Nell’ultimo anno, più o meno da quando sono arrivata su Scritty, mi sono resa conto di una tristissima verità riguardante il mondo dell’editoria: moltissima gente giustifica ogni critica con un banale “è solo invidia”. Il nostro invidiosissimo Ewan ha pubblicato un articolo riguardante le critiche negative e potete trovarlo qui, ma io vorrei concentrarmi più che altro sull’invidia. Già, l’invidia. Come riconoscere un recensore invidioso? Io non credo di averne mai trovati, ma non metto in dubbio che ci possano essere, da qualche parte. Tu, autore/editore/lettore, pensi di aver trovato un recensore invidioso? Benissimo, fatti un giro sul suo profilo: se pubblica solo ed esclusivamente recensioni a una stellina in cui le critiche sono roba come “questo libro fa schifo”, roba priva di qualsivoglia motivazione a sostegno, allora potresti trovarti di fronte a un invidioso. O a una persona che non sa argomentare le proprie critiche, perché no? È una possibilità anche quella.
Quello che dovrebbe essere lampante è che chi invidia critica tutti. A prescindere. Senza motivare il parere negativo. Se il recensore cattivo dice che il libro fa schifo perché i personaggi sono piatti e stereotipati, lo stile è quello di un bambino delle elementari che scrive un tema e perché l’editing è inesistente, allora, mi spiace, ma il recensore NON è invidioso. Magari ha poca delicatezza nel criticare il lavoro in cui hai messo il cuore e mesi/anni di duro lavoro, ma l’invidia è un’altra cosa. Non è semplice e piacevole leggere critiche particolarmente dure, ma ogni parere può servire per migliorarsi. Se uno dà ascolto solo ai pareri positivi considerando gli altri una massa di incompetenti invidiosi, non ci sarà mai alcun miglioramento.
Inoltre, ogni tanto sorge spontanea la domanda “ma invidioso DE CHE?”. Se l’invidia fosse dovuta al non essere riuscito a pubblicare, come già detto prima il recensore dovrebbe comportarsi così con ogni essere vivente che ha pubblicato – o almeno che ha pubblicato free. Invidia di una presunta bravura? Ormai lo sanno anche i sassi che aver pubblicato qualcosa non è una garanzia di bravura, né con le big né con le CE piccole.
Tu, che ti definisci scrittore, come puoi credere che chi ti loda sia competente e oggettivo e che ci ti critica sia invidioso e ignorante?
Inoltre, spesso si tira fuori il “se sei tanto bravo, allora perché non lo dimostri?” e questa, detto proprio francamente, è una gran minchiata. Ogni scrittore è prima di tutto un lettore. Ogni lettore ha il sacrosanto diritto di dire “questo libro mi ha fatto schifo”, così come ogni persona che guarda un film può criticare una pellicola pur senza averne mai girata una.
Quindi, per concludere, ogni persona che punta a definirsi “scrittore” dovrebbe avere almeno la decenza di reagire con dignità di fronte alle critiche, senza tirare in ballo scuse che tra un po’ non si sentono più neppure alle elementari.
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