual è il posto di chi fa musica nella società contemporanea? In quale misura la musica può contribuire all’evoluzione di questa società?
Una risposta assoluta a queste domande non penso esista ma nel mio caso, il fare musica per me è vita e penso che la musica possa contribuire alla crescita di una persona, accrescerne la cultura e aiutarne la sensibilità.
Grazie Maestro
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