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Intervista con una “creativa a progetto”

Creato il 13 novembre 2010 da Scrid

Sara Lorenzini, autrice di Diario semiserio di una redattrice a progetto, ci ha cortesemente concesso quella che in confidenza abbiamo definito un’intervista marzulliana: “fatti delle domande e datti delle risposte”. Ecco cosa ne è venuto fuori.

Come nasce il tuo primo romanzo “Diario semiserio di una redattrice a progetto”?

Nasce dalla mia passione per la scrittura e dalla mia voglia di raccontare un mondo, quello della televisione, che avevo tanto sognato quando studiavo sui libri dell’università, e che stavo scoprendo, grazie alla mia esperienza di redattrice televisiva all’interno di diversi programmi. Un mestiere e un ambiente molto diversi da quelli immaginati. Volevo raccontare che quelli che lavorano nel favoloso mondo della televisione non sono dei privilegiati, ma dei ragazzi che lottano per sopravvivere in un contesto precario per definizione. Basti pensare che un programma non dura tutta la vita e che ogni pochi mesi bisogna rinnovarsi, reinventarsi e reinserirsi se ci si riesce!
In un certo senso posso dire di avere scritto il romanzo che avrei voluto leggere ed è stato bellissimo in questi mesi ricevere mail e incontrare lettrici che mi hanno detto la stessa cosa. Perché al di là del contesto specifico, quello del mondo dello spettacolo, il precariato, tanto nel lavoro che nella vita privata, è una condizione purtroppo talmente diffusa che è facile riconoscersi… Ma l’ironia con cui viene affrontato offre al lettore una visione lucida e leggera, esilarante e amara allo stesso tempo.

Ho sempre scritto racconti brevi, poesie, sceneggiature per corti… in attesa di trovare una storia che si lasciasse raccontare in un romanzo. Quando ho incontrato la protagonista, Emma, nella mia fantasia, ho capito che quella storia ce l’avevo e mi sono messa a scrivere. L’ho fatto per me e per i miei quattro (amici) lettori, che ogni venti pagine mi chiedevano: “E poi? E poi che succede?”. E poi ho continuato a lavorare, pagina dopo pagina, con impegno e un pizzico di follia, dal momento che non c’era nessun editore che me lo aveva chiesto. E così hanno preso forma le vicende della giovane redattrice precaria, che per garantirsi il rinnovo del contratto è disposta a mettere in gioco se stessa in un momento difficile, fatto di scoperte e nuove consapevolezze. Intorno a lei ruotano molti personaggi, le colleghe amiche, un fidanzato sbagliato, un uomo più grande di cui è segretamente innamorata, una conduttrice spietata e un bizzarro team di autori.

Come sei riuscita, da esordiente, a ottenere la pubblicazione con la Mondadori?

La pubblicazione del mio romanzo con una casa editrice tanto importante è una storia nella storia! Ho mandato il manoscritto a moltissime case editrici, avrò spedito quasi settanta mail… L’ho inviato veramente a tutti quelli che google mi ha fatto raggiungere! Ero riuscita dopo mesi di attesa a ottenere buoni contatti, quando ho avuto, grazie a un caro amico che l’aveva intervistata per caso molto tempo prima e per motivi non legati alla sua professione, la mail di un’editor Mondadori. Le ho inviato una mail, allegando il mio materiale, più per dirmi di averci provato, di averle tentate tutte, che per una reale speranza di ricevere risposta. E invece ho sperimentato che la vita ci sorprende e che, qualche volta, i sogni si avverano!

Che ruolo ha avuto, se lo ha avuto, il web in tutto questo

Non ho mai avuto un blog, non ho mai scritto per il web. Durante la fase di scrittura del mio romanzo, direi che il web è stata solo una distrazione tra una pagina e l’altra. In una seconda fase, quando “Diario semiserio di una redattrice a progetto” è arrivato nelle librerie, ho cercato di utilizzare il web per fare passaparola e promuovere il mio romanzo. Oggi esiste una fan page che conta più di duemila iscritti. È utile per comunicare ai lettori le date delle presentazioni, le interviste… Ma soprattutto per ricevere le loro opinioni e avere un riscontro reale, nonostante la virtualità del mezzo, da chi con la mia Emma ha fatto amicizia!


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