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io e te

Creato il 05 novembre 2012 da Albertogallo

IO E TE (Italia 2012)

io e te

Prima della rivoluzione, Piccolo Buddha, Io ballo da sola, The dreamers… Passano gli anni, i decenni, ma il 71enne Bernardo Bertolucci continua a portare avanti la sua missione di raccontare il mondo dei giovani, dei ragazzi, sempre diversi – soprattutto dal punto di vista politico, caro al regista emiliano – di generazione in generazione, ma sempre così uguali nel loro malessere, nel loro senso di solitudine, nella loro voglia di non crescere mai. Non fa eccezione Io e te, tratto da un racconto breve di Niccolò Ammaniti, storia di un adolescente problematico che, fingendo di essere in gita con la scuola, si rifugia da solo per una settimana nella cantina di casa. Lo raggiunge presto, inattesa, la sorellastra tossicodipendente, con cui, dopo qualche scontro iniziale, si instaura un profondo rapporto di affetto e complicità.

Sarà che amo particolarmente i film che si svolgono interamente (o quasi, come in questo caso) in un unico ambiente, ma devo dire che, nonostante le scarse aspettative, dovute principalmente a una certa antipatia artistica nei confronti di Ammaniti e alle ultime, non esaltanti prove di Bertolucci, Io e te mi è piaciuto parecchio. Non che si tratti di un capolavoro, sia chiaro, e anche il “tocco” registico del maestro non è poi così evidente e determinante (se non avessi letto il nome dell’autore nei titoli di testa non ci sarei mai e poi mai arrivato da solo), ma il film possiede una sua grazia, un suo ritmo, una sua non scontata capacità di dipingere, attraverso un climax emotivo quasi impercettibile, un rapporto umano credibile e originale. Anche l’attrazione vagamente incestuosa del ragazzo nei confronti di madre e sorellastra (d’altronde cos’altro è la cantina se non un utero protettivo lontano dai mali del mondo?) è affrontata con eleganza e mano leggera.

Bravi i due protagonisti (Jacopo Olmo Antinori è praticamente un giovane Malcolm McDowell più sfigato), bella la colonna sonora (Cure, Arcade Fire, David Bowie… C’è pure una tragica versione in italiano di Space Oddity), toccante e ironicamente amaro il finale, in cui il ragazzo consegna inconsapevolmente alla sorella una dose di eroina che lei aveva (forse di proposito) scordato di prendere. Troppo affetto può uccidere?

Alberto Gallo



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