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Io e lei: le donne senza uomini di Maria Sole Tognazzi.

Creato il 17 ottobre 2015 da Onesto_e_spietato @OnestoeSpietato

Io e lei di Maria Sole Tognazzi non è il La vita di Adele italiano. Non vuole esserlo. Non deve esserlo. Vediamo perchè…

Io e leiL’amore dura cinque anni. Potremmo dire parafrasando il titolo del celebre romanzo di Frédéric Beigbeder. Poi scatta una crisi, pressoché fisiologica, il calo del desiderio, lo stallo, la noia, il desiderio di cambiare. Tra uomo e donna, ma anche tra donna e donna. È la normalità, anzi potremmo dire che è “un classico”, sia nelle storie etero che in quelle omosessuali. Ecco con Io e lei Maria Sole Tognazzi racconta la normalità di quella che spesso, ancora oggi, viene additata come la a-normalità. La Tognazzi sceglie di raccontarci una storia, un amore, di una coppia di donne che si amano e si scornano come tutte le coppie del mondo.

Marina (Sabrina Ferilli) e Federica (Margherita Buy) sono una coppia “di fatto” e convivono da cinque anni: Marina è un’ex attrice proprietaria di una catena di take-away di lusso e vive serenamente la sua omosessualità; Federica, alla sua prima relazione con una donna, è un architetto, ha un passato da etero, un figlio, un ex marito dentista e fatica a vivere in pubblico la sua storia con Marina. Poi un giorno, one day direbbe David Nicholls, Federica rivede un vecchio mezzo amore di gioventù, un uomo, e la sua love story con la compagna inizia a scricchiolare.

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Molta critica italiana si è stracciata le vesti perché Io e lei non è il La vita di Adele italiano. La smania dei paragoni, come il sonno della ragione, si sa, genera mostri, e raramente ha partorito errore più grave di questo. Stiamo infatti parlando di film diametralmente opposti. Io e lei non vuole bucare lo schermo, non vuole creare scandalo. Tutt’altro. Vuole solo raccontare uno squarcio di quotidianità di una coppia di donne che si amano e vivono sotto lo stesso tetto. Schivando l’“ansia da prestazione” dello stra-ordinario a tutti i costi sul grande schermo, Io e lei di Maria Sole Tognazzi vuole raccontarci l’ordinario, niente di più e niente di meno, con tanto di tradimento e crisi annessi.

Io e lei è un film lieve, con la delicatezza e la simpatia di un bacio a stampo, che, svincolandosi da una certa autorialità festivaliera per abbracciare una dimensione più sobria e rassicurante, sa rivolgersi ad un pubblico ampio. Inutile aspettarsi corpi avvinghiati, baci con la lingua, scene esplicite rincorrendo quel mezzo centimetro di pelle in più. Io e lei racconta un amore adulto e maturo, di due splendide cinquantenni, niente a che vedere quindi con la focosa età delle due protagoniste di La vita di Adele di Abdellatif Kechiche.
Io e lei racconta l’amore, non il sesso. L’amore e basta. E scusate se è poco.

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