La sua penna ha dato il via a numerose produzioni e dopo il recente Rosa, ecco a voi un altro viaggio nella scrittura di Giuliana Sanvitale, che ci presenta il suo nuovo libro dal titolo “Oltre le nuvole“, Duende Edizioni.
Lo sguardo, a volte, può farsi carne e la nostra autrice, riaggrega in sostanza l’inesauribile fonte di energia interna attraverso Carla, una scrittrice affermata che diventa la prima delle tre protagoniste e insieme la voce narrante del racconto nel racconto.
Ringrazio in anticipo Giuliana per la gentilezza nel rispondere alle varie curiosità sulla sua creatività. Buona lettura!
C.S.: Giuliana, nel tuo libro si concentra “una triade rosa”: Carla, una scrittrice affermata che narra la storia della sua amica Angela e poi Gaetana. Riga dopo riga, parola dopo parola, le tre donne ci mostrano qualcosa di intimo e doloroso ma necessario …
Giuliana Sanvitale: È proprio così. La “triade rosa” di cui parli è composta dalle due amiche Carla e Angela e dalla popolana Gaetana. Sono le tre protagoniste principali, con diversi tratti in comune le prime due, del tutto diversa l’ultima. Carla sembra meno problematica, ha avuto una vita più piana, facilitata dalla posizione sociale della famiglia d’origine e dalla sua attuale professione. Angela indossa spesso l’abito della sofferenza che a volte la travolge, ma l’amore per i figli, il senso del dovere e della dignità che la contraddistinguono, la passione per la cultura e una grande onestà morale, l’aiuteranno a sconfiggere la malasorte che sembra rincorrerla. Fra le due s’insinua silenziosamente, strascinando le sue ciabatte slabbrate, Gaetana. Anche lei ci racconta la sua storia e lo fa con una lingua inframmezzata da espressioni dialettali, ma con una grande dignità. Ed è emblematico che fra lei ed Angela, di cui pur nolente si trova a impersonare il ruolo di “nemica”, si crei mano a mano un sentimento di comprensione, la tipica solidarietà delle donne, spesso capaci di guardarsi negli occhi leggendovi fin nel profondo la propria umanità. E sono sguardi che conoscono e riconoscono il dolore, dinanzi al quale non riusciranno mai a restare indifferenti.
C.S.: La tua scrittura ha un fluire spontaneo, immediato ed allo stesso tempo sembra sfiorare il tuo io, tanto, da suggerire nella descrizione di Carla, una narrazione privata. Carla è una scrittrice come te e le sue emozioni, che si scatenano contemporaneamente alle idee non sono altro che un processo di avvio alla creazione che tu stessa conosci benissimo…
Giuliana Sanvitale: Sono felice che la mia scrittura appaia immediata. In realtà, se dico che scrivo velocemente, senza ricorrere se non raramente a correzioni e limature, può sembrare una contraddizione, con la successiva asserzione che la parola scritta ottiene da parte mia una certa cura. È che, prima di trasporre il pensiero sulla carta o meglio sul computer, è già tutto costruito nella mente che, forse per lunga consuetudine con la letteratura, ha trovato le parole e la forma consona a esprimerlo. Per quanto concerne il riferimento all’autobiografismo, ho detto altre volte che i personaggi sono creature che nascono dalla mente e dal cuore dell’autore e ne rispecchiano in qualche modo la vita. A parte la professione di scrittrice (ma io lo sono solo per diletto), mi sento molto più vicina ad Angela.
C.S.: “Il giorno in cui la malattia bussò alla sua porta, Angela restò di sasso. […] […] Nessun Dio si mosse a pietà, nessuna forza della natura le venne in soccorso.” Essere donna è una questione molto complicata, di più, quando la malattia sembra togliere la dignità …
Giuliana Sanvitale: Dici bene, cara. Essere donna è una questione molto complicata. Ma la donna è resistente come un sasso; se un sasso lo prendi a calci e lo spingi in un angolo, non lo domi né lo distruggi. “ I sassi non piangono. Al loro interno però sviluppano una memoria tenace, ossessiva … tirano avanti duri e decisi, colpiscono il bersaglio senza tentennamenti” Quando la malattia e il dolore cercano di annientarla, la donna impara a fronteggiare gli assalti. Impara a ondeggiare senza schiantarsi.
C.S.: Forse non capita spesso alle scrittrici contemporanee di pensare che intorno alla metà del Settecento le donne scrivevano di nascosto. Usciranno allo scoperto solo nel secolo successivo, conquistando un piccolo spazio nella letteratura con la consapevolezza di dover combattere censure, pregiudizi e il passato che le discriminava. Tra queste donne Ada Negri e Grazia Deledda che citi nel tuo libro. Una bella coincidenza che ha permesso di ricordare, in questa intervista, la determinazione ed il coraggio di chi ci ha precedute…
Giuliana Sanvitale: Sei sicura che il citare le due straordinarie scrittrici sia una coincidenza? Ho tenuto, anni fa all’Università della 3° età, delle lezioni sulle donne nella letteratura, iniziando da Compiuta Donzella. La figura più emblematica e numinosa che ho presentato e che mi ha conquistato oltremisura è la poetessa lucana Isabella Morra per la quale ho poi scritto un dramma in versi in un atto. Questa eccezionale, dolcissima e tenace fanciulla, sacrificò alla conquista dello studio e alla stesura dei suoi sonetti in stile petrarchesco, la propria vita. Venne infatti rinchiusa e trucidata nel castello avito dai fratelli perché la sua voce non “gridasse nel deserto”. Ciò non impedì che tale voce si facesse canto e giungesse dal 1500 sino a noi. Come la Morra, molte altre donne hanno lottato per imporre il proprio diritto a scrivere il loro nome accanto a quello indiscusso dei letterati al maschile. Oggi può sembrare più facile per una donna affermarsi, ma non sempre lo è. Penso dovremmo ricordarci che, come gli angeli, anche l’Arte non ha sesso.
C.S.: Un aforisma che ti rappresenta…
Giuliana Sanvitale: Mi chiedi un aforisma che rispecchi il mio io. Te ne scrivo due, tratti dai miei Frammenti e Aforismi:
“A piene mani/ attingo/ il nettare dei giorni/ che mi restano”
“Rubo immagini alla luce/ nell’imminenza del tramonto/ e ne faccio/ poesie”
C.S.: Racconta un episodio della tua vita…
Giuliana Sanvitale: È una vita lunga la mia, anche piuttosto piena. È difficile selezionare un episodio. Ne ho raccontati tanti nei miei libri, mettendoli a volte in bocca ai personaggi. Potrei accennare al 13/6/’41, il giorno in cui vidi per l’ultima volta mio padre che partiva per la guerra. O a quando ero convinta che avrei girato il mondo come una missionaria e poi mi sono innamorata e “addio sogni di gloria”. O a quella volta che attaccai con la colla un topo vivo al velo della suora che mi aveva rinchiuso in uno stanzino ripagandola della sua angelica bontà. Come ho apprezzato Papa Francesco quando ha asserito che le suore devono fare le mamme e non le zitelle! Potrei dire di quando la malattia ha bussato alla mia porta ferendomi negli affetti più cari, ma in parte l’ho fatto dire ad Angela nel romanzo. O potrei raccontare qualche episodio ameno della mia carriera d’insegnante, per esempio quando finalmente in sede di esami di 3° media ho scoperto che Ugo Foscolo non era morto nel sobborgo londinese di Turnham Green, ma a ivi … e ivi morì. Ci scommetto non lo sapevate neppure voi. Il resto ve lo racconterò in qualche altra occasione.
C.S.: Sai dirmi cosa ci riserverà per il prossimo futuro l’infaticabile Giuliana Sanvitale?
Giuliana Sanvitale: Premettendo che scrivere è vitale per me, vorrei editare a breve una parte del centinaio di poesie, molte già premiate, che devo solamente raggruppare per tema. Ho poi una serie di racconti lunghi; una simpatica carrellata di personaggi che nel giro di due o tre pagine ci presentano la loro vita nelle varie sfaccettature, ma tutti legati da un fil rouge. Infine ho iniziato un nuovo romanzo, la cui protagonista è chiaramente una donna che ci racconterà se stessa, tra avvenimenti e dialoghi interiori. Come per Oltre le nuvole, sto sperimentando una struttura che non ho ancora mai usato. Come avrai compreso, cara amica, mi annoio a fare sempre le stesse cose e se voglio piacere ai lettori devo essere la prima a divertirmi. Grazie per avermi ascoltato.
C.S.: Grazie a te Giuliana, ottima chiacchierata! Alla prossima!
Written by Carina Spurio