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Io il canadese non lo capisco, ma magicamente lo amo..

Creato il 15 settembre 2010 da Ihaveadream81
:)
La "storia" più strana e magica e breve della mia vita è iniziata la sera del 25 luglio 2010, a Katherine, Northern Territory.
Io ero stanchissima, manco a dirlo la notte prima non avevo dormito molto, quella sera avevo finito di lavorare al Mac alle 22. Dopo una doccia, sono andata nella veranda di Coco's e mi vedo Mike di lato che parla con qualcuno di nuovo, di spalle. Tra di loro una sedia vuota. Mi ci siedo, guardo il nuovo sconosciuto, gli tendo la mano e invece di dirgli "Nice to meet you, I'm Mary" gli sparo tra i denti: "Nice to mary you". Che detto così, potrebbe sembrare "Nice to marry you", piacere di sposarti..
Tac!
Figura di merda..
Parliamo delle solite cose, di dove sei, dove andrai, ecc.
Voce bassissima, due occhi profondi e nocciolosi:
Io il canadese non lo capisco, ma magicamente lo amo..
Due occhi che quasi riescono a nascondere una barba lunga di un anno, un cespuglio infinito..
Quasi, ho detto quasi.
Io il canadese non lo capisco, ma magicamente lo amo..
Il giorno dopo me lo vedo comparire affiancato da una ragazza austriaca con due spalle grandi come me sdraiata, preparano la cena insieme, chicchierano fitto tutta la sera, il giorno dopo partono insieme per non so dove. Va beh, mi dico, sarà la sua ragazza, saranno insieme.
La mattina del 28 Luglio mi sveglio e sento Coco gridare come al solito, sta parlando con una coppia matura, scopro che sono italiani e che Coco mi sta cercando per intrattenerli un po'. Hanno comprato dei dipinti aborigneni, ci sediamo intorno al tavolone in veranda, gli parlo della mia avventura fino a quel momento, ad un certo punto, ai saluti, l'uomo mi si avvicina e mi mette una mano sulla spalla facendo una battuta. E io in quel momento capisco che abituata a stare con gli anglosassoni ormai, ho eliminato il contatto fisico durante la conversazione. E la cosa mi stupisce, è incredibile quanto il linguaggio non verbale pesi.
Il pomeriggio, dall'altra parte del tavolone mi ritrovo Brandon, tornato dalla gita con l'austriaca spalle di acciaio; e glielo dico. Gli dico che noi italiani ci tocchiamo sempre quando parliamo, una mano sulla spalla, sul braccio, una pacca, stiamo vicini.
Il giorno dopo Schwarzenegger è scomparsa, incontro Brandon in cucina, mi ferma, mi mette una mano sulla spalla e mi saluta. All'inizio non capisco, ma poi, ricollego il discorso del giorno prima e mi faccio una risatella. Ha voluto farmi vedere che anche gli anglosassoni sanno avere contatto fisico.
E da qui inizia la trafila di pacche e carezze furtive e pizzichi che ci scambiamo ogni volta che c'incontriamo da soli.
Un giorno sono all'amaca ad ascoltare l'Ipod, finisco, mi alzo, faccio per andare in camera, guardo a dove c'è la doccia dei campeggiatori col lavandino e il resto e vedo una montagna umana senza maglietta, di spalle.
Minghia, ragazzi.
E' lui, a petto nudo, un corpo fantastico. E ho avuto la stessa sensazione che ho avuto quando ho visto per la prima volta Gianni a petto nudo.
Sia lodato il caldo del Northern Territory!!!!
Il 2 Agosto, il famoso Picnic Day, public holiday del Northern Territory, tutti alle hotsprings, come ben sapete mi produco nella figura di merda della mia vita rotolando nella corrente davanti agli occhi inebetiti di Mike e Mikk. Per tutto il resto del tempo, poi, quando sono arrivati anche gli altri, ovviamente tutti hanno cercato di spingermi di nuovo nella corrente per deridermi; quando ha cercato di farlo lui, il canadese più bello del mondo, mi ha tirato per la gamba, ma prima di afferrare la caviglia, mi ha accarezzato passando una mano dall'incavo del ginocchio in giù, sott'acqua, guardandomi nel frattempo negli occhi.
Il giorno dopo sono di riposo e chiedo a Mike se vuole che gli faccia vedere come si fa il risotto, visto che me l'aveva chiesto e che quel giorno ero libera. Quando glielo chiedo c'è anche Brandon lì e gli chiedo se vuole partecipare anche lui. E così, nel tardo pomeriggio io e il barbuto andiamo da Woolworth's a fare la spesa. I nordamericani decidono di farmi vedere un dolce loro e quindi prendiamo anche l'occorrente per farlo. Mike intanto va a prendere la legna nel bush.
E così a cena, in cucina io preparo il risotto con l'assistenza di Brandon che di fianco a me gira nella pentola. E sono tutti dispetti, pizzichi, spinte. Sorrisi agli angoli della bocca. Ci sfondiamo di risotto alla zucca in veranda e poi andiamo intorno al fuoco, ci raggiungono più o meno tutti, Brandon si siede di fianco a me. Apriamo il sacchetto dei marshmallows e ne infilza un paio per volta su un rametto che ha staccato dall'albero dietro di noi. Due marshmallow per volta, uno per me e uno per lui. Magico. Lo guardo allungare il braccio sul fuoco e vedo i marshmallows gonfiarsi al calore, ritrae il braccio e ne sfila uno dal bastoncino per darmelo. Così, per non so quante volte. Che caro..
Arriva poi il momento degli smores, biscotto, cioccolato, marshmallow, biscotto, incartati a sciogliere sulle braci. Una goduria, ce ne dividiamo uno.
Mi ha colpito questa sua galanteria dolciaria.
Il giorno dopo mi devo alzare prima dell'alba, inzio a lavorare alle 5.30, così ad un certo punto mi alzo e a malincuore li lascio lì intorno alle braci rosseggianti.
Dopo il lavoro, giornata freschina, metto i jeans e scopro che ci esplodo dentro, troppo McDonald's. Mi siedo intorno al tavolone in veranda a scrivere sul mio diario. Dall'altra parte c'è lui che fa altrettanto. Iniziamo a parlare, mi chiede come mi sento, gli dico che sto da dio, mi chiede perchè, gli dico che è perchè ho capito che ce l'ho fatta. Che avevo paura di non riuscire a viaggiare da sola, di non riuscire a superare questa prova e che invece ce l'ho fatta e sono fiera di me. E che sono felice perchè quel posto mi mette felicità addosso, perchè mi trovo benissimo con le persone lì all'ostello e perchè amo disperatamente quel posto e il lato selvaggio di quella natura intorno che pare che da un momento all'altro ci possa inglobare tutti quanti.
Ed è stato allora che mi ha guardata e mi ha chiesto se cercavo un boyfriend, con gli occhi nocciolosi fissi nei miei, la testa inclinata di lato, un po' in avanti, come sempre. E io gli ho detto di no. E quando mi ha chiesto se ero sicura e gli ho detto si, perchè? mi ha risposto che well, perchè se era si, lui era disponibile.
Tac.
Ci sono rimasta come uno stoccafisso.
Brandon, il canadese più bello del mondo che mi chiedeva se poteva essere il mio ragazzo. Tipo alle elementari. Imbarazzata, ho poi cambiato argomento, ma ho continuato a pensarci.
E i giorni successivi sono stati continui punzecchiamenti, battute, pizzichi e schiaffi sui culi, laciare sassi e nascondere le mani.
Quando una volta io e lui stavamo lavando i piatti insieme gli ho chiesto se era stato lui a rompere il tagliere e mi ha risposto che si, era stato lui, che la sua specialità era rompere le cose, far infiammare le patate..
Minchia, mi stavo per tagliare una mano quando l'ha detto..
E un giorno ho deciso che intorno a noi c'era troppa gente e allora gli ho detto se voelva andare alle hotsprings con me e mi ha risposto si, ok, potremmo chiedere a Mike se vuole venire anche lui. Tra me e me mi sono detta, omminchia, ma allora mi prende per il culo o cosa?! Mi sono detta, va beh, questo vuole giocare, allora giochiamo, ho smesso di pensarci seriamente, e ho continuato a giocare.
Fino al giorno della famosa wizard staff competition, quando mezzo ostello è annegato nella birra e il concorrente sfidante di Mike, Brandon, s'è arreso e s'è abbandonato sul suo giaciglio per terra dietro la macchina di Nobu. E io l'ho visto lì, al crepuscolo, per terra, bello come il sole e mi sono sdraiata di fianco a lui. E dopo un po' a sparare cazzate, mi sono messa su un gomito, l'ho guardato negli occhi, ho scavato un tunnel nella barba e l'ho baciato. E ci siamo baciati. E lui è andato a chiedere una tenda a Tony per stare insieme, e l'abbiamo montata al buio, ma poi l'ho raggiunto tardi e s'è addormentato e io l'ho lasciato da solo in tenda.
And that's it.
Fino alla sera prima che io andassi a Darwin.
Tutti intorno al tavolone, lui si alza e dice che va a dormire. E io penso, ma va 'sto stronzo, domani vado via e manco mi saluta. In camera, parlo con due ragazze nuove, in mano ho asciugamano e beauty per andare a fare la doccia, in testa ho l'idea di andare nella tenda, dopo, per salutarlo. Ma un toc toc alla porta interrompe la conversazione, chiedo chi è, è lui, apro la porta e me lo trovo appoggiato allo stipite in tutta la sua enorme bellezza che mi dice: "Mi stavo addormentando e mi sono ricordato che domani vai via, sono venuto qui perchè volevo salutarti".
AMMMMMOREEEEEEEEEEEEEEEEEEEEE!!!!!!!!!!!
Gli dico di andare in tenda che poi lo raggiungo.
E così faccio. Un lato della tenda è alzato, si vede il cielo stellato, lui è sul materassino, mi sdraio di fianco a lui, ci baciamo, mi chiede perchè sono venuta lì, non è che ho in mente di fare sesso con lui?! Sono spiazzata, gli dico che sono andata lì perchè lo volevo salutare, perchè mi piace e che si, mi piacerebbe farlo con lui. E allora tira fuori un discorso, mi dice che ha dei problemi, è convinto di non potercela fare. E allora niente, lo abbraccio, gli dico che va bene così, se posso dormire insieme a lui, mi dice di si, ci stringiamo insieme e dormiamo.
E lo so, conoscendomi non ci crederete mai, però è così, a me sarebbe andato bene anche solo così, dormire abbracciata a lui, tra i suoi braccioni, ma nel cuore della notte mi sveglio, le sue mani mi cercano, mi accarezzano. E succede.
Ed è normale, non so perchè si facesse tutti quei problemi. Non lo so proprio. Un po' mi spiace, gli vorrei dire che è un ragazzo fantastico, che non deve farsi problemi dove non ce ne sono e che dovrebbe essere più consapevole di quanto sexy e affascinante sia..
Ma non glielo dico e ci addormentiamo di nuovo.
Ci svegliamo all'alba perchè deve andare a lavorare. Sto con lui mentre fa colazione con gli spaghetti al tonno e pomodorini che ho preparato la sera prima. E' pazzo. E mi piace. Ci salutiamo, gli chiedo se ci sarà quando forse domenica tornerò qui, mi dice che non lo sa, che mi fa sapere. Lo vedo uscire dal cancello con la sua camminata flessuosa e scazzata. Torno a dormire nella mia stanza.
E come sapete, a metà mattina me lo vedo tornare, dallo stesso cancello, zoppicante: s'è stortato la caviglia mentre lavorava. Da brava italiana premurosa vado a prendergli il ghiaccio al bottle shop, il resto della giornata stiamo insieme, ma io sono nervosa per la partenza da Coco's. Nervosissima. Lo risaluto.
Ed è Darwin e la sera gli mando un sms, gli dico che la sua caviglia è messa malissimo e che dovrà fermarsi per forza. Lui mi risponde che gli spiace, ma che gli piace troppo muoversi.
Ed è Kakadu e poi ancora Katherine.
Domenica mattina, entriamo con la macchina di Coralie dentro il cortile di Coco's e lui è lì, bello come il sole.
Mi fiondo lì, mi guarda, gli guardo la caviglia, mi dice che è dolorante, ma poi lo vedo camminare normale. E mi s'insinua il dubbio che mi abbia aspettato.
Ed è di nuovo tutto come prima; in cucina, lo vedo di spalle, gli infilo le braccia intorno alla vita e salgo fino al petto, gli strizzo i pettorali, gli appoggio la faccia sulla schiena. Ed è incredibile quanto lui sappia di buono.
Gli chiedo se posso dormire con lui quella notte, mi dice si, se vuoi. E si, voglio.
La notte dormiamo in tenda, ma ognuno per i fatti propri, io sono stanchissima dai giorni precedenti. La mattina da bravo maritino m'ingozza di pancakes preparate da lui, poi saliamo in macchina e andiamo alle Cutta Cutta caves.
Al buio, mentre aspettavamo che la guida qualche curva più in là andasse avanti perchè potessimo procedere anche noi, l'ho guardato seduto sul corrimano. E volevo sedermi in braccio a lui e baciarlo in quel posto magico, aprirgli le braccia, sedermi sopra di lui, abbracciarlo, sentire le sue braccia avvolgermi, le mie mani sulla sua schiena e baciarlo, silenziosamente e morbidosamente e barbosamente. Ma non l'ho fatto.
Credo ricorderò per sempre il tragitto di ritorno a Katherine dalle grotte. Il bush che mi sfila sotto gli occhi,
Io il canadese non lo capisco, ma magicamente lo amo..
il caldo secco che entra ovunque, il cielo blu dipinto di blu, lui di fianco a me che riattacca la manovella alla portiera per aprire il finestrino, io che lo guardo interrogativamente, lui che mi risponde che se la lascia attaccata poi ci tocca dentro con il ginocchio e io che rido.
Silenzio tra di noi. Pace.
E poi arriva il momento del saluto vero, davanti a tutti, lo abbraccio, mi augura tutto il bene del mondo, mi stacco, lo guardo e gli tiro la barba.
Saliamo in macchina e partiamo strombettando. Dopo 10 minuti ritorniamo indietro perchè Coralie s'è dimenticata il tabacco. Lui è al tavolo fuori con gli aborigeni e Coco. Lo guardo e vorrei scendere di corsa dalla macchina e stampargli un bacio fugace e ricorrere indietro, ma non lo faccio. Lo guardo sorridendo e lo saluto con la mano.
E poi andiamo via per davvero.
E così è.
Ci siamo sentiti tramite sms i giorni dopo, ma il 24 agosto lui è partito per l'Europa. I messaggi che mi manda su facebook sono indecifrabili, non lo capisco, ha un senso dell'umorismo molto strano oppure si diverte a coglionarmi, ma va bene così. Tipo che gli ho chiesto di mandarmi una cartolina da Brisbane e me l'ha mandata, ma una che rappresenta le terme romane di Bath in Inghilterra..
E siamo stati la coppia non coppia più folle del mondo. A farci i dispetti, le lotte, le battute, i silenzi. E' stata una cosa stranissima quella tra me e lui. E l'ho amata inverosimilmente. Per quello che è stata e per quello che non è stata. Una storia segreta, ma non perchè dovessimo tenerla nascosta, semplicemente perchè è capitato, è sempre successo tutto lontano da occhi estranei. Ho amato trovarmelo in giro quando meno me lo aspettavo, ho amato cercarlo con lo sguardo lungo tutto l'ostello. Ho amato sedermi intorno ad un tavolo con lui, ognugno impegnato nella proprio occupazione, sollevare lo sguardo e perdermi in contemplazione totale del suo corpo. Dei suoi occhi, delle sue mani, dell'imbarazzante perfezione delle sue proporzioni. Ho amato alzarmi dalla sedia, andare da lui, abbracciarlo e sentirlo schioccarmi un baciosulla guancia. Ho amato non capire una mazza del suo umorismo a volte, ma sapere che comunque è un cazzone simpaticissimo. Ho amato i suoi sguardi imbarazzati o sfidanti. La sua insicurezza malcelata. Ho amato la naturalezza con cui tutto è successo.
Spero che al mio probabile ritorno in Italia, lui sia ancora in Europa, mi piacerebbe rivederlo, ritrovarmi con lui in qualche piazza sconosciuta e camminare al suo fianco, sentendomi una nanetta; fermarmi e ficcargli gli occhi negli occhi. E poi ricontinuare a camminare.
Mi piacerebbe si.
Ma forse non lo rivedrò mai più per il resto della mia vita. Probabile.
Sarà comunque il mio fidanzato canadese più bello del mondo..

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