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Io e l’e-book: una tormentata storia d’amicizia. Riflessioni tardive

Creato il 26 settembre 2012 da Temperamente
Io e l’e-book: una tormentata storia d’amicizia. Riflessioni tardive

Illustrazione di Pietro Scarnera (http://pensieridieri.blogspot.it/)

All’inizio non volevo neanche sentirne parlare, chiusa come sono nei confronti delle diavolerie tecnologiche. “E-book”. “E-book reader”. Che?
Poi qualcuno dell’ambiente ha provato a spiegarmi di cosa si trattasse e io mi sono tenuta alla larga dagli URO (unidentified reading objects), perché, mi dicevo, posso farne a meno. Meglio: cosa me ne faccio? E, soprattutto: sostituire la carta con l’elettronica? Giammai!

È bello avere una persona accanto e condividere con essa le nostre passioni. Meno bello è avere accanto una persona tecnologicamente informatissima e però essere a propria volta lontani anni luce dalla tecnologia. Lui ha cominciato a bombardarmi con frasi a effetto che, tuttavia, scalfivano solo superficialmente la mia corazza; asserzioni della serie: «l’e-book è il futuro!», o «vedrai, prima o poi anche tu non potrai farne a meno!». Poi ha tentato di far leva sulla mia anima di eversiva: «questa è una rivoluzione epocale, e tu, proprio tu, ti ostini a non prendervi parte!»; ancora, ha premuto il tasto dolente del vantaggio economico: «l’e-book costa molto meno!»; infine, ha toccato le corde della mia sensibilità ecologista: «continuate, continuate voi lettori carta-dipendenti a far abbattere gli alberi solo per soddisfare il vostro ego!». E io lì, a tentare di difendere il bastione dei libri di carta dagli attacchi del nemico, evolutisi, poi, in immagini, simpatici video e schede tecniche.

Io e l’e-book: una tormentata storia d’amicizia. Riflessioni tardive

Io e il Kindle al Salone del Libro di Torino 2012

A rafforzare la mia convinzione, il primissimo contatto con un ebook-reader, tale Kindle, avuto luogo al Salone del Libro di Torino 2012: niente, io e il misterioso oggetto non siamo riusciti a comunicare in alcun modo.
Ma l’opera di convincimento del “lui” di cui sopra era ben lungi dall’interrompersi.

E poi è successo. Non prendetemi per una persona poco seria o per una lettrice senza carattere. Semplicemente è successo: chi la dura la vince, si dice, e lui ha vinto la mia resistenza. Complice un’occasione speciale, mi son ritrovata fra le mani il temuto URO, un e-book reader della Sony. Il primo approccio è stato piuttosto difficile, eravamo come due estranei ostili che si studiano a vicenda per individuare i reciproci punti deboli. Poi mi sono convinta a tentare la lettura di un libro – lo ammetto: un libro che mai avrei acquistato in formato cartaceo – e ha avuto luogo il miracolo: abbandonatami al piacere della lettura, non ho fatto caso al supporto. In altre parole, carta o schermo (che, a onor del vero, la riproduce fedelmente), non faceva differenza: era il contenuto a farla.

Ora sono in una sorta di limbo. Non riesco a rinunciare alla carta, ma ormai la tecnologia mi ha tentata. E allora, immaginando catastrofi future (un mondo senza più libri veri e propri da toccare, sfogliare, odorare), sono scesa a un compromesso: acquisto in formato cartaceo i libri che per me sono pilastri della letteratura; in e-book quelli che leggo più per curiosità e diletto che per convinzione.

In medio stat virtus.


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