Presto o tardi, per ogni prodotto seriale arriva un momento che potremmo chiamare della verità. È quello che si situa tra la fine di un arco narrativo e l’entrata nel vivo di uno nuovo. Fase importante in cui si fanno i conti con quanto accaduto precedentemente e si semina per quel che verrà, in cui si corre il rischio di un appiattimento narrativo o di una cattiva connessione tra i vari elementi. Su questo impervio terreno sono scivolati anche i migliori: Kirkman no. Mentre i lettori stanno ancora smaltendo i fatti del numero 6, Kirkman con maestria tesse le trame di ciò che verrà: la sua narrazione ha assorbito il meglio del teen-drama, della rivisitazione post-moderna del supereroismo, del metafumetto, della silver age, della sit-com americana degli anni ’80 e ’90. Tra college, fidanzate e genitori, si sviluppa la trama orizzontale inserendo con leggerezza quegli elementi che esploderanno, allargando sempre più questo universo narrativo con personaggi che lo arricchiscono realmente senza essere mere comparse. Gradualmente vengono approfondite le psicologie dei personaggi, le azioni sviluppate con i ritmi giusti, inserendo al momento più opportuno la battuta o l’intermezzo umoristico: l’autore rimane tra i pochi oltreoceano a ricordare che il fumetto supereroistico deve anche saper donare svago al lettore. Ottley prova a stargli dietro: ha aggiustato il tiro ma non ha ancora pienamente centrato il bersaglio. A un livello decisamente inferiore e più grossolano Brit, sceneggiato da Bruce Brown, che completa l’albo.
Abbiamo parlato di:
Invincible #11
Robert Kirkman, Ryan Ottley, Bruce Brown, Bill Crabtree
Traduzione di Andrea Toscani, Stefano Menchetti
Saldapress, novembre 2014
72 pagine, spillato, colori – 3,90 €
ISBN: 977810720100240011