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Intervista Gastronomica a Marcello Simoni

Da Anginapectoris @anginapectoris
Intervista Gastronomica a Marcello Simoni

Marcello Simoni

Marcello Simoni nasce aComacchio il 27 giugno 1975.
Laureato in Lettere, ex archeologo e ricercatore storico svolge ora la professione di bibliotecario. Ha all’attivo diverse pubblicazioni di etruscologia, storia e agiografia.
Il Mercante di Libri Maledetti – Edizioni Newton Compton, è il suo primo romanzo, sulla scia del genere fantastorico attualmente in voga, tra “Il Nome della Rosa” di Eco e il “Codice Da Vinci” di Dan Brown, la stessa fantascienza di Evangelisti, particolarmente suggestivo e di forte audience per gli amanti della lettura, giustamente sollecitati da certo benefico ritorno alla scrittura come mistero, reinventato in chiave moderna, su sfondi storici reimmaginati.

Intervista Gastronomica a Marcello Simoni

Il Mercante di Libri Maledetti

Ha partecipato all’antologia365 racconti horror per un anno a cura di Franco Forte (2011). Altri suoi racconti sono usciti per la rivista letteraria Writers Magazine Italia e scrive saltuariamente per la e-zineCarmilla on lineIl mercante di libri maledetti gli è valso il premio “What’s up Giovani Talenti 2011”, il premio “Emilio Salgari 2012″ e il premio“Selezione Bancarella 2012″. Verrà tradotto e pubblicato all’estero in oltre dieci Paesi.
Ignazio da Toledo è un uomo troppo inquieto per accontentarsi di “vivere” in un solo romanzo , e sicuramente, questo lascia presagire un seguito del libro e l’inizio di una intrigante saga che ha ottenuto un grande successo entrando di prepotenza nella top ten dei libri più venduti
C’è chi parla di caso letterario, chi va a a rispolverare “Il nome della rosa” per paragonarlo a qualcosa di altrettanto valido ma, fatto sta che Marcello Simoni piace alla critica e al grande pubblico. Per approfondimenti, sui suoi romanzi, vi invito a leggere l’intervista che ha rilasciato a a gli amici di Horror.it.

Angie: – Quanto conta una buona alimentazione per il tuo lavoro?
Marcello: – Tantissimo, anche perché mangiare bene mi mette di buon umore.

Angie: – Nel lavoro che svolgi ti sei mai ispirato a qualcosa di gastronomico?
Marcello: – Più che a fissarmi su un cibo in particolare o su un’idea gastronomica mi affascina il tema del banchetto, dove oltre a mangiare i commensali si confrontano tra loro in duelli verbali. Nei miei prossimi lavori ci sarà qualcosa al riguardo…

Angie: – Cosa significa per te mangiar bene.
Marcello: – Non sono un amante dei piatti troppo elaborati. Per me magiar bene significa essenzialmente divertirsi e trascorrere momenti distensivi. Perciò potrei passare da una birra con pizza a una fiorentina al sangue accompagnata da un buon rosso. Ma sono anche un patito di “schifezze”.

Angie: – Hai un ristorante o un locale dove preferisci andare a mangiare? Se sì, dove?
 

Intervista Gastronomica a Marcello Simoni

Birra Belga

Marcello: – I ristoranti troppo chicmi mettono a disagio, li trovo stressanti. Preferisco un locale dove possa mettermi comodo, rilassarmi, e mangiare le patatine fritte prendendole con le dita. Magari una trattoria, una brasserie o una pizzeria rifornita di birra belga… (di cui sono golosa anche io…) Naturalmente l’atmosfera non basta, l’aspetto“cucina” è fondamentale. Se chiedo penne all’arrabbiata e mi servono pasta scotta con poco peperoncino, di sicuro non mi vedranno mai più. Fosse anche il locale più bello del mondo.

Angie: – Sei mai stato a dieta?
Marcello: – Più che mettermi a dieta, cerco periodicamente di rimettermi in carreggiata.

Angie: – Meglio carne o pesce?
Marcello: – Vivo in una località di mare e amo i piatti a base di pesce… Ma alla carne non so mai dire di no!

Intervista Gastronomica a Marcello Simoni

Tenerina al cioccolato fondente

Angie: – Se fossi un dolce, quale saresti?
Marcello: – Una tenerina al cioccolato fondente extra strong.

Angie: – Vino?
Marcello: – Assolutamente rosso.

Angie: – Nel tuo frigo che cosa non manca mai, e nella dispensa?
Marcello: – Qualcosa di dolce. Qualcosa da sgranocchiare.

Angie: – L’aspetto che più ti attira del fare da mangiare e se c’è un piatto che ti piace cucinare di più in assoluto?
Marcello: – Ai fornelli me la cavo malissimo, non riesco a spingermi più in là di un piatto di pasta in bianco. Per fortuna la mia compagna è un’ottima cuoca, e se è in vena di viziarmi sa bene che non resisto alle lasagne al forno, agli gnocchi in sugo rosso e al pane frattau.

Angie: – La colazione ideale e quella che invece normalmente fai.
Marcello: – Cappuccino e pasta. Se sono in viaggio aggiungo una spremuta d’arancia.

Intervista Gastronomica a Marcello Simoni

Noce Moscata

Angie: – La cucina è fatta anche di profumi, essenze, odori, ne hai uno preferito?
Marcello: – La noce moscata.

Angie: – Limone o aceto?
Marcello: – Limone. L’aceto non lo sopporto.

Angie: – Esiste un legame tra cucina e sensualità? Che cosa secondo te conta di più nel sedurre una donna? Una buona cena, o anche il saper cucinare.
Marcello: – Spero la prima, dal momento che sono un pessimo cuoco… Senz’altro mangiare insieme rafforza la complicità fra due persone (mi viene in mente al riguardo un capitolo di Sotto il sole giaguaro di Italo Calvino) e condividere sapori può giocare un ruolo importante nella seduzione. Ma l’autentico potere della seduzione, a mio avviso, scaturisce dalla personalità e dal modo di porsi. Se abbiamo qualcosa di interessante da dire, non lasciamo che parli soltanto il cibo…

Angie: – Il pezzo musicale che mette in moto i succhi gastrici.
Marcello: – Sto pensando a qualcosa di Tito & Tarantula…

Angie: – Un piatto della tua infanzia.
Marcello: – La zuppa inglese della nonna.

Intervista Gastronomica a Marcello Simoni

Zuppa Inglese

Angie: – Oggi si parla di federalismo. Secondo te, esiste anche in cucina?
Marcello: – La politica fa già abbastanza danni entro le sue sfere di competenza. Evitiamo di farla entrare anche in cucina… Di certo esistono “menù territoriali” che valorizzano gli aspetti culinario-culturali di moltissime zone d’Italia, contribuendo a renderle uniche e a fondere determinati sapori alle peculiarità delle singole regioni. D’altro canto si assiste anche a scambi e a “fusioni”, che ci possono portare ad esperienze altrettanto appaganti.

Intervista Gastronomica a Marcello Simoni

cucina giapponese

Angie: – Dopo la cucina italiana, ce n’è qualcuna internazionale che preferisci? Se sì, quale?
Marcello: – Adoro la cucina giapponese. Sfiziosa e divertente.

Angie: – Come definiresti il tuo carattere, da un punto di vista prettamente gastronomico?
Marcello: – Croccante fuori e morbido dentro. O forse era il contrario?

Angie: – A che piatto paragoneresti Berlusconi, Di Pietro, Mario Monti?

Marcello: – Non saprei, mi è passato l’appetito…o che ti piace cucinare di più in assoluto?

Marcello: – Ai fornelli me la cavo malissimo, non riesco a spingermi più in là di un piatto di pasta in bianco. Per fortuna la mia compagna è un’ottima cuoca, e se è in vena di viziarmi sa bene che non resisto alle lasagne al forno, agli gnocchi in sugo rosso e al pane frattau.

Angie: – La colazione ideale e quella che invece normalmente fai.
Marcello: – Cappuccino e pasta. Se sono in viaggio aggiungo una spremuta d’arancia.

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Noce Moscata

Angie: – La cucina è fatta anche di profumi, essenze, odori, ne hai uno preferito?
Marcello: – La noce moscata.

Angie: – Limone o aceto?
Marcello: – Limone. L’aceto non lo sopporto.

Angie: – Esiste un legame tra cucina e sensualità? Che cosa secondo te conta di più nel sedurre una donna? Una buona cena, o anche il saper cucinare.
Marcello: – Spero la prima, dal momento che sono un pessimo cuoco… Senz’altro mangiare insieme rafforza la complicità fra due persone (mi viene in mente al riguardo un capitolo di Sotto il sole giaguaro di Italo Calvino) e condividere sapori può giocare un ruolo importante nella seduzione. Ma l’autentico potere della seduzione, a mio avviso, scaturisce dalla personalità e dal modo di porsi. Se abbiamo qualcosa di interessante da dire, non lasciamo che parli soltanto il cibo…

Angie: – Il pezzo musicale che mette in moto i succhi gastrici.
Marcello: – Sto pensando a qualcosa di Tito & Tarantula…

Angie: – Un piatto della tua infanzia.
Marcello: – La zuppa inglese della nonna.

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Zuppa Inglese

Angie: – Oggi si parla di federalismo. Secondo te, esiste anche in cucina?
Marcello: – La politica fa già abbastanza danni entro le sue sfere di competenza. Evitiamo di farla entrare anche in cucina… Di certo esistono “menù territoriali” che valorizzano gli aspetti culinario-culturali di moltissime zone d’Italia, contribuendo a renderle uniche e a fondere determinati sapori alle peculiarità delle singole regioni. D’altro canto si assiste anche a scambi e a “fusioni”, che ci possono portare ad esperienze altrettanto appaganti.

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cucina giapponese

Angie: – Dopo la cucina italiana, ce n’è qualcuna internazionale che preferisci? Se sì, quale?
Marcello: – Adoro la cucina giapponese. Sfiziosa e divertente.

Angie: – Come definiresti il tuo carattere, da un punto di vista prettamente gastronomico?
Marcello: – Croccante fuori e morbido dentro. O forse era il contrario?

Angie: – A che piatto paragoneresti Berlusconi, Di Pietro, Mario Monti?
Marcello: – Non saprei, mi è passato l’appetito…


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