Investire in beni rifugio significa per il risparmiatore cautelarsi nei momenti di instabilità dei mercati, conservando nel tempo il valore dell’investimento effettuato, con la possibilità di ottenere anche un buon margine di guadagno
Come tutti gli altri investimenti, anche i beni rifugio sono soggetti alle leggi imposte dal mercato, per cui i prezzi salgono e scendono in relazione alla domanda e all’offerta.
Quando si parla di investire in beni rifugio si pensa subito all’oro. La crisi finanziaria europea ed il timore di un crollo dell’impalcatura dell’euro ne hanno fatto schizzare le quotazioni, con una tendenza marcata negli ultimi 8-9 anni ad una crescita molto sostenuta per effetto di vari fattori anche di tipo geo-politico.
Oggi l’oro quota intorno a 1.643 dollari l’oncia, ma non si tratta dei massimi raggiunti, visto che alla fine del 2011 era trattato sopra i 1.900 dollari. Per capire l’importanza di un investimento in lingotti, basti pensare che chi ha investito in questo bene prezioso solo 5 anni fa, nell’aprile 2007, lo ha fatto ad una quotazione intorno ai 650 dollari l’oncia, esattamente mille dollari in meno del valore attuale. In termini percentuali, la resa è del 153%, cioè un rendimento medio annuo composto di oltre il 20%. Nello stesso periodo sono crollate le borse, e svariati titoli con tripla A sono stati decimati.
Molti si domandano se ancora conviene investire in oro: con le prospettive negative dei mercati, il caso irrisolto della Grecia ma anche dello stesso debito americano, investire in beni rifugio come l’oro può ancora essere considerato interessante.
Oltre ai metalli preziosi (oro e diamanti), se si vuole investire in beni rifugio si può
impiegare una parte del proprio capitale in opere d’arte, che hanno come caratteristica l’impossibilità di replicarne sul mercato con la creazione di strumenti finanziari. Ovviamente, il valore tende a conservarsi o salire nel tempo, a condizione che al momento dell’acquisto si sia certi di non avere sopravvalutato il costo dell’opera in questione.
Storicamente, anche alcuni titoli di Stato esteri sono utilizzati per investire in beni rifugio nei momenti di tensione dei mercato. Lo sono i Treasuries, ossia i bond americani, nonchè i Bund tedeschi. Essi offrono rendimenti molto bassi (gli Euro Schatz tedeschi a 12 mesi hanno rendimenti addirittura negativi), ma garantiscono in genere il valore dell’investimento effettuato. Tuttavia, non sono privi degli stessi rischi a cui sono esposti anche gli altri bond, oltre che a fattori macroeconomici, come l’inflazione.
Per investire in beni rifugo ci si può senz’altro rivolgere anche alle valute, per le quali valgono le stesse considerazioni per i bond pubblici. Il dollaro funge storicamente da valuta di riserva e, pertanto, acquistare titoli o beni in dollari può servire a mantenere inalterato il valore del proprio investimento. Ma in questo caso il rischio è che, a fronte di una buona performance della divisa americana, scenda il prezzo del bene su cui si è investito. Anche in caso di investimento puramente valutario, sottolineiamo come non esista in teoria moneta al mondo che possa garantire un rifugio sicuro. Bretton Woods insegna.
Chiudiamo con gli investimenti nel mattone. Rappresentano un rifugio non solo sicuro per il risparmiatore italiano, ma anche gradito, trattandosi di un bene di cui si può godere in modo tangibile. Contrariamente al trend storico italiano di una crescita quasi ininterrotta dei prezzi immobiliari, le ultime previsioni parlano di un rischio crollo, fino al 20%, dei valori a breve (entro fine 2012). Inoltre, l’imposizione di una maggiore tassazione su di essi potrebbe comportare un abbassamento dei prezzi anche nel medio lungo termine, sebbene il problema riguarderebbe chi già possiede un immobile, non già chi lo acquisterebbe ai prezzi attuali, che inizierebbero già a scontare l’effetto IMU.
Vorremmo segnalare infine un interessante convegno organizzato da Banca&Mercati per il 7 maggio prossimo, rivolto a chi è interessato al mercato degli investimenti alternativi ed in particolare ai privati che desiderano investire in beni rifugio una parte del proprio capitale: dall’oro alle valute e dalle opere d’arte agli immobili.