INTUIZIONE E APPLICAZIONE: L’ETICA DEL LAVORO ARTIGIANO
14/02/2012 L’artista come artigiano potenziato: o meglio, artista e artigiano come due facce di una stessa medaglia, dal cui dialogo e dal cui confronto nasce quell’eccellenza che si traduce in differenza, in unicità, invantaggio competitivo. Ma una riflessione sull’eccellenza artigianale dell’Italia contemporanea, che restituisca una visione significativa di quelsaper-fare che rappresenta un vero giacimento culturale per il nostro paese[1], deve necessariamente porsi in relazione con le matriciintellettuali, culturali, tecniche e artistiche che ne costituiscono la base. E deve partire da una riflessione in merito alla rilevanza economica di questo mondo: “quattro milioni di piccole aziende, otto milioni di partite IVA rappresentano per il Paese un patrimonio di imprenditorialità. Ma se questi signori, da quando aprono bottega fino a sera, hanno la sensazione di lavorare ‘contro’, c’è qualcosa che non va”[2].Benché la crisi non le abbia risparmiate, e nonostante la grave crisi di rappresentatività che ormai da anni accompagna il lavoro dei maestri d’arte in Italia[3], le imprese artigiane costituiscono tuttora una rete capillare e interconnessa, su cui di fatto si basa il successo diun’economia incentrata su intuizione, impegno, sperimentazione e tradizione. Ma il problema del ricambio generazionale si fa sentire: pur in assenza di dati disaggregati si può dire che solo un 5% degli artigiani siano attualmente sotto la soglia dei 35 anni, mentre la presenza delle donne si attesta ancora intorno al 20%..............................'