Università: io ci provo, eh. Lo so che per te è un momentaccio. Che bisognerebbe incoraggiarti e farti pubblicità. Dire che sei il tempio della cultura e il luogo della conoscenza. Ci provo. Ma lo sai che gente ti abita? Ti sei fermata a osservare da vicino le dinamiche di quelli che si fanno belli col tuo nome? Quando ci vivevo era facile diventare insofferenti: mi sembrava di vivere in un incubo della Moratti, con le prepotenze stupide, il nonnismo spicciolo, i giochetti, gli scambi. C’era anche gente in gamba, ma in genere contava pochissimo. Adesso ti frequento ogni tanto da esterna, perché i tuoi abitanti mi invitano ad assistere alla loro decadenza. E il brutto è che invece pensano di aver organizzato un evento per il grande pubblico, che segnerà l’inizio di una rinnovata attenzione verso di loro.
Continua… (Silvia Bencivelli)