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Intervista: Sophie Kinsella

Creato il 13 aprile 2015 da Spaginando @Spaginando
Intervista: Sophie KinsellaL’esistenza di Madeleine Wickham, ex giornalista finanziaria e scrittrice inglese, è cambiata radicalmente quando nel lontano 2000 pubblicò “The Secret Dreamworld of a Shopaholic”, creando il personaggio di Rebecca Bloomwood e firmando la sua prima opera “chick lit” con lo pseudonimo di Sophie Kinsella. Opera che ha dato vita ad una serie di titoli dal successo mondiale e che nel 2009 è approdata sul grande schermo con Isla Fischer nei panni della protagonista. Ad oggi Sophie Kinsella ha firmato 18 romanzi di successo – di cui sette con il suo vero nome – vive a Londra con i suoi cinque figli e il marito, Henry.
Intervista: Sophie KinsellaIn attesa della prossima avventura di Becky, Sophie Kinsella ha annunciato che tornerà nelle librerie italiane nel giugno 2015 con un romanzo young-adult intitolato “Finding Audrey”, una commedia, avente come protagonista una ragazzina di quattordici anni, che miscela il romanticismo con il delicato tema del recupero psicologico.
Finding Audrey è il mio primo romanzo young-adult e scriverlo mi è piaciuto molto. Audrey è già diventata una migliore amica per me e piacerà anche a voi.”- Sophie
Hai venduto più di 20 milioni di copie. In Italia la casta degli scrittori impegnati ti avrebbe già lapidata, poiché sostiene che se riscuoti successo scrivendo romanzi leggeri non puoi definirti un “vero” scrittore, uno di “sostanza”. Come ti trattano in patria?Bene. Non esistono livelli alti e bassi di scrittura. Noi scrittori siamo tutti in fila, ci guardiamo e ci giudichiamo accomodati sullo stesso gradino. E se noto qualcuno che mi guarda dall’alto in basso, io mi convinco che stia osservando le mie scarpe.
Quanto è difficile, una volta raggiunta la popolarità, non lasciarsi travolgere dall’onda mediatica?
Personalmente cerco di non guardare i commenti in rete. In passato avevo un forum ma ho esplicitamente chiesto ai fan di non commentare più in corso d’opera per non distrarmi dalla mia visione d’insieme. Apprezzo maggiormente l’impressione generale - positiva o negativa che sia - a pubblicazione avvenuta.
Numerose sono le tue pubblicazioni: il romanzo che ti ha più divertita e il personaggio nel quale ti riconosci maggiormente?
Ѐ come parlare di figli: non posso scegliere. Probabilmente il più esilarante dei miei romanzi è il primo che ho pubblicato sotto pseudonimo, “I love shopping”. Grazie ad esso ho trovato una nuova voce, quella della protagonista Becky Bloomwood: è stata per me una sorta di migliore amica, una esplosione di comicità fino ad allora nascosta in me. Grazie a lei sono stata onesta e diretta.
Inoltre, devo fare una confessione: come Becky adoro fare shopping, perdo la testa di fronte alla vetrina di un bel negozio e se vedo una cosa che mi piace non resisto e la compro. Forse ho solo più controllo rispetto a lei... Ma solo forse, eh.Ad ogni modo un po’ tutte le protagoniste hanno una parte di me, con loro emergono tratti più o meno radicati della mia personalità: ossessiva, dinamica, ironica, frizzante… Ogni romanzo è, in un certo senso, autobiografico, senza dimenticare la fondamentale componente di finzione delle mie commedie.
Cosa pensi della trasposizione cinematografica di “I love shopping”? 
Voglio essere sincera: la Becky del film - senza nulla togliere alla meravigliosa e divertentissima Isla Fisher - non è la mia Becky, ma credo sia dovuto ad una inevitabile separazione tra le due dimensioni, letteraria e cinematografica.
Non temi che un inno allo shopping in tempi di grave crisi economica possa essere frainteso?
In realtà, faccio un chiaro riferimento alla crisi economica in “I love mini shopping”: vi sono molte banche fallite e Becky cerca - invano - di ridimensionare la sua ossessione per l’acquisto. Nei miei romanzi non istigo i lettori allo shopping ossessivo-compulsivo, anzi… Becky paga sempre le conseguenze delle sue azioni. Lei per me è un affresco della situazione mondiale contemporanea. Lo shopping è quindi una scusa per descrivere altro: nel libro c’è anche la storia di una famiglia, dei problemi di una ragazza che lavora... Becky è una donna molto leale, generosa, in lei ci sono tante buone qualità: non è giusto ricordarla unicamente come quella ossessionata per le compere.
Il trend letterario del momento è il romanzo erotico. Hai mai pensato ad una svolta letteraria in chiave sexy? Becky abbandona l'ossessione per lo shopping e abbraccia quella sensuale.
No, non accadrà. Ci vuole del talento per scrivere cose piccanti e io conosco bene i miei limiti. Per me less is more, il meno è più. Non mi piace chi spiattella, chi dà troppi dettagli e sembra quasi disegnare con le parole ogni singola parte del corpo. Io preferisco le allusioni velate alla descrizione grafica degli orifizi!
I tuoi romanzi parlano di donne. Hai mai pensato di scrivere una storia che abbia come protagonista un uomo?A dire il vero ci ho pensato, tuttavia mi domando se sarei realmente in grado di calarmi nei panni - e nella mente - di un uomo... Io scrivo delle donne, dell’universo femminile in tutte le sue sfaccettature ed in modo istintivo, schietto, in quanto donna. Non so davvero come riuscirei ad adottare la prospettiva di un uomo.
Dai tuoi libri emergono diverse idiosincrasie tipicamente americane, come la repulsione per il cibo spazzatura che conduce poi ad una ossessione salutista. Qual è la reazione dei lettori americani?In realtà è molto positiva: la gente segue questi stili di vita e al contempo ride di tali follie! (Tra l’altro durante il tour promozionale di “I love shopping a Hollywood” ho incontrato molte persone dedite al cibo biologico e mi è venuta voglia di provarlo!).
Come nascono i libri pre-Sophie Kinsella, firmati Madeleine Wickham?Avevo solo 24 anni e non volevo scrivere, come tanti alle prime armi, un’autobiografia. Nel tentativo di dimostrare quanto valessi e aspirassi a diventare romanziere mi sono concentrata su ciò che corrispondeva al mio esatto opposto, vale a dire persone anziane e problemi seri. Il tempo e la maturità personale e professionale mi hanno concesso un atteggiamento più rilassato nei confronti della scrittura.
Sei un'autrice molto prolifica. Hai mai avuto uno di quei blocchi creativi tipici degli scrittori?Qualche volta capita che sia seduta davanti al computer e non sappia da che parte andare con una storia e allora esco, vado a fare shopping o, se proprio sono alle brutte, io e mio marito usciamo e ci facciamo una brocca di mojito. La creatività torna all’istante!
Chi è la prima persona a cui fai leggere i tuoi libri?Mio marito. Lui ha il mio stesso senso dell’umorismo e ha una risata omerica, per cui ci siamo assestati da anni su questo metodo: lui si chiude in camera col libro e io l’aspetto fuori dalla porta, passeggiando nervosamente per il corridoio. Quando sento che ride, vuol dire che il libro funziona.
Hai cinque figli: come armonizzi lavoro e vita privata?Ѐ un turbinio, anche se in realtà il lavoro di scrittrice consente una flessibilità maggiore di altri. Le difficoltà aumentano quando sono molto impegnata nella promozione o nella fase iniziale di elaborazione degli scritti - ad esempio, penso “Becky potrebbe fare questo…” e brucio tutto in cucina!- ma posso contare sul valido aiuto di mio marito Henry, della babysitter e dei miei figli maggiori.
Cosa ti piace leggere?Sono onnivora, adoro Jane Austen ma ho scoperto ultimamente P.G. Wodehouse e sto recuperando il tempo perso. Ma quando voglio proprio riservarmi un trattamento di riguardo... beh, mi rileggo Agatha Cristie.
La tematica “saldi” è ricorrente nei tuoi romanzi. Cosa non è mai in saldo nella vita? Noi stesse. Il nostro tempo, il nostro amore, i nostri legami. Non dobbiamo mai dimenticarci di darci un valore, di trattarci come persone preziose e non svenderci mai. Non siamo mai sottocosto.
Sito ufficiale: www.sophiekinsella.co.uk

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