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Intervista Gastronomica a Francesco Muzzopappa

Da Anginapectoris @anginapectoris

Un romanzo d’esordio esilarante, ricco di colpi di scena in cui «si ride dalla prima all’ultima riga» (Raul Montanari)

Non è stato il commento di Raul Montanari (di cui ha seguito il corso di scrittura) sulla

Francesco Muzzopappa

Francesco Muzzopappa

fascetta di copertina a catturare la mia attenzione, anche perche io il simpaticissimo libro di Francesco l’ho letto in versione pdf, ma sono arrivato a lui semplicemente per caso, lo ammetto. Ma se anche un grande come Montanari asserisce che l’opera prima di Muzzopappa fa ridere, allora è sicuramente un invito ad acquistarlo, soprattutto per gli amanti del genere, ed è un piacere leggere le sue parole impressoe sulla carta.

Francesco Muzzopappa, pugliese, classe 1976 approda alla pubblicità per puro caso, superando una selezione in cui arriva primo su 650.

Raul Montanari

Raul Montanari

Si trasferisce a Milano, dove, dove, nel giro di pochi anni diventa uno tra i più conosciuti e apprezzati copywriter italiani, vincendo numerosi premi per il genere in cui primeggia, e

cioe’ le pubblicità radiofoniche (Heineken, le barrette al cioccolato Kit Kat, Nokia, e più recentemente Jocca), ha vinto numerosi riconoscimenti tra Cannes, Londra e New York, nonché una serie di premi bizzarri (questo lo ho appreso dal web) (compresi un buono da 10.000 euro per mangiare gratis al ristorante, una fornitura completa di mobili per la casa e un assegno speciale per viaggiare in tutto il mondo).

Francesco Muzzopappa

Francesco Muzzopappa

Sin dalla sua adolescenza, il giovanotto, ha un carattere molto riservato, e da autodidatta apprende le tecniche della narrativa umoristica, divorando testi di Swift, Sterne, Wodehouse e molti altri.

Allievo della scuola di scrittura di Raul Montanari, ha pubblicato alcuni racconti su riviste e antologie. Una posizione scomoda è il suo primo romanzo. Tra le sue prossime letture Pino Imperatore e Marco Marsullo.

Francesco ha anche un blog di fiabe brevi La sua scrittura è brillante, scorrevole, ammiccante e indubbiamente divertente, ma conosciamolo meglio…

Angie: – Quanto conta una buona alimentazione per il tuo lavoro? Francesco: – Devi sapere che quando comincio a scrivere mi ingozzo come non ci fosse un domani. Dal pollo fritto alla nutella. Passo dal bianco al rosso, mischiando a birra e Amaro del Capo

Amaro del Capo

Amaro del Capo

 Poi in fase di revisione faccio il bonzo tibetano e vado di verdure scondite e al massimo qualche caffè.

Angie: – Le tue esperienze lavorative? Francesco: – Ho cominciato come deejay in una piccola radio locale. Scrivevo testi e conducevo programmi di musica dance. Ho lavorato in discoteca, ho fatto anche il light jockey, quello che intossica di fumo la pista. Poi dopo la laurea ho lasciato la Puglia per trasferirmi a Milano, dove ho iniziato a lavorare in pubblicità come copywriter. E ora vediamo come va con la scrittura.

Angie: – Meglio carne o pesce? Francesco: – Meglio carne. Costolette alla brace con timo e sale grosso. L’agnello al forno col rosmarino, quello che fa mamma. O gli involtini burro e capocollo di papà.

Angie: – Vino, ed in quale ti identifichi caratterialmente??

Fichimori

Fichimori

Francesco: – C’è un vino pugliese che mi piace molto. Si chiama Fichimori, un rosso che va bevuto freddo.

Angie: – Nel tuo frigo che cosa non manca mai, e nella dispensa? Francesco: – Non mancano mai le mozzarelle e i pomodorini. La caprese è il piatto che mi salva le serate, quando non ho voglia di spadellare.

Angie: – La colazione ideale e quella che invece normalmente fai. Francesco: – Quando da piccolo capitavo negli alberghi con colazione continentale mi stupivo del fatto che qualcuno potesse avere fame di salame, mortadella e wurstel al mattino presto.

pane e salame

pane e salame

Non avevo capito niente. Tuttora, quando sono in viaggio, mi fiondo su panini, salame e salsicce e mi rimpinzo fino a esplodere, bagnando tutto con cappuccino. A guardarmi dall’esterno sembro un pazzo. A casa sono invece molto casto e mi accontento di un buon caffè. Nessuna traccia di salumi.

Angie: – Di cosa sei più goloso? e cosa proprio non ti piace? Francesco: – Io costruirei un cuscino in mozzarella di bufala e ci dormirei sopra mangiandone pezzi, di tanto in tanto.

Angie: – Che ne pensi dei prodotti surgelati, che dimezzano il tempo in cucina? Francesco: – Ultimamente sto sviluppando un sano terrore verso conservanti, coloranti, acidi vari e additivi chimici che al posto dei nomi hanno sigle. Per cui in linea di massima tenderei a evitare anche i surgelati, cosa che mi sforzo di fare sempre più spesso.

Focaccia pugliese

Focaccia pugliese

Ma sono un congelatore accanito: la focaccia pugliese, ad esempio, o il pane di Laterza, che compro fresco e poi taglio a fette per poi scongelarlo all’occorrenza.

Angie: – La cucina e’ fatta anche di profumi, essenze, odori, ne hai uno preferito? Francesco: – Il timo. Mi piace molto. Si sposa bene con la carne, per cui lo uso anche sulla pasta, quando ad esempio preparo le tagliatelle con pancetta e primitivo di Manduria.

Angie: – Dici parolacce? Francesco: – Ogni anno faccio il fioretto di moderarmi. E ogni anno il fioretto salta.

Angie: – Esiste un legame tra cucina e sensualità? Che cosa secondo te conta di più nel sedurre una donna? Una buona cena, o anche il saper cucinare? Francesco: – In “Una posizione scomoda” la cucina e la sensualità non si incontrano mai, nonostante siano due argomenti molto presenti. Per quel che mi riguarda, da pugliese cresciuto in cucina, saper cucinare è fondamentale. Un uomo che cucina cerca un rapporto alla pari con la sua donna.

Angie: – La verve letteraria, lo stimolo per incominciare a raccontare, avviene a pancia piena o a digiuno?

Pane e nutella

Pane e nutella

Francesco: – Comincio a scrivere con un buon caffè. Poi, man mano che la penna procede, si aggiunge del vino, a volte pane e nutella, molto spesso della frutta. Niente di pesante, però. Ho il sonno facile.

Angie: – Vai spesso a pranzo/cena fuori, se si’ che tipo di locale prediligi? Francesco: – Sono da pizzeria. Quando ho siglato con Fazi il contratto per il mio romanzo, ho festeggiato in pizzeria con pizza e champagne, bruciando i miei risparmi. La gente guardava me e la mia ragazza come fossimo da internare.

Angie: – L’ultimo libro che hai letto? Francesco: - “L’isola della sacerdotessa dell’amore” di Christopher Moore e “Il nostro agente all’Avana” di Graham Greene.

Angie: – Hobby? Francesco: – Scrivere e leggere. Detta così sembra che abbia una vita monotona. E forse ce l’ho, tutto sommato.

Angie: – Se fossi un personaggio mitologico chi saresti?

Ataru Moroboshi e Lamù

Ataru Moroboshi e Lamù

Francesco: – Ataru Moroboshi, il ragazzo di Lamù, un cartone animato della mia generazione. A modo suo è mitologico anche lui.

Angie: – Qual è il sogno più grande? Francesco: – Vivere a Parigi, una città che amo. Comunicare sarà difficile, visto  che al massimo so dire “Sandwich à la saucisse italienne” oppure “eau en caraffe”. Ma vuoi mettere il panorama?

Angie: – Oggi si parla di federalismo. Secondo te, esiste anche in cucina? Francesco: – I milanesi (vivo a Milano) pare apprezzino molto la cucina pugliese, la mia. E usano una delizia come la burrata su pasta, pizza, verdure. Mi sa tanto che il federalismo è una tara politica già superata nei fatti.

Angie: – Dopo la cucina italiana, c’e’ ne qualcuna internazionale che preferisci? Se si’, quale? Francesco: – Quella spagnola. Io vivrei di chorizos, patatas bravas, pinchos, pata

Cava Spagnolo

Cava Spagnolo

negra e pernil in generale. E adoro bere Cava, il loro vino frizzante.

Angie: – Se tu dovessi abbinare una pietanza a ogni personaggio del tuo romanzo, quali sceglieresti? Francesco: – Fabio è un’arrabbiata mentre Romina una banana flambè.

Angie: – Quale personaggio del tuo libro potrebbe essere “la mela proibita”? Francesco: – Romina vorrebbe essere la mela proibita di Fabio ma per una serie di ragioni non lo sarà mai.

Angie: – Prova a descrivere il tuo romanzo – o parti di esso – con metafore culinarie, tipo “nutrimento dell’anima”. Francesco: – Si legge velocemente e ci si stacca a fatica. Per cui direi un libro di cui fare indigestione. Una posizione scomoda è come le patate fritte

...una posizione scomoda è come le patate fritte...

…una posizione scomoda è come le patate fritte…

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Angie: – Se tu dovessi scegliere uno scaffale di supermercato (o altro negozio simile), dove immagineresti collocato il tuo libro? E perché? Francesco: – Tra un Amarone e una tavoletta di cioccolata Lindt.

Angie: – Se dovessi riassumere la tua filosofia di vita? Francesco: – Guarda solo al traguardo e non badare agli ostacoli.

Angie: – in conclusione, una tua ricetta per i miei lettori. Francesco: – Una delle porcherie che più mi consolano quando ho bisogno di affetto culinario: Involtini speck e mozzarella: prendi una bella mozzarella fiordilatte (per una persona come me bastano 250 g), la tagli a bastoncini belli grossi (ne ricavi tipo 6/8).

Involtini di speck e mozzarella

Involtini di speck e mozzarella

Su ogni bastoncino ci metti una strisciolina di peperoncino fresco (o qualche goccia di tabasco) e poi ci avvolgi attorno una generosa fetta di speck.

In forno bello caldo (180°) per un paio di minuti e finisci col grill per far la crosticina. Ne mangerei mille.

Una posizione scomoda
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autore: Francesco Muzzopappa
titolo: Una posizione scomoda
collana: le meraviglie
pagine: 221
codice isbn: 978-88-6411-8130
data pubblicazione: 21/03/2013
prezzo in libreria: € 14,50

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