Non fatevi ingannare dal titolo. Non sono io quella che vuole andarsene. Siete voi.
Io più passo il tempo in questo paese e più penso di aver fatto la scelta giusta a tornare.
E voi mi prenderete naturalmente per pazza, idiota, incosciente, stupida e via così con i complimenti..
Leggo i giornali, guardo la televisione, ascolto la radio e mi metto costantemente le mani fra i capelli, alzo gli occhi al cielo e impreco con tutti su tutto. E’ un discorso che ho già fatto mille volte, quello sul dispiacere di vedere un paese così bello usato e abusato in un modo così bieco, cieco, riprovevole….e passatemi il termine berlusconiano, “turpe”.
E’ colpa di Berlusconi, della classe di governo e io aggiungerei delle classi di governo in generale, senza distinzione tra destra e sinistra perchè fanno davvero tutti schifo. Tutti, io non ne salvo uno.
Da quando sono tornata, molti di voi non fanno che chiedermi consigli su come scappare il più in fretta possibile da questo paese. Leggo di persone che si vergognano di essere italiane, di gente con famiglie e lavori più o meno sicuri disposti a mollare tutto per lasciare questo paese così schifoso, gretto, inutile,piccolo e meschino.
Queste parole per me sono come pugnalate.
Voi non sapete il male che mi fate. Anche voi soffrite, certamente. Perchè non è bello pensare di lasciare il proprio paese, i cari, gli affetti, il proprio mondo per salpare verso l’ignoto. Un ignoto bellissimo, certamente, perchè è così che quelli che ci sono stati ve l’hanno raccontato, ma sempre ignoto rimane.
Ieri il governatore della Banca d’Italia, Draghi, ha detto che i salari sono fermi da dieci anni, siamo sotto la media europea come retribuzioni e c’è una disoccupazione giovanile del 30%.
Poi penso ai giovani incazzati nei paesi nordafricani, specialmente la Libia e mi ritrovo, improvvisamente, dalla loro parte. Penso che hanno ragione a incazzarsi, che non ne possono più, che fanno a bene a fare le barricate a mandare a cagare Gheddafi e famiglia.
Ora noi non siamo la Libia, non siamo messi così male, diciamolo.
Non siamo un paese da Terzo Mondo (non ancora), la qualità della vita tutto sommato è buona, il paese è stupendo.
E’ la classe dirigente che lo sta affossando. Sono le scelte politiche cieche, di parte, ipocrite che hanno condannato questo paese a una morte orribile.
Sono le raccomandazioni, le amicizie giuste e interessate, gli esempi di leccaculo a tradimento, di falsi tolleranti e buonisti dell’immigrazione clandestina ad aver prevalso sul merito, sull’idealismo, sull’integrazione ragionata e legalizzata e ad aver fatto di questo paese il carrozzone carnevalesco che ormai conoscono in tutto il mondo.
Quando mi sento dire vado “Via per volpa di Berlusconi”, mi prende un nervoso che non potete capire.
Perché io me ne sono andata per lo stesso motivo, nel lontano 2009. Perché pensavo che dall’altra parte del mondo mi sarei trovata meglio, avrei trovato il mio el dorado e fanculo Italia e Berlusconi.
Io non ho trovato il mio paradiso, ma sono sicura che altri ce l’hanno fatta e sono contenta per loro.
Io sono tornata perchè so che il mio paradiso è qui da qualche parte.
Ma il punto non è neanche questo.
Il punto è che se continuiamo tutti a scappare, questo paese, così come lo conosciamo, non esisterà più tra pochi anni. Gli italiani saranno tutti scappati, al loro posto ci saranno persone di altre nazionalità e il nostro Bel paese, quello che dell’Elmo di Scipio s’è cinto la testa, quello per cui tanti giovani come noi hanno dato il sangue per vederlo unito, non sarà più lo stesso.
Sembra che noi italiani siamo uniti solo nella consapevolezza di essere divisi.
Siamo dei campioni nella retorica del lamento, della critica, del tutto va male, del tutto fa schifo.
Siamo l’unico popolo al mondo che prende in giro il proprio inno ed espone la bandiera nazionale solo durante i campionati di calcio.
E’ proprio questa divisione che facilita il dominio da parte di chi ci dirige. Come facevano gli antichi romani che, al suono di “Divide et Impera” (dividi e domina), hanno preso il controllo di tutto il paese ed evitato insurrezioni popolari.
E’ questo menefreghismo dilagante che porterà alla rovina del paese. La colpa non è solo di chi ci governa. Perchè se quelle persone sono al governo ( e parlo di questo come di quelli passati) significa che qualcuno li ha votati.
La colpa è di tutti.
Allora io penso: e se ognuno di noi provasse a fare qualcosa, anche solo pensare di fare qualcosa, per cambiare le cose?
Non parlo di insurrezioni, ci mancherebbe!
Ma la mente si, quella si deve ribellare.
Voi che vorreste partire oggi stesso, non vi piacerebbe poter tornare un giorno in un’Italia migliore? Tornare dai propri cari, dagli amici e vivere in un paese finalmente migliore?
In Nordafrica si stanno ribellando per avere un futuro migliore. Molti se ne sono andati ma tanti sono rimasti sulle barricate.
Siete davvero tutti disposti a cancellare il proprio paese e trasferirvi in uno di cui non conoscete nulla, ma date per migliore solo perchè è diverso dall’Italia?
O volete provare ad andare sulle barricate virtuali, come quelle che ci può offrire uno strumento come internet?
Scusate questo sfogo, è che tutte queste e-mails mi hanno davvero buttato giù e non trovo giusto che un giovane o un’intera famiglia decida di mollare tutto per colpa di chi ci governa.
Se volete partire per curiosità, per fare un’esperienza di vita, per vedere cose e persone nuove…va benissimo, partite ora!
Se volete abbandonare definitivamente il vostro paese perchè vi siete innamorati di un altro paese e non c’è santo che tenga a…benissimo, partite!
Se volete scappare perchè, benché amiate il vostro paese, sentite di non avere futuro per tutta l’ipocrisia, marciume, schifezze politiche che lo governano…allora aspettate, o almeno riflettete.
Viviamo in una democrazia dove le persone bene o male vengono ascoltate. Non siamo il Terzo Mondo, ripeto.
Siamo una democrazia alla deriva, in via di putrefazione ma che ancora non ha raggiunto il punto di non ritorno.
Il punto di non ritorno lo raggiungerà quando tutti i suoi giovani se ne saranno andati.
Fino ad allora c’è speranza di cambiamento.
Per farlo occorre superare divisioni, menefreghismi, egoismi. Bisogna essere uniti, come avremmo dovuto essere uniti da 150 anni a questa parte e invece non lo siamo mai stati.
Abbiamo un potere che i nostri vecchi non hanno avuto: Internet.
E allora mi rivolgo a chi ha deciso di rimanere, ai migliaia di giovani che, anche se non lo ammetteranno mai, nel loro paese un pochino ancora ci credono.
Facciamo qualcosa! Proviamo a cambiare le cose.
Io non voglio più vergognarmi di essere italiana, voglio esserne fiera, voglio renderlo migliore, questo paese.
Voglio vedere voi, oggi in partenza, scendere da quell’aereo che vi riporterà a casa, con un bel sorriso sul viso, una bella famiglia dietro di voi e la voglia di continuare a vivere qui, in Italia, nel paese più bello del Mondo.
Magari prima di mandarmi a quel paese, provate ad ascoltare lui, molto più bravo di me a spiegare quanto è meraviglioso essere italiani.
La Maga con i lacrimoni