Biathlon, slittino, sci alpino e salto con gli sci: quattro discipline in cui, nel fine settimana appena trascorso, il Bel Paese ha ottenuto podi e vittorie. Senza dimenticare, nelle settimane passate, i trionfi dello short track, del pattinaggio artistico, dello snowboard e della combinata nordica, oltre che i podi di Roland Clara nello sci di fondo. Quante nazioni possono vantare la medesima competitività in così tanti sport invernali? Sicuramente Germania e Stati Uniti, mentre la Francia, seppur presente ai massimi livelli su più fronti, resta comunque dietro alla nazione tricolore. Insomma, l'Italia figura tra le prime tre grandi potenze mondiali negli sport invernali, tenendo presente che si può ulteriormente migliorare con bob (Simone Bertazzo tornerà presto nelle posizioni di vertice), curling (con le rappresentative giovanili che si sono aggiudicate gli Europei juniores, con relativa qualificazione ai Mondiali), speed skating (in crescita il giovane Mirko Nenzi) e freestyle (Bertoncini e Rosi sono due talenti su cui fare affidamento per il futuro, senza dimenticare Deborah Scanzio e Giacomo Matiz). L'unico settore in cui il Bel Paese realmente fatica ad emergere è quello dello skeleton, anche se da un paio di stagioni la strada intrapresa (valorizzazione dei vivai ed affidamento della nazionale all'americano Caleb Smith) appare finalmente quella giusta.
Passando alle singole discipline, la vittoria di maggior prestigio maturata nel week-end è stata quella della staffetta maschile del biathlon, successo che a livello di squadra mancava all'Italia da 17 anni. Oltre al veterano Christian De Lorenzi (comunque appena 31enne), il quartetto è composto per tre quarti da atleti giovani (i fratelli Windisch, 27 anni Markus, 22 Dominik, ed il talentuoso Lukas Hofer, 22), senza contare che in Ibu Cup si stanno mettendo in luce altri nuove leve come Pietro Dutto e Michael Galassi, non così lontani dall'approdare nel circuito maggiore. Per il biathlon italiano è iniziato dunque un nuovo ciclo, con Lukas Hofer condottiero di una squadra che potrà recitare un ruolo da protagonista nel prossimo decennio. Il 22enne di San Lorenzo di Sebato (BZ) ha raggiunto finalmente uno stato di forma importante dopo un avvio di stagione sottotono, tornando a misurarsi ad armi pari con i rivali stranieri. L'azzurro ha dimostrato grande maturità e lucidità nell'ultima frazione della staffetta, quando ha deciso di sorpassare il rivale russo per occupare la prima piazzola e ripararsi dal vento. Il bronzo iridato conquistato lo scorso anno ha reso Hofer un atleta ormai maturo e pronto per segnare un'era di questa disciplina. L'impressione è che la sua condizione fisica sia ancora decisamente perfettibile, dunque è lecito attendersi risultati di prestigio tra due settimane nel week-end di Anterselva.
Nello Sci Alpino, in Slalom l'Italia può contare complessivamente sulla squadra migliore, anche se in questo momento i leader della specialità restano l'austriaco Marcel Hircher ed il croato Ivica Kostelic. Ieri ha colto un importantissimo podio il giovane Stefano Gross, atleta che possiede tutte le doti per continuare la tradizione vittoriosa degli ultimi anni sulla scia dei vari Rocca, Moelgg e Razzoli. Attenzione anche al 23enne Roberto Nani, che sta beneficiando della possibilità di allenarsi in una vera e propria corazzata per crescere giorno dopo giorno. Per quanto riguarda Deville, l'altoatesino ormai è entrato in pianta stabile tra i grandi dei rapid gates, dunque in ogni gara parte per vincere. Un incidente di percorso come quello di Adelboden ci può stare, ma già a Wengen l'azzurro potrà riprovarci. Appaiono ancora lontani dalla forma migliore, invece, sia Manfred Moelgg (sempre pericoloso, però, nei due Slalom previsti a fine mese a Kitzbuhel e Schladiming) sia l'olimpionico Giuliano Razzoli.
La squadra di Gigante, trascinata da un sontuoso Massimiliano Blardone, sta rapidamente tornando ai fasti di un paio di stagioni or sono. Gran parte del merito è da attribuire al tecnico Jacques Theolier, già allenatore degli slalomisti dallo scorso anno (con risultati sotto gli occhi di tutti). Il transalpino può a buon diritto essere definito il vero Re Mida dello sci alpino e la Federazione farà bene a tenerselo ben stretto almeno fino alle Olimpiadi del 2014. Tornando a Blardone, è strabiliante la metamorfosi del campione di Domodossola, che a 32 anni è riuscito a mutare modo di sciare, riuscendo finalmente a produrre velocità con i suoi materiali, alla quale coniuga l'aggressività di sempre. Il veterano azzurro sembra entrare solo ora nella fase migliore della carriera e l'impressione è che finalmente possa diventare competitivo anche su pendii 'dolci' e con scarse difficoltà come quelli di Mondiali ed Olimpiadi (anche se la pista della rassegna iridata di Schladming 2013 sarà durissima).
Il risultato non è arrivato, ma le donne-jet azzurre hanno dimostrato un cambio di mentalità rispetto al passato, aggredendo sempre la pista alla ricerca del podio. Un approccio che, prima o poi, pagherà. Ottima la scelta di puntare sulla polivalenza con ragazze di talento come Lisa Agerer e Federica Brignone, i cui benefici si potranno in seguito avvertire anche in Gigante.
Quello del salto femminile può essere descritto come un vero e proprio miracolo all'italiana: pochissime praticanti, budget risicato, ma tanta competenza tecnica, talento e, soprattutto, passione. Nell'ultimo quinquennio sono arrivati numerosi podio juniores, cui sono seguiti piazzamenti da top3 e vittorie in Continental Cup, fino allo storico argento di Elena Runggaldier ai Mondiali ed al terzo posto di Lisa Demetz in Coppa del Mondo. Evelyn Insam, appena 17enne, rappresenta l'atleta più costante del gruppo, attesa in breve tempo al definitivo salto di qualità. Demetz, invece, può migliorare molto sotto il profilo della continuità di rendimento, mentre attualmente Runggaldier sta incontrando diverse difficoltà tecniche dovute al cambio di materiali e di allenatore: non vi sono dubbi che, nei prossimi mesi, la vice-campionessa iridata tornerà a volare. Da dietro, poi, già scalpitano i ricambi, con Veronica Gianmoena (16 anni) che punterà a far bene negli ormai imminenti Giochi Olimpici giovanili di Innsbruck.
Nello slittino Armin Zoeggeler, risolti i problemi con la schiena e, soprattutto, con la slitta, è tornato il missile di sempre. L'obiettivo sfera di cristallo appare ormai sfumato (la Coppa del Mondo tornerà in Germania dopo oltre un ventennio, quasi certo il trionfo del 23enne Felix Loch), ma il Cannibale punterà quasi tutto sui Mondiali di Altenberg in programma l'11 e 12 febbraio su una delle piste più impegnative ed affascinanti del globo, sulla quale dovrebbe rinnovarsi l'eterno duello con lo stesso Loch. Il 38enne di Foiana, inoltre, proverà a rimpinguare il record di successi in Coppa del Mondo sui catini favorevoli di Winterbeg, St. Moritz e Sigulda. Se il Cannibale costituisce una certezza fino alle prossime Olimpiadi, Dominik Fischnaller ne rappresenta il degno erede per il futuro. Il 18enne altoatesino è dotato di una sensibilità nella guida impressionante e, una volta migliorata la fase di spinta ed acquisita la necessaria esperienza, potrà divenire l'insidia più concreta per il tedesco Loch nell'era post-Zoeggeler. Non è detto che ciò non possa accadere già tra un paio di stagioni. In doppio, invece, appaiono in deciso regresso rispetto alle ultime stagioni i veterani Oberstolz-Gruber, mentre i giovani campioni del mondo juniores Rieder-Rastner, già formidabili in fase di spinta (ed attesi per questo ad un ottimo piazzamento ad Oberhof nel prossimo fine settimana), possiedono le carte in regola per puntare al podio già dal prossimo anno. Prosegue anche il processo di maturazione di Sandra Gasparini, entrata per la prima volta tra le top10 in questa stagione.
Federico Militello
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