Questo post e’ uno sfogo, contro tutti e nessuno.
E’ uno di quei post che probabilmente come lettrice odierei perche’ parla di cose personali che chi non mi conosce (ma anche chi mi conosce) potrebbe non capire. Un post nel quale probabilmente si abusera’ dell’uso dell’impersonale perche’ si sa, e’ sempre meglio non fare nomi su internet che c’e’ la privacy e poi la gente s’offende. E io al momento non ho bisogno di ulteriori drammi da parte di gente che c’ha l’offesa facile.
Oggi mi va di sfogarmi perche’ mi sembra di non riuscire a tenere insieme i vari pezzi della mia vita in questo momento. E non e’ quella depressione pre-ciclo che stando a quanto scritto sulle bustine di assorbenti colpisce molto di piu’ le donne che lavorano fuori casa, perche’ al contrario di quanto Marito possa pensare, io non ho una sindrome premestruale che dura 365 (o 366) giorni l’anno. Sono semplicemente sclerotica. Punto. Prima o poi dovra’ scendere a compromessi con se stesso e ammettere di aver sposato una schizzoide.
Al momento, vivo in una citta’ alla quale non appartengo davvero, non ci sono nata ne’ cresciuta. Ci abito solo da un anno e solo per ragioni lavorative, eppure ci sto comprando casa. Ergo, ansia. Non ho amicizie vere qui, sono tutte altrove tra Modena ed Atlanta, che non e’ esattamente comodo quando ti andrebbe di dire ‘hey, stasera ci vediamo per un aperitivo?’ o quando avresti solo bisogno di qualcuno che ti porti fuori per una serata perche’ se no, se stai in casa, esplodi.
Le mie priorita’ al momento sono tutte incasinate: dovrei concentrarmi al 100% sul lavoro e invece quando gli ho dedicato il 40% delle mie energie sento gia’ che devo scappare via perche’ mi opprime (e alzi la mano chi non si e’ mai sentito cosi’). Tutto cio’ che non e’ urgente, lo rimando, dicendo a me stessa che ‘no, e’ troppo difficile adesso non ce la posso fare’ e poi quando finalmente mi decido e faccio quel che devo fare mi dico ‘ma che minchiata che era’ e mi odio poi per averla sempre rimandata.
Dovrei essere piu’ partecipe, mandare piu’ messaggi, chiedere piu’ spesso ‘come stai? Tutto bene?’ ma nessuno poi lo chiede a me e allora mi passa la voglia e sto qui senza mandare niente a nessuno. Per par condicio, sai. E cosi’ si crea un circolo vizioso del io-non-chiamo-perche-tu-non-chiami e nessuno mi chiama perche’ io non chiamo. Non se ne esce, sapete?
Dovrei avere piu’ voglia, essere piu’ attiva, ma non so dove andare a pescare questa carica e cosi’ finisce che Marito deve fare tutto da solo e c’ha sempre 500 promemoria al giorno sul telefonino che deve chiamare questo e quest’altro e bisogna andare in cantiere e chiamare il geometra, la progettista di sta cippa, l’avvocato, il notaio, la banca e Dio che quando compri casa nessuno te lo dice che vai verso una lenta discesa negli inferi dei debiti e dello stress. E io, nel frattempo, mi sento in colpa perche’ sento di non fare abbastanza. Ma faccio qualcosa per cambiare la situazione? Assolutamente no!
Brava Ele, way to go!
Non e’ neanche che io voglia lamentarmi, davvero, perche’ la vita che ho adesso me la sono scelta io, per cui conseguenze venite pure a me like there’s no tomorrow che sono pronta, basta solo che non facciate drammi, eh!