Chi non conosce Gigi Di Fiore?? Giornalista professionista dal 1985, si occupa soprattutto di cronaca giudiziaria e di argomenti legati alla sicurezza. Per tredici anni cronista di giudiziaria in cronaca di Napoli de Il Mattino, è inviato speciale dal 1994 (direzione Sergio Zavoli).
Ha lavorato a Napolioggi, Napolinotte, il Giornale di Napoli, il Giornale di Montanelli, il Mattino.
Gigi Di Fiore
(Premio Saint-Vincent per il giornalismo 2001). Ha pubblicato con successo diversi saggi, tra cui I vinti del Risorgimento (2004), La camorra e le sue storie (2005), Controstoria dell’Unità d’Italia (Rizzoli 2007) e L’impero (Rizzoli 2008).
Controstoria della liberazione è del 2012 edito da Rizzoli, un salto nella storia contemporanea dove ci racconta le stragi e i crimini dimenticati degli Alleati nel sud d’Italia. Dopo le analisi sulle distorsioni e i misfatti del Risorgimento, dopo i testi sulla criminalità organizzata, l’interesse storico del giornalista e scrittore napoletano si sposta su anni più recenti: quelli della Liberazione-Resistenza.
Controstoria della liberazione
Nel 2013 saranno trascorsi 70 anni da quel fatidico 1943 e sicuramente gli anniversari-celebrazioni si moltiplicheranno, e lui, come è tradizione delle sue ricerche, anticipa tutti e, con una grande riflessione verso il Sud ricostruendo vicende scomode legate alla Liberazione alleata e, soprattutto, analizza le eredità buie lasciate nel sud dell’Italia repubblicana riunito di nuovo con il nord.
Per maggiori informazioni e dettagli sulla sua attività giornalistica e letteraria vi rimando alla sua pagina su Wikipedia
Angie: – Tu ti occupi soprattutto di camorra, sei uno dei più preparati sull’argomento, mai ricevuto minacce, per i tuoi scritti?
Gigi: – Avvertimenti, mai minacce. Erano altri tempi, ne avvisavo chi doveva saperlo e andavo avanti. Magari sorridendone.
Angie: – Cosa ne pensi del fatto che nell’ultimo periodo sono state realizzate pubblicazioni inerenti a quest’argomento, parlo di Saviano, di Bruno De Stefano con la sua ultima pubblicazione su Siani, e di Pino Imperatore, e Marco Ciriello che affrontano l’argomento in maniera ironica e divertente?
Gigi: – L’ironia aiuta a volte a capire meglio realtà tragiche. Vanno bene tutti i generi di pubblicazione, se servono a creare repulsione e distanza nei confronti dell’arroganza criminale.
Angie: – E del fervore culturale in una città come Napoli, tanti narratori, scrittori, giornalisti, per una volta tanto non parliamo solo di camorra ed immondizia, cosa ne pensi?
Gigi: – Una città non può significare il ghetto di un genere, o di un solo argomento ispiratore di creatività. Insomma, Napoli ha mille facce da raccontare, tanti spunti per interpretazioni e trasfigurazioni artistiche.
Francesco II di Borbone, goloso di lasagne
Angie: – Ti dedichi anche alle ricerche storiche sul risorgimento ed hai realizzato diverse pubblicazioni, ti sei mai interessato anche della gastronomia di quel periodo?
Gigi: – No, mai. Però Francesco II di Borbone, ultimo re delle Due Sicilie, era assai goloso di lasagne tanto che il padre, Ferdinando II, lo chiamava anche Lasa.
Angie: – Quanto conta una buona alimentazione per il tuo lavoro?
Gigi: – Molto. Sarebbe sempre preferibile potersi nutrire in maniera sana e negli stessi orari. Purtroppo, non sempre è possibile.
Angie: – Nel lavoro che svolgi ti sei mai ispirata/o a qualcosa di gastronomico?
Gigi: – No, ma considero il cibo e la gastronomia espressioni importante di creatività e inventiva umana. Una forma d’arte, nella preparazione (tecnica) e presentazione (estetica).
Angie: – Cosa significa per te mangiar bene
Gigi: – Godere di uno dei piaceri della vita, soprattutto se si è in compagnia.
Angie: – Le tue esperienze artistiche e lavorative?
Gigi: – Sono diverse. Libri, partecipazioni a trasmissioni televisive e radiofoniche, articoli, conferenze. Sarebbe lungo e noioso elencare tutto. C’è già Google per questo.
Gigi Di Fiore
Angie: – Hai un ristorante o un locale dove preferisci andare a mangiare? Se sì, dove?
Gigi: – Ne ho diversi. Di solito, amo andare a mangiare in locali dove chi li gestisce diventa amico, conoscente, per sentirmi sempre a casa.
Angie: – Ti piace invitare amici a cena o a pranzo, o sei più spesso invitato??
Gigi: – Sono più spesso invitato.
Angie: – Sei mai stata/o a dieta?
Gigi: – No, mai stato a dieta. Comunque, cerco di non abusare mai a tavola. Tutti i piaceri devono essere assaporati senza eccedere, per goderne in pieno e poterne ripetere il godimento.
Angie: – Meglio carne o pesce?
Gigi: – Pesce, mi piace cucinato in tutti i modi. Di carne ne mangio poca.
Crema Catalana
Angie: – Se fossi un dolce, quale saresti?
Gigi: – Crema catalana, la adoro.
Angie: – Vino, ed in quale ti identifichi caratterialmente??
Gigi: – Nell’Aglianico. Bevo solo vino rosso, forse è un vezzo, ma di certo è quello che soddisfa di più le mie papille gustative.
Angie: – Il tuo punto debole
Gigi: – I dolci, non riesco a farne a meno.
Angie: – Nel tuo frigo che cosa non manca mai, e nella dispensa?
Gigi: – Budini e yogurt, ma anche verdure.
Angie: – L’aspetto che più ti attira del fare da mangiare e se c’è un piatto che ti piace cucinare di più in assoluto?
Gigi: – Non sono proprio bravo a cucinare, anzi direi che sono negato. E’ uno dei miei tanti limiti.
Angie: – E quello che ti piace mangiare?
Gigi: – Mangio con piacere pesce.
Angie: – Come ti definiresti a tavola?
Gigi: – Un moderato amante della buona tavola, specie se in un ambiente gradevole e in compagnia.
Caffè, latte e biscotti
Angie: – La colazione ideale e quella che invece normalmente fai
Gigi: – Le due cose coincidono: latte e caffè, biscotti, yogurt.
Angie: – La cucina e’ fatta anche di profumi, essenze, odori, ne hai uno preferito?
Gigi: – Mi piace molto l’odore della menta e della cannella, oltre che quello dei mandarini.
Angie: – Limone o aceto?
Gigi: – Aceto.
Angie: – Non puoi vivere senza…
Gigi: – Un buon bicchiere di rosso in compagnia.
Angie: – Hai mai conquistato qualcuno cucinando??
Gigi: – Oggi va di moda l’uomo che cucina e invita una donna a cena. Io sono fuori moda, forse. Adoro, però, cenare con una donna da soli. Avvicina, anticipa discorsi, a volte è anche situazione seduttiva.
Angie: – La verve letteraria, lo stimolo per incominciare a raccontare, avviene a pancia piena o a digiuno?
Gigi: – A pancia moderatamente piena.
Angie: – Preferisci di più il dolce o il salato quando sei preso dal tuo lavoro?
Gigi: – Dolce, sempre dolce.
Angie: Ci avviciniamo al Natale, un piatto che ricorda i tuoi natali?
Linguine alle vongole
Gigi: Linguine con le vongole
Angie: – Hai qualche episodio legato al cibo da raccontare? O una cosa carina e particolare che ti è successa?
Gigi: – Ad una cena tra amici, la padrona di casa riuscì a far cadere a terra due portate fondamentali. Ne ridemmo tutti e ci accontentammo del primo.
Angie: – Vai spesso a pranzo/cena fuori, se si’ che tipo di locale prediligi?
Gigi: – Sì, vado spesso fuori. Ho diversi locali, dalle pizzerie a quelli che cucinano pesce.
Angie: – L’ultimo libro che hai letto?
Gigi: – L’albergo delle donne tristi di Marcela Serrano e Nevica e ho le prove di Franco Arminio. Leggo sempre due libri contemporaneamente. Narrativa e saggistica, non fa differenza. Ho letto, con gli ultimi due, in una sola sera anche il nuovo libro di Pino Aprile Non più terroni.
Angie: – Il pezzo musicale che mette in moto i succhi gastrici…
Gigi: – Pezzi blues, soprattutto.
Angie: – Hobby?
Gigi: – Lettura, cinema, andare in bici sul lungomare e scrivere, scrivere, scrivere. Vivo di parole scritte, ma a volte sono anche il mio hobby. Ho tanti scritti, racconti e romanzi, finiti e chiusi nel cassetto. Molti sono il risultato di una necessità terapeutica per il mio spirito vagante, un vero e proprio hobby.
Angie: – Se fossi un personaggi mitologico chi saresti?
Dioniso – Caravaggio
Gigi: – Senza dubbio Dionisio, nella lettura che ne fa Nietzche.
Angie: – Qual è il sogno più grande?
Gigi: – Sogno spesso di volare, muovendo le braccia. Forse è la mia vera aspirazione. Per ora, mi accontento di volare con la mente.
Angie: – Cosa ti dicono più spesso?
Gigi: – Mi dicono di tutto e accetto sempre confrontarmi su di me. Non mi conosco abbastanza, gli altri mi aiutano a farlo.
Angie: – Ti fidanzeresti con una cuoco/a?
Gigi: – Perchè no, ma che non sia ossessionata dalla cucina.
Angie: – Un piatto della tua infanzia
dolce di pavesini della nonna
Gigi: – Ricordo la crema di mia nonna. Ricetta semplice e rapida: Pavesini, liquore, amarena, crema bianca, crema a cioccolato, cannella.
Angie: – C’è un piatto che non hai mai provato e che vorresti assaggiare?
Gigi: – Piatti orientali, ma non so dire quali.
Angie: – Oggi si parla di federalismo. Secondo te, esiste anche in cucina?
Gigi: – Esistono ricette diverse nelle varie regioni italiane. E’ un bene che vi sia diversità su questo. E’ sintomo di vivacità culturale.
Angie: – Quale piatto eleggeresti come simbolo dei 150 anni dell’Unità d’Italia?
Gigi: – Senza dubbio la pizza.
Angie: – Dopo la cucina italiana, c’è n’è qualcuna internazionale che preferisci? Se sì, quale?
Gigi: – Mangio spesso nei ristoranti giapponesi. Mi piace il pesce crudo.
cucina giapponese
Angie: – A quali altri progetti ti stai dedicando in questo periodo?
Gigi: – Sto lavorando all’edizione BUR-Rizzoli, la collana dei tascabili, del mio ultimo libro Rizzoli “Controstoria della liberazione, le stragi e i crimini dimenticati degli alleati nell’Italia del sud”. Sarà pubblicato per marzo.
Angie: – Come definiresti il tuo carattere, da un punto di vista prettamente gastronomico?
Gigi: – Nu babà.
Babà al rum
Angie: – A che piatto paragoneresti Berlusconi, Di Pietro, Mario Monti?
Gigi: – Il primo alla genovese con le cipolle (indigesta), il secondo alle alici fritte (gradevoli, ma troppe stufano), il terzo al polpettone ripieno (un po’ pesante).
Angie: – La cucina ti ha mai tradito?
Gigi: – Ho avuto diverse indigestioni, sì.
Angie: – Se dovessi riassumere la tua filosofia di vita?
Gigi: – Coerenza nei comportamenti, apertura nelle idee, tolleranza, disponibilità a nutrire la mia anima senza preclusioni. E poi, evitare di far del male agli altri. Non capisco il carrierismo, il cinismo nei rapporti di lavoro e d’amore.
Angie: – in conclusione, una tua ricetta per i miei lettori
Gigi: – Una ricetta slow food del mio amato Cilento: patata lessa, condita con sale e olio cilentano. Magari di Pisciotta o di San Mauro Cilento.
Angie: – classica domanda alla Marzullo: Fatti una domanda e datti una risposta.
Gigi: – Perchè hai accettato quest’intervista? Perchè mi diverte sempre ogni cosa nuova, se non offende me e gli altri.