Investi in ETF sul “BRIC” e guadagna oltre il 65% in meno di due anni!

Da Robertopesce

Due articoli fa presentavo il “matrimonio perfetto” tra lo strumento finanziario degli ETF (Exchange Traded Funds), l’opportunità attuale rappresentata dai paesi emergenti e la strategia del POSITION TRADING per gestire il tutto (CLICCA QUA se hai perso l’articolo precedente).

Premesso che, se non conosci il mondo dell’investimento in azioni e ETF e in specifico la strategia del position trading, un buon inizio può essere quello di guardare il mio VIDEOTRAINING INTRODUTTIVO GRATUITO o, meglio ancora partecipare al corso dal vivo che si terrà a fine mese, andiamo oggi a comprendere meglio come può funzionare la metodologia in questione sviluppandola tramite un titolo reale quotato sulla borsa di Milano.

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Il titolo in questione fa parte della famiglia di ETF quotati da iShares (Black Rock), leader mondiale nel segmento ETF e secondo player per volumi sul mercato italiano dopo Lyxor, ed è un ETF che investe unitariamente su 50 azioni quotate nei quattro mercati dei paesi facenti parte del cosiddetto “BRIC” (Brasile – Russia – India – Cina), azioni scelte tra le più importanti nei rispettivi mercati in quanto a capitalizzazione.

Il nome del titolo è iShares FTSE BRIC 50 (ticker BR50.MI), è un ETF che distribuisce i propri dividendi, ha un TER (Total Exchange Ratio ossia l’indice riassuntivo dei costi che gravano sull’ETF) pari allo 0,74% annuo ed è quotato a milano dal novembre 2007.  Fanno parte del paniere di azioni comprese nel BR50.MI aziende come Gazprom, Petroleo Brasileiro, China Construction Bank e svariati altri enormi player internazionali principalmente compresi nei settori energetico, finanziario e dei generi di consumo. Se vuoi vedere il dettaglio della scheda dell’ETF sul sito di iShares CLICCA QUI.

Nel grafico qua sotto ne vedi raffigurato l’andamento su base settimanale negli ultimi 3 anni (febbraio 2008 – febbraio 2011).

Gli allievi dei miei corsi saranno perfettamente in grado di distinguere con assoluta facilità una fase 4 nettissima relativa al periodo più acuto della crisi “Lehman Brothers” nell’autunno 2008, la successiva fase 1 e la conseguente fase 2 iniziata nella primavera del 2009 e che sta tutt’ora proseguendo.

La linea di breakout attorno ai 14 € sull’aprile del 2009 segnala la migliore entrata “sicura” a livello di strategia di position trading per un titolo che, gestito secondo tale metodologia, rimane tutt’ora in portafoglio e, al valore attuale di € 22,94, ci offre un guadagno pari al 63,8 % in meno di due anni a cui vanno ad aggiungersi i dividendi erogati per un valore aggiuntivo ulteriore pari a circa un 3% nel periodo preso in esame.

Il titolo rimane attivo e in portafoglio in quanto come si può facilmente vedere dal grafico i vari “pivot point” (punti di minimo) su cui vengono aggiornati sistematicamente gli stop loss non vengono mai rotti a ribasso. Il trend rialzista in effetti è stato messo in dubbio solo recentemente (estate -autunno 2010) ma sembra ultimamente aver ripreso vigore tanto che sembrerebbe star formando un nuovo pivot crescente, deduzione quest’ultima in ogni caso da verificarsi nelle prossime settimane.

Da notare che, se avessimo perso il treno dell’aprile 2009, sugli stessi 3 successivi pivot segnalati dai cerchi neri avremmo comunque potuto ritrovare delle entrate sicure con rischio iniziale minimo e super controllato (ndR: sugli ulteriori 3 pivot segnalati dalle linee tratteggiate personalmente non sarei  invece entrato in quanto avrei avuto dubbi sulla solidità del trend).

Tali entrate ci avrebbero dato rispettivamente:

  • entrata a 17 € a luglio 2009 – guadagno del 34,9% più i dividendi in 18 mesi
  • entrata a 17,5 € a settembre 2009 – guadagno del 31,1% più i dividendi in 16 mesi
  • entrata a 20,5 € a febbraio 2010 – guadagno del 11,9% più i dividendi in 1 anno esatto

Va da sè che questi guadagni vadano considerati come un mero caso di studio perchè a livello reale le cose potrebbero essere andate esattamente come qui descritte oppure diversamente (magari meglio …) se si fosse usata la leva finanziaria oppure se, lavorando capitali importanti, si fosse proceduto ad entrate e uscite scaglionate durante il trend rialzista.

La strategia del position trading qui presentata a livello “puro” ci avrebbe comunque dato un risultato importante (oltre il 30% medio annuo) raggiunto tutto sommato con molta semplicità essendo la selezione del titolo e del momento di entrata abbastanza facili da individuare per chiunque abbia un minimo di formazione ed esperienza nel proprio bagaglio personale e, ovviamente, ponga attenzione alle dinamiche dei mercati.

Da notarsi che, in quasi due anni di tempo si sarebbe effettuata un’unica operazione di acquisto e 6/7 aggiornamenti dello stop loss, non esattamente una fatica da rompersi la schiena ^_^ e un costo commisionale bancario irrisorio.

Nel rendermi conto che questo articolo sarà sicuramente risultato più chiaro ai miei ex-allievi rispetto ai semplici lettori del blog che avranno ben più di un dubbio in mente (es. “Come facevi a sapere che ad aprile 2009 il titolo sarebbe salito?”  – “Perchè gli stop loss spostati sui pivot e come fai ad identificarli?”  – “Perchè non avresti comprato il titolo nell’autunno del 2008 per ritrovartelo poi in perdita?” etc.), ma che conseguentemente invito a venirmi a trovare al più presto, come ultima considerazione mi preme ribadire l’importanza di seguire una metodologia e delle regole precise come quelle del position trading e non rifugiarsi in eccessive semplificazioni o, peggio che mai, in logiche da “cassettista” assolutamente superate con i mercati volatili moderni.

Se infatti la logica dei paesi emergenti è facilmente intuibile e comprensibile, vale la pena tornare a buttare un’occhiata al grafico qua sopra per capire che la selezione del titolo è importante ma ancora di più lo è quella del timing di entrata se si vuole evitare di mettere il proprio denaro a rischio con conseguenti mal di pancia da perdite devastanti sul proprio portafoglio.

Lo stesso BR50.MI era infatti a 28 € a giugno 2008 ed è successivamente sceso fino a 9,7 € nel novembre successivo per una perdita di valore di oltre il 65%, qualcosa su cui riflettere per chi pensa che la conoscenza e il know-how non abbiano tutta questa importanza …

Ci sentiamo alla prossima, LASCIA UN COMMENTO o SCRIVIMI LE TUE DOMANDE sulla logica di investimento e sul caso di studio che ti ho presentato in questi ultimi due articoli.

Roberto Pesce


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