Quando lessi per la prima volta "Orgoglio e Pregiudizio" passai giornate intere a parlar in punta di forchetta, muovermi leggiadra e sentirmi profondamente britannica.
Quando lessi "Delitto e Castigo" mi feci inghiottire dalle pagine e dalla storia. Delirai per giorni con gli occhi lucidi da pazza e la convinzione di essere affetta da febbre cerebrale.
Nelle ultime settimane ho letto "Molto forte, incredibilmente vicino (Extremely Loud and Incredibly Close)". Prima sono stata un bambino spaventato e complicato, tuttologo e fragile. Poi sono diventata un uomo senza voce ma con parole scritte su quaderni, su muri e sulla propria pelle. Infine ho vestito i panni di una sorella minore, una moglie, una nonna smaniosa di amare e di trattenere i propri amati.
Non capita sempre ma quando capita fa quasi paura. Il confine tra la realtà e il racconto si fa fragile e, a lettura finita, qualcosa rimane dentro per sempre. Che sia un'atmosfera, che sia un dolore, che sia un sentimento di straziante perdita.
Non credo sia follia.
Io leggo. Io sono.