Il periodo storico che stiamo vivendo, in cui è evidente come gli assetti sociali e culturali siano in fase di riconsiderazione, in cui la crisi economica ha minato l’ancient regime e gli equilibri politici vigenti fino a pochi mesi fa, in cui si parla di web 3.0, presenta una generazione di giovani e giovanissimi, dai 18 ai 35 anni, in cerca di espressione e affermazione, piena di entusiasmo e cognizione di causa, stanca di vedere il proprio futuro in ostaggio e il proprio presente annacquato.
Nella “Generazione Zero”, e cioè nella generazione del cambiamento e della ripresa, del rischio e della flessibilità, poche persone riescono ad emergere e a raggiungere gli obiettivi prefissati, ma soprattutto a farsi “portavoce” di uno spirito comune che lega e racconta di questa distesa di giovani che chiede di essere finalmente ascoltata dai patres familias e diventare protagonista di un mondo di cui si rivendica l’appartenenza.
The Freak ha conosciuto e dialogato con Giulia Innocenzi, classe 1984, giornalista, blogger, scrittrice (ha all’attivo due libri n.d.r.), impegnata attivamente in politica, certamente un esempio di risorsa giovanile che è stata in grado di emergere e sostare nel panorama giornalistico e culturale italiano.
Nella nostra chiacchierata le abbiamo chiesto quanto ha contato trovarsi al posto giusto nel momento giusto, senza mettere in discussione la sua preparazione e competenza, ma non tralasciando il suo curriculum vitae che la vede studentessa alla Luiss, e in seguito voce di Radio Radicale, fino al suo approdo ad AnnoZero, la trasmissione di Michele Santoro :
«ogni mia esperienza, da Radio Luiss, a Radio Radicale, fino all’attuale collaborazione (consolidata da quasi 3 anni n.d.r.) con il team di Annozero (ora Servizio Pubblico n.d.r. ) è stata vissuta e affrontata con passione e determinazione, poiché è stato fondamentale credere in un obiettivo forte, e avere un’idea di quello che volevo costruire. Il principio di tutto è delineare un obiettivo ultimo e fare le cose con passione, poiché ogni esperienza fatta è stata propedeutica e funzionale a quella successiva.»
Quando le abbiamo chiesto di raccontarci le impressioni, lo stato d’animo, le speranze come le delusioni dei giovani con cui lei è a stretto contatto, la sua risposta è stata:
«A causa del contesto storico-sociale che stiamo vivendo, l’emozione predominate è certamente la frustrazione che vivono coloro che studiano, si specializzano, che incamerano competenze e che si ritrovano vittime di una crisi economica di cui loro non sono artefici né complici. Tuttavia, accanto alla frustrazione, un sentimento forte che avverto è la reazione, ed è uno stato d’animo che ho potuto percepire nelle manifestazioni giovanili che ho seguito, in cui si ridiscutono delle scelte economiche e sociali a livello globale, e penso al movimento dei ”Pirati” americani, agli Indignados spagnoli, alle manifestazioni di “Se Non ora Quando”. La frustrazione sta conducendo alla reazione, e questo è molto importante e merita attenzione e profonda riflessione su quello che sta succedendo.»
Giulia Innocenzi ha scritto due libri, “Meglio fottere (che farsi comandare da questi)”, e “La stella più lontana. Riflessioni su vita etica e scienza”, il libro-intervista all’astrofisica Margherita Hack. Sul primo le abbiamo chiesto se è ancora possibile credere in un rinnovamento sociale e culturale in tempi ragionevoli, in un ricambio della classe dirigente, o dobbiamo attendere una o due generazioni:
«La realizzazione di quel libro è nata dalla mia esperienza all’interno dei Giovani Democratici, e quindi è un libro in cui racconto della generazione di cui faccio parte e dell’attuale classe dirigente che è assolutamente inadeguata e ormai fallimentare circa le problematiche che vertono su questo momento storico, politico e sociale. Tuttavia molti giovani, soprattutto quando entrano in contatto con ambienti politici e, più in generale con i poteri forti, si mostrano più vecchi dei vecchi, andando ad alimentare essi stessi un sistema di cooptazione al ribasso. Spesso i giovani vengono tacciati di antipolitica perché si contrappongono al sistema vigente ormai asfittico e retrogrado. Ma io non parlerei di antipolitica, poiché la nostra generazione ha perfettamente compreso quali siano i problemi reali, e programmato delle soluzioni alternative proprio in virtù dell’amore per la politica e per una nuova idea di società non autoreferenziale ma partecipata e che ha come protagonisti le nuove risorse giovanili.»
In merito all’intervista con Margherita Hack abbiamo voluto sapere quanto, in fondo, conta l’età anagrafica, al netto di persone che come questa mantengono una lucidità di pensiero e una freschezza intellettuale inversamente proporzionali ai suoi anni, e se la “rottamazione” di cui tanto si parla in questo periodo può valere anche per personalità come Margherita Hack. Giulia racconta così l’esperienza con la nota astrofisica:«Prima di tutto sono d’accordo sulla questione che bisogna badare bene al concetto di “rottamazione”, perché si può sfociare in un qualunquismo che travolge intelligentiae come quelle di Margherita Hack che, a dispetto dei suoi novant’anni, vanta una lucidità e una forza straordinarie. Non si può generalizzare, ma piuttosto si dovrebbe puntare ad un’operazione mirata di turn-over tra il vecchio e il nuovo, e capire quello che deve essere rinnovato del vecchio e quello che deve essere esaltato del nuovo. Lei mi ha accolta nella sua casa stracolma di libri e piena di gatti. Una casa pregna di racconti della sua vita, una casa che narra una storia professionale, come umana, di una donna incredibile, che si è sempre spesa per le battaglie in cui crede, da quelle scientifiche a quelle sociali. È una donna che nutre tutta la mia ammirazione. Un vero modello di vita.»
Il 25 ottobre ritorna su La7 Servizio Pubblico, il programma di Michele Santoro che l’anno scorso è andato in onda sul Web, sulle tv locali e sui canali di Sky, dopo l’esclusione dal palinsesto Rai di Annozero. Giulia ci racconta l’esperienza:
«Servizio Pubblico è stata la prova che è possibile fare un programma indipendente anche fuori dal palinsesto televisivo così concepito in Italia con sette reti in analogico. È stato il primo esperimento di televisione interattiva che ha viaggiato sulla rete e per questo dobbiamo ringraziare 100.000 persone che hanno finanziato un programma che volevano andasse in onda versando un contributo di 10 euro, perché senza il loro sostegno economico Servizio Pubblico non avrebbe visto la luce. Questa straordinaria partecipazione da parte del pubblico ha fatto sì che Michele Santoro potesse conservare la proprietà dei contenuti in autonomia e indipendenza, e dobbiamo ringraziare anche Il Fatto Quotidiano che ha contribuito, e che rappresenta in Italia il primo esempio di giornale che non riceve finanziamenti pubblici e quindi è finanziato dai lettori e dagli abbonati. Servizio Pubblico ha avuto come unico fine quello di stare a servizio del telespettatore, divergendo da quella che è la norma degli altri programmi televisivi che si atteggiano ad altoparlante di un potere piuttosto che di un altro. Ora approderemo su La7 poiché mantenersi solo sul Web e sulle tv locali, sia per un problema di finanziamento al programma sia perché il momento politico che stiamo vivendo merita di essere approfondito e seguito da un pubblico più vasto, è molto difficile, nonostante la stagione appena trascorsa, sia stata, da un punto di vista di numeri e consensi, positivamente inaspettata e abbia rappresentato per noi un vero successo.»
Ringraziamo Giulia Innocenzi per la disponibilità e per l’appoggio che dimostra e ha dimostrato al progetto The Freak, ricordando la sua collaborazione al concorso letterario indetto dal sito nel marzo scorso; lei ci ringrazia e fa il tifo per noi. Ci augura di continuare a credere nel nostro lavoro e nella nostra appartenenza ad un futuro che merita di essere condiviso dalla nostra generazione.