Anna è la maestra di teatro dell'Uno. L'altra settimana è tornata con un compito da fare sul suo diario teatrale. C'erano due pagine bianche e un titolo sopra:
![IO ASPETTO DI... IO ASPETTO DI...](http://m2.paperblog.com/i/88/885380/io-aspetto-di-L-xg52X5.jpeg)
E dentro un filo rosso, plasticoso.
![IO ASPETTO DI... IO ASPETTO DI...](http://m2.paperblog.com/i/88/885380/io-aspetto-di-L-SBnQE8.jpeg)
Deve costruire qualcosa con quel filo, quel filo deve diventare un filo nel disegno. Sbircio indietro:
![IO ASPETTO DI... IO ASPETTO DI...](http://m2.paperblog.com/i/88/885380/io-aspetto-di-L-HzhFjV.jpeg)
E ancora più indietro:
![IO ASPETTO DI... IO ASPETTO DI...](http://m2.paperblog.com/i/88/885380/io-aspetto-di-L-E8QVtF.jpeg)
Ad un certo punto i bambini non ti seguono più nelle tue proposte. O comunque non sempre. I livelli di lettura della realtà diventano più numerosi, più complessi anche. Ecco, saper giocare con questa complessità è bello. Non so se ancora sono capace. Però è bello.