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Io in cura contro l'omosessualità

Da Pianetagay @pianetagay
Io in cura contro l’omosessualitàIntervistiamo Cesare B. che racconta il tentativo infruttuoso di curare l’omosessualità.
Come mai hai incominciato un percorso di tentativo di conversione all’eterosessualità?
Sono cresciuto in un ambiente molto cattolico e l’idea che si era instaurata nella mia mente era la famosa e classica idea che ancora oggi (ahimè) vige in certi ambienti. Semplicemente non mi accettavo, non sopportavo l’idea di essere omosessuale. Ho pure tentato di suicidarmi quando sono entrato in crisi.
Come vivevi l’omosessualità?
Non la vivevo, in realtà c’è un evento della mia fanciullezza che mi ha in molto segnato portandomi a reprimere le mie pulsioni, fino a falsificarle. Ho perfino scimmiottato di essere eterosessuale.
A chi ti sei rivolto?
Vorrai dire “ a chi si sono rivolti?”. Dopo il tentativo di dire basta a questa sofferenza, mi hanno consigliato di andare da uno psicologo.
Quanti appuntamenti hai seguito?
Il mio è stato il classico percorso terapeutico, molto intenso. Calcola che ci andavo 2, a volte 3 a settimana. Durato quasi due anni. Inoltre per un anno ho aderito a un percorso di terapia di gruppo.
Quanto ti è costato?
Bhe come tutte le terapie, certo che si…molto!
Ricordi a che teorie si ispiravano nel cercare di cambiarti?
In realtà non c’erano teorie particolari, il mio psicologo si atteneva ai fatti successi nella mia vita, dettato tra l’altro dal mio desiderio di cambiare. Ma per diversi anni ho letto molto a proposito di Nicolosi. Mi hanno pure regalato un suo libro. Ho discusso tantissimo con il mio terapeuta, ma ho avuto la fortuna di incontrare una persona aperta al dialogo e assolutamente neutrale sulle teorie a riguardo.
Quanti eravate?
Se parliamo della terapie di gruppo, eravamo in 4, ma con diverse realtà e problematiche.
Com’è andata?
Il percorso l’ho concluso dopo circa due anni, ne avevo 23. Ma apparentemente è come se non fosse successo nulla, anzi…
Insomma non ha funzionato?
Diciamo che ho iniziato con serenità a vivere la mia omosessualità.
Ti hanno spiegato perchè non ha funzionato?
La mia terapia non era “riparatrice”, era semplicemente un prendere coscienza di chi ero e cosa volevo. Era capire come mai ero arrivato a essere ossessionato dall’idea di essere gay.
Come hai vissuto quell’esperienza?
L’ho vissuta!…Potrei dire bene e male allo stesso tempo. Bene perché finalmente mi stavo affrontando, male perché ho passato momenti dolorosi. In fondo, comunque quello che interessava a me, era sentirmi più sereno e ho scoperto in seguito che era inutile combattere contro la mia natura, è energia sprecata e a volte rischi di confondere la realtà.

Ci riproveresti?

Se ti riferisci a pratiche per diventare eterosessuale, ti dico no. Ma ognuno è libero di fare quello che gli pare.
Per una questione di introspezione e chiarimenti su meccanismi ed altro…lo sto già facendo!
Poi dirci perchè eri ossessionato di essere gay?
Ero ossessionato o se preferisci tormentato, impaurito… perché come ti dicevo, l’idea che si era sedimentata in me era molto forte, lievitata anche grazie all’ambiente dove sono cresciuto, dalla paura di essere escluso e deriso. Bhe era un bel conflitto, difficile da gestire. Credo sia stato naturale una reazione del genere quando nasci e cresci in un ambiente dove ti trasmettano in mille salse che l’essere normale è colui che ama e ha rapporti sessuali solo con il sesso opposto. La potente morale poi è stata una perfida nemica.

Come vivi da omosesuale oggi?

Ora vivo in modo più libero e sereno, stanco di indossare una maschera che non mi appartiene. Ho scelto anche di condividere tutto questo mio vissuto con amici e famigliari.

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