Io che te pensavo,
nei tuoi occhi mi accasciavo.
Dai ricordi nasce il tempo che hai lasciato naufragare,
spinto a largo, in alto mare, sopra navi cariche,
dentro pile scariche,
sopra tralci di frasi saffiche,
in sogni lucidi, e splendori fantasy.
Io che te pensavo,
nei pensieri mi accasciavo.
Insieme ai colpi del tempo del più quiete tormento,
dentro il caldo bicchiere traboccante l’anima di ghiaccio e limone.
Spinto l’argine, mosso il fulmine,
attraccata l’ancora, i pensieri cullano le paure che non crollano,
e il vento ci scompiglia.
Io che te pensavo,
nella notte mi accasciavo,
ti pensavo,
ti aspettavo,
ti cercavo,
e di nuovo mi accasciavo.