Sono felice di ospitare un’altra autrice conosciutissima: Theresa Melville.
Di seguito posto le domande che le ho fatto:
1) Hai scelto come nom de plume Theresa Melville. Come mai?
Anzitutto ti ringrazio, Evelyn, per l’opportunità di presentare il mio lavoro su Evelynstormworld.
Ho scelto lo pseudonimo Theresa Melville a testimonianza della mia ammirazione per l’immenso Melville e per il suo Moby Dick, un romanzo che ha segnato il mio percorso di scrittrice. Nel 1994, quasi per scommessa inclusi il nome di Theresa Melville tra i cinque che proposi per il mio esordio in Mondadori, certa che non sarebbe stato scelto proprio a causa del palese riferimento. Andò diversamente e ne fui felicissima. A vent’anni da allora posso dire che, tra i tanti pseudonimi adottati, Theresa Melville è quello che più mi rappresenta.
2) Sei stata cronista sportiva, copywriter e responsabile del settore comunicazione della Yves Saint Laurent Italia, ma hai definito la scrittura il tuo obiettivo principale, la professione più voluta. E ancora così?
Più che mai così. La Scrittura è una delle mie priorità; è la mia professione, ma influisce molto anche nel privato. Rappresenta un traguardo in continuo movimento, ora come ai tempi della mia primavera di autrice. Lavorare in diversi ambiti della scrittura mi è servito per accumulare esperienza e prepararmi ad affrontare la narrativa. Occuparmi di giornalismo, dirigere l’ufficio stampa e le pubbliche relazioni di una grossa multinazionale della moda e viaggiare spesso, tutto ciò ha significato costruire solidi supporti per la mia creatività.
3) Come sei arrivata a pubblicare con editori importanti?
Come spesso accade in questi casi, diversi fattori hanno concorso al raggiungimento dello scopo, ma alla base c’era l’ostinata volontà di vivere del mio lavoro. Non ho collaborato solo con editori importanti. Ho accettato compromessi pur di pubblicare; mi riferisco agli erotici estremi dei miei esordi, romanzi che non mi entusiasmavano, pur costituendo un’ottima palestra di scrittura. La svolta avvenne grazie alla Curcio. Il primo contratto, negli anni ottanta, me lo procurai chiamando il numero di telefono riportato sul colophon di un romanzo Bluemoon. Telefonai per sapere se accettavano manoscritti in visione; la redattrice mi chiese di raccontarle la trama del romanzo che intendevo proporre e, poiché un soggetto pronto non lo avevo, lo inventai sul momento. Da quel soggetto sviluppai il mio primo Bluemoon.
In Mondadori arrivai nel 1994 con una discreta esperienza nel rosa e nell’erotico. Un collega mi indirizzò all’agenzia Grandi e Associati che cercava autrici per una nuova collana di romance storici. Mandai due sinossi che vennero accettate. Da allora, per vent’anni, ho pubblicato nelle collane da edicola Mondadori.
4) Qual è il bilancio fino a questo momento?
Mi risulta difficile fare bilanci; mi pare non sia mai il momento giusto, perché sono costantemente tesa verso il nuovo. Molto positiva è la sensazione di aver acquisito consapevolezza del mio mestiere, tanto da poter fare a riguardo scelte azzardate e complesse. Tornando alla tua domanda, direi che il bilancio è in attivo, con prospettive interessanti.
5) Hai ancora un sogno nel cassetto in ambito letterario?
Vorrei che da un mio soggetto venisse tratto un film. Trovo esaltante l’idea di vedere i miei personaggi nei panni di attori che interagiscono sul set. Mi piacerebbe osservare gli sceneggiatori al lavoro, magari imparare nuove tecniche di scrittura.
6) Se dovessi consigliare alle autrici esordienti ed emergenti un percorso da seguire, quale sarebbe?
Consiglierei di non disperdere le energie, di prefiggersi un obiettivo alla volta, mi riferisco a un soggetto, e costruire su quello meticolosamente andando per gradi, facendo sinossi e scalette dei capitoli. Eseguire una scrupolosa disamina della trama per tradurla in scaletta, non è fatica sprecata: è la base della scrittura professionale. E poi ci sono le buone letture. Per gli autori, leggere non può, non deve, essere solo un piacevole svago. La lettura è uno strumento indispensabile per maturare lo stile e affinare le tecniche dello scrivere. A mio avviso, non esiste laboratorio di scrittura che valga quanto la ponderata lettura dei testi dei Maestri, quelli del passato quanto i contemporanei.
7) Parlaci della trilogia dei Tourangeau. Com’è nata l’idea e chi ti ha ispirato?
Mi ha ispirato un periodo storico che trovo particolarmente suggestivo, quello della Rivoluzione francese, e insieme l’idea di un personaggio femminile sfaccettato, non privo di contraddizioni. Cornélie Danterre de Tourangeau è una donna che agisce d’impulso e si tortura poi nel dubbio, volubile e avventata nelle scelte, la protagonista perfetta per una storia di grande respiro, per la saga che da sempre avevo in animo di scrivere. La trilogia è stata concepita fin dall’inizio nella sua interezza. Mi sono calata per oltre tre anni nel medesimo scenario, convivendo con i protagonisti come fossero miei compagni d’avventura. Scrivere la storia dei Tourangeau è stata l’esperienza più emozionante della mia carriera.
8) Negli ultimi anni ti stai dedicando al noir. Ci parli di questa tua produzione alternativa al romance?
E’ stato inevitabile, per me, dopo tanti anni trascorsi a scrivere di amori a lieto fine, passare a raccontare sentimenti diametralmente opposti, quelli che si condensano nel lato oscuro dell’animo umano. Per quanto si tenti di ignorarlo, relegandolo in remoti anfratti della mente, quel lato oscuro esiste in ciascuno di noi, e condiziona la nostra vita, si impadronisce delle sensazioni, le manipola, le cambia. Questa contaminazione è il fulcro de “L’amore obliquo”, il mio primo noir. Il romanzo non è al momento in vendita essendo in atto il cambio dell’editore, ma tornerà disponibile a breve. Una perversa, duplice valenza del rapporto amoroso impregna il mio racconto “Progetti per il futuro” edito da MilanoNera Ebook. La storia di Emma è dura, dolorosa; l’ho immaginata per dare voce alle tante vittime dei legami letali, donne che soccombono, logorandosi nella solitudine e nella vergogna.
Il passaggio dal romance al noir non è stato indolore. Mi sono trovata in difficoltà sul piano emotivo, perché scandagliare con distacco certe problematiche è quasi impossibile, e sul piano tecnico, in riferimento all’elaborazione di linguaggio e strutture narrative per me del tutto nuove. Un’operazione impegnativa, ma di sostanziale importanza per affinare tecnica e stile.
9) Il link di acquisto di un tuo romanzo.
Il link è quello di Amanti perduti, edito ne I Romanzi Classic Mondadori. Lo propongo come buon auspicio per un evento che potrebbe realizzarsi a breve: l’arrivo di Theresa Melville in libreria. Con questo concludo e ti ringrazio per l’ospitalità, carissima Evelyn, e mando un affettuoso abbraccio a te e alle lettrici.
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Grazie a te, Theresa.