A cura dell’autore Carlo Santi
L’Arca dell’Alleanza è il mio terzo Thriller Storico che racconta la storia del Risolutore Tommaso Santini e della sua squadra, cioè coloro che fanno parte del “Sanctum Consilium Solutionum”, un’organizzazione riservatissima della Santa Sede.
Solitamente è l’autore a essere intervistato in occasione del lancio di un nuovo romanzo, questa volta però le domande le faccio io, come autore, e le rivolgo alle mie Editor. Credo sia un modo simpatico per far sentire il parere di chi lavora a fianco dell’autore ma che, sovente, resta nell’ombra dietro le “quinte”. È anche un modo per far risaltare questa importantissima figura, a volte molto apprezzata dagli autori, altre volte assolutamente avversata da coloro che pensano di essere degli scrittori “arrivati” che a ogni richiesta di modifica dell’editor se la prendono a male, anzi, in alcuni casi si offendono pure.
Non è il mio caso, Pia Barletta e Sonia Dal Cason sono due editor di talento, molto critiche e pignole. A loro non interessa l’autore ma l’opera, e non fanno sconti a nessuno, men che meno compromessi. Il che le porta a essere considerate delle vere e proprie sanguisughe, tagliano pagine su pagine del manoscritto che hanno tra le mani.
L’Arca dell’Alleanza è nata originariamente con oltre cinquecento pagine, ora se ne sono “perse” per strada quasi cento. Per molti autori quelle fatidiche cento pagine sarebbero un racconto lungo o, dipende dai punti di vista, un romanzo breve. Ma questo, a Pia e a Sonia, non ha fatto né caldo né freddo. Implacabili, hanno tagliato, tagliato e ancora tagliato. Loro dicono che così si “snellisce” la lettura.
Il risultato, però, è di gran lunga superiore alle mie stesse aspettative, per cui non mi lamento più e passo alle domande.
Innanzitutto come ci si trova a editare un autore che è anche l’editore?
Pia: Applicare le regole scritte dal capo al capo stesso non ha prezzo, è una soddisfazione immensa che ripaga la fatica. A voler essere sadiche, ci potremmo divertire un po’, tenerlo sulla corda, ma non siamo così arpie e per noi conta solo il risultato finale. E poi io sono avvantaggiata perché la Sonia fa la prima “sistemata”, e ti assicuro che mi lascia pochissimo lavoro, non posso lamentarmi, la mia “socia” è davvero un osso difficile da sgranocchiare.
Sonia: Bene, benissimo… un gioco da ragazzi!
Ogni autore ha il proprio metodo di scrittura. Quanto è difficile per voi armonizzarvi con caratteristiche di scrittura sempre diverse?
Pia: Non lo trovo molto difficile, anzi dopo un po’ entro in sintonia con il testo e diventa stimolante. Se si riesce a trovare un buon accordo con l’autore avviene una sorta di uno scambio “energetico”, visto che qui siamo in tema posso dirlo, arricchente per entrambi.
Sonia: Dipende dallo stile dell’autore, con qualcuno è semplice, con altri è più complicato, soprattutto quando il modo di scrivere è molto diverso e lontano dal mio. Ma è sufficiente concentrarsi sul testo e cercare di immedesimarsi il più possibile così da ottenere un risultato omogeneo.
Quali sono state, se esistenti, le difficoltà più grandi nell’editare L’Arca dell’Alleanza?
Pia: Esistenti, esistenti… ebbene sì, le date, quanto odio le date, ci perdo la testa! Ma Santa Sonia ha pensato a tutto lei, benedetta donna!
Sonia: Le maggiori difficoltà, soprattutto per il tempo che hanno richiesto, le ho trovate nella verifica delle innumerevoli nozioni storiche, filosofiche, matematiche, bibliche. Il libro in certi punti si avvicina a un saggio ed è piuttosto insolito, almeno per me, correggere questo genere di manoscritti. Ma è stato utile, ho approfondito argomenti di cui avevo una conoscenza superficiale e imparato cose che non sapevo affatto.
L’autore è stato collaborativo e di “facile” gestione o ha opposto resistenza?
Pia: L’autore ha fatto il bravo, non si è agitato e ha sentito meno dolore. D’altronde con due donne coalizzate non aveva molta scelta.
Sonia: Per ovvie ragioni è stato di facile, anzi facilissima gestione! Altrimenti le conseguenze sarebbero state frigorifero e cassetti vuoti.
Al di là della ricerca di errori e refusi, qual è la principale attenzione che un editor rivolge al manoscritto?
Pia: Un buon editor bada molto a che il linguaggio sia fluido e fruibile a tutti, forbito o semplice che sia l’importante è che arrivi diritto al cuore del lettore. Per questo va eliminato tutto ciò che può far inciampare, come le ripetizioni o le incongruenze che solo un occhio esterno può notare subito. Il testo finale deve filare liscio come l’olio.
Sonia: Attenzione alla fluidità, alla coerenza della storia e alle incongruenze storiche, geografiche o di altro genere. Questo significa per me porre particolare impegno nella ricerca di digressioni che appesantiscono la lettura e fanno perdere il filo del racconto e agli eventuali “fuori tema”.
Quanto è importante per voi che il libro “piaccia” all’editor per il conseguente risultato di revisione?
Pia: Moltissimo, diciamolo onestamente. Più il testo è bello e più vien voglia di lucidarlo fino a renderlo splendente.
Sonia: Non è importante. Certo, se il libro piace la revisione bozze scorre veloce e l’ennesima rilettura del testo resta comunque gradevole, ma non è un aspetto rilevante, almeno per me. Correggere i manoscritti è sì una passione, ma anche un lavoro e io amo il lavoro ben fatto a prescindere.
L’Arca dell’Alleanza, un Thriller Storico di Carlo Santi
L’Arca dell’Alleanza è più storico, un po’ meno thriller e quasi un saggio, si differenzia molto rispetto agli altri due titoli. Questa cosa vi ha spiazzato o eravate preparate?
Pia: Completamente spiazzata, ma in positivo. Mi piacciono le storie che si mescolano con la leggenda, e nonostante contenga tante date (l’ho già detto che non le digerisco?) l’ho trovato estremamente scorrevole e interessante, ho imparato parecchie cose.
Sonia: Ero preparata, ma comunque il testo finale mi ha stupito per la ricerca approfondita e per le prove storiche documentate che ho trovato. Spesso diamo per scontate le “disinformazioni” che ci arrivano per esempio dai film o dalla televisione e constatare poi che su argomenti come l’Arca ero ignorante e prevenuta è stata una bella sorpresa.
Nell’opera sono inseriti dati storici, filosofici, scientifici e persino riferimenti alchemici, esoterici, inoltre molte sono le citazioni derivanti dalle Sacre Scritture. Vi siete fidate ciecamente o avete verificato la veridicità di ogni informazione?
Pia: Il capo ha sempre ragione, quindi c’è stata una “religiosa” fiducia, e ogni verifica è stata fatta in assoluta omertà. (Vedi sopra Santa Sonia)
Sonia: Verifico sempre la veridicità delle informazioni, non veleggio mai alla cieca. Quindi anche in questo caso ho controllato e ricontrollato tutto: date, numeri romani, avvenimenti, geografia, teorie esoteriche, perfino fisica quantistica! E quest’ultima è stata impegnativa, perché amo la matematica, ma me ne è sempre sfuggita la ratio, perciò ho dovuto mettermi d’impegno!
Vi è mai capitato di mettere in dubbio un passaggio storico o scientifico?
Pia: No, conosco la meticolosità di Carlo, è uno che non lascia niente al caso, si documenta in maniera approfondita, a costo di impiegare anni per terminare il testo non lascerebbe spazio alla superficialità.
Sonia: Spesso. Talvolta si scrivono cose per sentito dire o per averle viste e riviste sui media presentate e trattate in un certo modo che non sempre corrisponde a verità. Consiglio sempre caldamente una bella ricerca storica e documentale prima di saltare alle conclusioni e scriverci magari tre capitoli. Oggigiorno poi non è difficile verificare le nozioni, non è più strettamente necessario andare in giro per biblioteche nella speranza di mettere le mani su testi introvabili per documentarsi.
Secondo voi “L’Arca dell’Alleanza” potrà essere un libro per tutti o dovrà avere un target specifico?
Pia: L’Arca dell’Alleanza può leggerlo chiunque, sia l’appassionato dell’argomento sia il becero ignorante come me. C’è thriller, storia, religione, leggenda, qualche spruzzatina di fisica e anche un po’ di geografia, il tutto ben dosato, se non è per tutti un libro così… ah, mancano i vampiri affascinanti che vanno così di moda, questo è il valore aggiunto.
Sonia: Domanda difficile, risposta difficile. È un libro per tutti, soprattutto per gli amanti dei thriller d’azione, come negli altri due (Il quinto Vangelo e La Bibbia Oscura), anche qui si ritrovano le pagine adrenaliniche, i colpi di scena e la velocità che caratterizzano lo stile dell’autore, ma accanto a ciò c’è anche una gran dovizia di nozioni storiche, bibliche, esoteriche e matematiche che, a parer mio, potrebbero entusiasmare un target simile a quello dei lettori del “Nome della rosa”, quelli che l’hanno letto tutto per davvero, non quelli che hanno guardato solo il film.
Qual è l’errore più comune che trovi nei vari manoscritti e quale di questi accomuna un po’ tutti gli autori?
Pia: Ripetitività e verbosità. Si tende a usare molti aggettivi e avverbi per descrivere una scena, un personaggio o una situazione, mentre in realtà spesso ne basta uno solo purché sia adeguato. Il grande King nel suo On Writing, che per me è un po’ come la Bibbia per Santini, sostiene che: 2° bozza = 1° bozza – 10%. E sì, funziona, provare per credere.
Sonia: Gli intercalari e gli avverbi in “-mente”. I primi sono tipici di ciascuno scrittore esistente sulla faccia della terra e ognuno ha il proprio (legato alla regione in cui vive o al dialetto di provenienza): c’è chi scrive in continuazione “e poi”, oppure “tanto”, oppure “affinché, benché” etc. Gli avverbi in “-mente” sono come la gramigna, e ahimè, ammetto di essere colpevole anche io!
Solitamente come reagisce un autore alle tue richieste, per esempio, di modificare un intero capitolo o stravolgere una scena oppure un personaggio?
Pia: Ogni qual volta sorge un’esigenza simile, all’inizio incontro un po’ di perplessità e resistenza, ma poi l’autore rimane soddisfatto; questo mi gratifica molto e mi dà la carica per cercare di lavorare sempre meglio.
Sonia: Nella maggior parte dei casi, per fortuna, bene. Talvolta è necessario spiegare nei dettagli il motivo delle correzioni e mediare una soluzione che soddisfi entrambi, editor e scrittore. Ma questo è giusto e fa parte dell’editing. Altre volte è un vero dramma: una richiesta volta a migliorare un testo diventa un’onta insopportabile da cui scaturiscono lamentele, accuse, ripicche.
Che caratteristica deve avere un editor, secondo voi?
Pia: Gentilezza innanzitutto. Un manoscritto è la “creatura” dell’autore, lo ama come si ama un figlio, e vederlo tagliuzzato, corretto, a volte rivoltato come un calzino non deve essere piacevole. Ci sono autori che soffrono quando tagli un aggettivo o un avverbio che per loro è di fondamentale importanza, ma c’è un detto: “il medico pietoso fa la piaga verminosa”, lì la gentilezza funge da anestesia. Locale, s’intende.
Sonia: Il distacco di un filosofo stoico (almeno durante la fase di editing), la pazienza di un monaco zen, un occhio di falco, ma anche la determinazione di un Samurai di portare a termine un lavoro e di farlo bene.
Cosa suggerireste a un autore esordiente?
Pia: di fare esperienza scrivendo e leggendo molto.
Sonia: Ahi, qui darò il fianco alle polemiche (parola che detesto cordialmente e che tendo a eliminare anche dai testi), ma consiglio innanzitutto umiltà. Può anche darsi che l’idea alla base del manoscritto sia geniale, bella, innovativa, arguta, ma non è affatto detto che lo sia il modo di esporla, soprattutto quando non si ha esperienza del processo di nascita di un libro.
E a uno esperto?
Pia: di dimenticare sempre la propria esperienza per restare aperto all’apprendimento continuo.
Sonia: Dopo aver scritto la parola fine, fare un passo indietro, lasciare decantare per qualche tempo lo scritto e rivederlo con lo spirito critico dell’editor e del lettore.
Ultima domanda: quanto ti è piaciuta L’Arca dell’Alleanza?
(Attenzione: domanda altamente tendenziosa e chiaramente strumentale [notare l’inserimento degli incisi, tanto odiati dagli editor, ma così piacevoli per gli autori])
Pia: La cosa più preoccupante di questa domanda è l’idea che, in caso di errore, possa essere davvero l’ultima a cui potrei rispondere come editor di Ciesse. Allora dico tantissimo, sarà la verità? Sì, è la verità e, non subito per ovvi motivi, lo rileggerò volentieri.
Sonia: Chiaramente, L’Arca dell’Alleanza mi è altamente piaciuta!
Ringrazio Pia e Sonia per la loro disponibilità. Oltre al classico valore promozionale riferito al libro, spero che questa intervista contribuisca a far comprendere il lavoro degli editor soprattutto a quegli autori che addirittura si vergognano a dire che sono stati editati da qualcuno.
Come si evince dalle risposte, il lavoro degli editor non è solo quello di eliminare gli errori, bensì è un compito molto più complesso che va dalla ricerca delle incongruenze alle ripetizioni, dalla verifica dei fatti salienti all’alleggerimento del testo. In pratica è davvero un lavoraccio in cui l’esperienza dell’editor può rendere migliore qualsiasi testo, anche il più ostico e di difficile comprensione. Per questo invito quegli autori titubanti e che avversano l’editor a rivalutare questa importante figura e a dargli fiducia.
Affidando con tranquillità il “prezioso manoscritto” sappiate che costui, vi assicuro, ne avrà cura.
Ora vi rimando alla lettura de L’ARCA DELL’ALLEANZA, già disponibile nella versione eBook e, da metà settembre, in libreria e ovunque voi vogliate.
Cercatela e, se riuscirete a trovarla, vi auguro una buona lettura.
Carlo Santi (autore)