O voi sentinelle di tanta giustizia,
o voi che formate una santa milizia
per cui la famiglia è un regno protetto
che solo in bisesso è giusto e perfetto
e dite che il mondo s’en va alla deriva:
per voi solamente è quest’invettiva.
Son anni e son giorni, da quando ho memoria,
che vo’ ripetendo la medesima storia:
Leggete, ragazzi, e ancora leggete
se di libertà mai sazi non siete.
Leggete, voi adulti, per viaggiare lontano,
per toccare universi allungando la mano,
leggete, bambini, di fate e di re, di orchi e di mostri,
per inventar mondi diversi dai nostri,
più belli e più giusti, con meno miseria
Ma quando poi vedo con quell’aria seria
impugnare dei libri per far distinzioni
tra amore ed amore, tra i cattivi ed i buoni,
sfoggiare dei libri per puntar dritto il dito
dicendo No, questo non è consentito!
scusate, signori, ma mi sento bruciare
la parte che in rima non si può nominare
(la parte che alcuni adopran per faccia,
direi, ma convien che la bocca si taccia).
Ma come? Io predico sana lettura
E voi usate il libro come spazzatura,
come arma d’offesa e di ipocrisia?
Pregate nascosti in un libro? Suvvia,
lasciate quei libri, signori, coraggio:
se vaghezza vi punge di qualche linciaggio,
guardate negli occhi quei che condannate
e non vi celate dietro teste chinate.
Posate quei libri: non è buon esempio
usarli per dir cos’è giusto e cos’empio,