Fonte: cucina casalinga per cani | leggi l’articolo originale (leggi)
Chi meglio di Caterina Gritti, nostra super esperta di BARF e Socia dell’associazione culturale di Cino_Cibo, poteva intervistare il Dottor David Bettio? Nessuno, infatti l’ho spinta e tirata affinchè fosse proprio lei a porre le domande che tutti noi vorremmo porre al veterinario del momento, e anche domande specifiche che a noi potevano sfuggire o proprio non venire in mente.
” Sono David Bettio, medico veterinario omeopata. Esercito la professione da oltre 10 anni occupandomi di medicina interna, anestesiologia, ematologia ed ecografia. Nel 1997 mi sono iscritto alla Scuola di Medicina Omeopatica di Verona, presso la quale mi sono Diplomato. Socio fondatore e Docente della Società Italiana di Omeopatia Veterinaria di cui sono Presidente. Pratico l’omeopatia veterinaria quotidianamente per trattare le malattie di animali da compagnia e i risultati che ho ottenuto in questi anni mi hanno convinto dell’efficacia di questa terapia.” così si presenta nel suo curriculum vitae che potete consultare interamente a questo link:
Curriculum del Dott. David Bettio
Non vi tedio con le mille e mille qualifiche e pubblicazioni di questo medico ma vi sottopongo le ultime e per noi importanti fatiche che sono le prefazioni di questi due interessanti libri sulla dieta BARF.
CATERINA GRITTI INTERVISTA IL DOTTOR DAVID BETTIO
Lei consiglia un’alimentazione naturale,con preferenza per il cibo crudo sul modello barf già’ da tempo,come la prendono i proprietari? Hanno bisogno di sostegno continuativo o dopo un po’ diventano autonomi nella gestione della dieta dei loro animali?
Nella mia esperienza la dieta BARF è la dieta più appropriata per i cani e i gatti. Questo modello nutrizionale è coerente con l’etologia specie specifica che per me rimane il riferimento principale. Ed è per questo motivo che la consiglio. La cartina tornasole è la risposta clinica a certi stati patologici che a volte guariscono solamente fornendo un cibo biologicamente appropriato . Molti cani e gatti che adottano questa dieta noto che hanno meno problemi sanitari di altri che ricevono cibo industriale. Nonostante tutto cani e gatti sono ancora carnivori ed è per questo che una dieta etologicamente e biologicamente appropriata risulta essere la più indicata.
Ai miei clienti consiglio sempre di venire in studio per un primo approccio alla dieta barf e di documentarsi attraverso la lettura di alcuni libri (ora editi anche in lingua italiana) o siti specializzati. All’inizio affianco il proprietario con dei consigli ma l’obiettivo è di renderlo autonomo. L’autonomia è consapevolezza e responsabilità. E’ uno dei principali modi per prendersi cura del proprio animale. E’ chiaro invece che in condizioni patologiche è bene avere un approccio specifico e per questo serve il veterinario. Anche in questi casi ci sono diversi approcci nutrizionali per i quali utilizzo sempre una dieta casalinga se non la barf stessa.
Da barfista so che il cibo “biologicamente appropriato” tipo barf fa miracoli per il benessere dei nostri predatori domestici ,ma da solo non basta. Anche stile di vita ,modi e tempi di somministrazione sono importanti, o sbaglio?
Spesso uso un detto famoso per descrivere la situazione: “l’uomo non vive di solo pane”. Neppure gli animali. E’ innegabile che l’insieme dei fattori epigenetici tra i quali il cibo, le medicalizzazioni eccessive terapeutiche e vaccinali, lo stile di vita in accordo con l’espressività dell’etogramma di specie, il tipo di attività, l’ambiente nel quale è immerso un essere vivente (sia dal punto di vista dell’inquinamento ambiente ma anche dell’inquinamento emozionale-relazionale) sono fondamentali per l’instaurarsi di stati patologici. Le scienze sistemiche, l’epigenetica, la metabolomica ormai non ragionano più secondo modelli lineari causa-effetto tipici della scienza riduzionistica, ma prendono in considerazioni una serie di variabili che ne definisco l’ambito nel quale si vive e come questo può influire in senso adattativo o dis-adattativo sull’evoluzione e quindi alla vita.
Senza usare grosse parole , sappiamo ormai che l’ambiente in senso generale ha una pressione fortissima sull’instaurasi di processi patologici e per prima cosa bisogna agire su quello. Ormai la medicina convenzinale è una rincorsa a recuperare i danni provocati e indotti da un certo modello di vita, a volte dai farmaci stessi. Questo ha coinvolto anche i nostri animali, dapprima quelli cosidetti da reddito, cioè gli animali d’allevamento, e ora ha coinvolto anche il mondo dei pet. Fare medicina preventiva significa dare un senso a questi concetti affinchè non diventino poi un ostacolo alla salute o alla guarigione.
Quanto e’ importante la masticazione per il cane ,e perchè?
Aggredire il cibo, la presa dello stesso e la sua masticazione fanno parte della digestione. Quindi è parte fondamentale che un cane e un gatto possano masticare. Questo riguarda soprattutto le ossa polpose crude poiché spesso i pezzi di carne possono anche essere ingeriti con una masticazione grossolana. La corretta masticazione delle ossa mantiene in salute l’animale perchè mette in moto una serie di benefici. Prima di tutto i muscoli delle mascelle, i muscoli temporali , quelli del collo e del torace fanno una ginnastica importante. Poi la loro bocca ha una conformazione anatomica per lacerare e triturare le ossa e questo preserva da fastidiose parodontiti. Non ultimo c’è il fatto psicolgico-emozionale, comportamentale diremo in veterinaria, sminuendone un po’ il significato. Tritare le ossa con i denti stimola il cervello a produrre alcune sostanze chimiche che hanno effetti positivi sul sistema ormonale immunitario del cane con ricadute positive nel suo comportamento. Non a caso in medicina umana esiste una disciplina medica, la P.n.e.i. -psiconeuroendocrinoimmunologia – che mette in relazione tutti i fattori correlati tra psiche (comportamento), sistema neurologico, sistema endocrino (ormoni) e sistema immunitario. E’ come se un cane che mastica ossa polpose si dicesse: “Ei, ho fatto giornata!”.
Sfatiamo un mito: pasto unico si o no? E se si, per tutti? E per i gatti? Quanti pasti?
Anche in questo caso il modello di riferimento è l’etologia di specie. Il cane non è un gatto e si alimenta diversamente da quest’ultimo. Il cane barfista in buona salute può essere alimentato con un pasto singolo, non necessariamente nel medesimo orario tutti i giorni. Per il gatto invece è bene prevedere almeno due o tre piccoli pasti al giorno. Ma non succede nulla se per un giorno si fa digiuno!
Inoltre alcuni sostengo che il cane non è un lupo. Certo! E’ evidente. Ma ci sono studi che relativizzano i comportamenti prevalenti nella varie razze canine, nel senso che c’è più variabilità all’interno della stessa razza di quella che c’è trasversalmente tra razze. Con ciò si vuole affermare che la razza non è sempre predittiva di un profilo comportamentale, anche per l’alimentazione. Si riscontra un certo tipo di tasso di individualità più alta di quella che l’appartenenza ad una razza comune farebbe presagire. Quindi oltre ai pattern di specie emergerebbe l’individuo. Queste considerazioni sono affascinanti perchè non solo salterebbe l’osannata utilità di razza ma si mette in discussione l’influenza che la selezione razziale avrebbe sugli individui rispetto a certi caratteri. L’etologia è ancora la scienza di riferimento e l’osservazione la cartina tornasole della lettura dell’evoluzione.
Succede così anche in medicina. In un periodo dove vogliano tutto personalizzato: la dieta personalizzata (tanto che per i cani e gatti ci propongono la dieta per una specifica razza), vogliamo una educazione personalizzata, vogliamo una polizza personalizzata, l’automobile personalizzata, la ginnastica o lo yoga personalizzato, l’unica cosa davvero importante che ci omologa tutti è il protocollo terapeutico. Invece pochi scelgono una cura personalizzata perchè l’emersione di sintomi è strettamente legata al singolo individuo. La diagnosi ci omologa nei confronti della malattia e il protocollo terapeutico nei confronti della cura anche se siamo tutti individui unici. Strano vero?
Esistono delle indicazioni di base da seguire in barf, ma la critica che viene spesso mossa e’ che col cibo crudo, soprattutto dando le tanto temute ” ossa polpose ” o carnose, diventa difficile calcolare esattamente il contenuto dei vari nutrienti. Ma e’ davvero indispensabile sapere sempre esattamente la composizione della razione/ ciotola?
Penso che molte aziende abbiamo giocato sulla dieta bilanciata influenzando i veterinari tanto quanto i proprietari. Anche la moderna scienza nutrizionale applicata ai pet penso abbia mutuato le ricetta dal modello di riferimento applicato agli animali da reddito. Per questi animali è necessaria una formulazione specifica e nota in ogni momento dello sviluppo per ottenere delle performance produttive su gruppi numerosi a costi bassi. Questo modello si adatta bene all’esigenza dell’industria ma poco a quella degli animali che hanno visto il loro modo di nutrirsi modificarsi in pochi decenni. La questione è capire quali modelli di adattamento evolutivo sta producendo questo tipo di approccio alla nutrizione. La dieta bilanciata e completa in realtà è una forma di comodità, che non dimentichiamoci è la prima forma di dipendenza. Il resto poi lo fa il marketing che affianca le aziende e ha studiato bene a fondo come si fa a creare necessità e dipendenze anche su falsi problemi. Con i miei clienti faccio un giochino semplice di similitudine che dopo 5 minuti di colloquio sanno cogliere e fare proprio. Chiedo ad esempio che cosa hanno mangiato negli ultimi girni, se si ricordano precisamente le quote di ogni alimento e se hanno pesato tutto ciò che hanno mangiato. Se sanno e conoscono le proprietà nutritive di ogni singolo componente della loro dieta, se usano abitualmente integratori invece di cibo fresco e se per loro sarebbe accettabile mangiare tutta la loro vita, anche in caso di malattia, cibi preconfezionati, secchi o in scatola. Oppure se il loro medico ha mai prescritto cibo in busta o confezionato invece del cibo fresco.
Spesso questo è sufficiente a intuire come una alimentazione crudista e biologicamente appropriata sia la più indicata per il cane e il gatto. Certo che vanno date delle indicazioni di massima sulla razione quotidiana in base alla soggettività ma se ciò non viene rispettato non comporta alcun rischio sul breve e medio periodo. Se ciò non fosse gli animali si sarebbero già estinti da tempo, senza la necessità di dover aspettare le ricette bilanciate e complete dell’uomo moderno. Per questo motivo ci si deve prendere il giusto tempo da dedicare ai proprietari per parlare con loro e renderli consapevoli della loro autonomi nella gestione del cibo.
Esiste una bibliografia che ci puo’ consigliare? Esistono altre fonti attendibili da cui ricavare informazioni?
Certo. Esistono da tempo libro dedicati alla dieta BARF sin dalle sue prime considerazioni. Molto istruttivi sono i libri di Tom Lonsdale, del Dr. Ian Billinhurst, di Steve Brown e di Lew Olson. Adesso sono anche disponibili delle edizioni in lingua italiana della dott.ssa Swanie Simon e Doreen Fieldler. Ma ci sono anche dei siti interessanti gestiti da persone compenteti in barf.
Parliamo di gatti: perche’ spesso rendono la transizione all’alimentazione naturale un’impresa titanica per i proprietari? Solo questione di gusti o c’ e’ altro?
Il gatto è un predatore super specializzato. Se si abitua a mangiare un certo tipo di cibo è difficile fargli cambiare abitudine. E’ diffidente verso certe novità alimentari perchè potrebbero essere pericolose e mettere a repentaglio la sua vita. E’ per questo che è difficile fare un cambio repentino di alimentazione nel gatto. Spesso ci vogliono mesi per disabituarlo a una alimentazione industriale a favore di una dieta a crudo. Ciò non significa che la carne cruda fa schifo ma che il gato è ammalato , dipendete, dal cibo preconfezionato. Provate voi dare dare ai vostri figli merendine confezionate super zuccherate, bibite dolciastre e farli poi passare al pane e marmellata fatta in casa e al succo di frutta fresca o all’estratto di frutta. Ve la tira dietro! E non hanno mica tutti i filtri ancestrali dei gatti… Quindi, pazienza, bisogna aver pazienza e perseveranza per far ricordare al gatto che può nuovamente alimentarsi di cibo crudo biologicamente appropriato.
Ultimo quesito, ma non meno importante: barf e zoonosi.
L’igiene è fondamentale. E’ una delle condizioni primarie che ha cancellato alcune tra le malattie più insidiose e mortali per l’uomo, ancor prima dei farmaci e dei vaccini. Quindi la corretta manipolazione e conservazione degli alimenti è la prima considerazione da fare. Ciò nonostante molti cani, se non tutti, amano bazzicare per strade e terreni pieni di carcasse in proteolisi avanzata, magari sotterrata da giorni, luoghi con feci di altri cani e gatti che leccano e ingurgitano senza grossi problemi sanitari, oppure mettono la loro lingua in posti non meno puliti quando si riconosco tra loro. Quindi è corretto preoccuparsi, ma non spaventarsi. Esistono poi dei rischi batteriologici, come la malattia di Aujeszky, la Toxoplasmosi, la neosporosi che possono essere neutralizzati con il congelamento opportuno.
UN GRAZIE DI CUORE ALLA NOSTRA CATERINA GRITTI CHE CON PASSIONE E PROFESSIONALITà VEICOLA LA DIETA BARF E CI HA PERMESSO DI ENTRARE IN QUESTO MONDO CON UNA MARCIA IN PIU’.