Vi sarà di certo capitato, almeno una volta, di sfogliare un album fotografico, che sia stato uno di quelli classici, con la copertina rigida, le rilegature, le pagine appiccicose, o la capiente scheda SD che usate con la vostra fotocamera. Quello che c’è in comune è la sensazione del tempo che passa. E questa sensazione, nel tempo del web 2.0, è stata con prepotenza presa in carico dalla tecnica del time-lapse.
Cosa vuol dire? Tanto semplice quanto efficace ed espressiva. In parole povere, si tratta di serie di fotogrammi (o fotografie), acquisiti in sequenza, a intervalli regolari, spesso utilizzati per mostrare eventi atmosferici, o naturali, di cui “in tempo reale” si può avere percezione parziale, come ad esempio lo sbocciare di un fiore.
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In Rete capita di vedere, ormai sempre più spesso, video realizzati con questa “tecnica”, anche se in maniera molto più casalinga, e questi contributi sono stati ribattezzati “Photo a Day Video”, per la loro caratteristica di mettere una dopo l’altra una serie di autoscatti realizzati, un giorno dopo l’altro, per un certo periodo di tempo.
Un bell’esperimento è quello del filmmaker Anthony Cerniello, che in un suo cortometraggio, Danielle, ci mostra il viso di una donna su un fondale bianco, e la trasformazione che questo viso conosce, dall’infanzia alla vecchiaia. Il corto è stato realizzato grazie a un’idea brillante: scattare un gran numero di fotografie di una donna, la Danielle del titolo, e altre di cugine e parenti varie. Con l’animazione digitale, gli scatti sono stati organizzati in un montaggio continuo, e il risultato è un prodigioso invecchiamento in soli cinque minuti.
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