Magazine Diario personale

Io e l'immensità delle cose

Creato il 06 agosto 2014 da Giuseppe Armellini
Io e l'immensità delle coseNon mi riesce, o forse non mi è mai riuscito, perdermi nell'immensità della natura,
restarne completamente affascinato, e inerme.
Vedo alberi meravigliosi sopra di me, vorrei guardarli per ubriacarmi nel loro verde ma forse per paura il mio sguardo va giù e si sofferma sul duro tronco.
E sulla spazzatura che giovani menefreghisti o adulti noncuranti hanno lasciato depositare lì intorno.
Non mi riesce, o forse non mi è mai riuscito, perdermi nell'immensità del cielo, vedere le nuvole come magnifiche forme lontane in cui potermi sdraiare nella loro soffice inconsistenza, vedere i tuoni nella loro sbalorditiva, ancestrale e dirompente rabbia, veder la pioggia come lacrime d'angelo, vedere l'alba come un quadro pastello disegnato da un artista perfetto, vedere il tramonto come un sipario di abbacinante bellezza che sta per chiudersi per poi darci appuntamento al giorno dopo. Vorrei perdere lo sguardo nelle nuvole, nei tuoni, nella pioggia, nei tramonti e nelle albe, soprattutto nelle albe e nelle loro promesse, ma vedo il cielo e solo per pochi secondi riesco a perdermi là dentro prima di tornare al profilo sgraziato di una casa o al filo teso di un cavo telefonico.
Non mi riesce, o forse non mi è mai riuscito, perdermi nell'immensità del mare, arrivare lì in fondo all'orizzonte, pensare a quanto è grande, sentirne il profumo, chiudere gli occhi e immaginare che le onde suonino e cantino una musica ritmica e avvolgente, la stessa musica che sentì anche il primo uomo.
Non riesco a capirne la grandezza, l'immobilità e la potenza.
Ma ho solo paura di annegare, e non nella sua bellezza, annegare.
Non riesco, o forse non sono mai riuscito, a perdermi nell'immensità dell'amore, a star lì fermo a sentire battere il cuore più forte, a vedere le dita tremare e la pelle cambiare, ad ascoltare l'anima riempirsi, a vedere allo specchio i miei occhi diversi.
Perchè sempre la testa ragiona e lo accompagna. E ti fa pensare alla spazzatura, ai profili sgraziati delle case e all'annegamento mortale.
Non riesco, o forse non sono mai riuscito, a godere dell'immensità delle cose.
Ma so che esiste.
Eccome se esiste.

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