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IO NON POSSO ENTRARE ovvero NO CHILDREN ALLOWED

Da Maxdejavu
IO NON POSSO ENTRARE ovvero NO CHILDREN ALLOWED

Voillà! Max Dejavù

IO NON POSSO ENTRARE ovvero NO CHILDREN ALLOWED

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Questa è la frase che un’amica si è sentita dire in un paese nemmeno tanto lontano dal nostro, anzi confinante direi!

Ma è una novità solamente per noi o forse nemmeno tanto novità se consideriamo che un numero sempre maggiore di ristoranti, locali o altre attività di ristoro o di benessere non espongono il cartello “No Kids” ovvero “Io non posso entrare” ma semplicemente e molto più comunemente, considerando che è una forma assolutamente vietata dalla legge, ti lascino intendere in maniera forse nemmeno tanto velata, di non essere dei graditi ospiti in quanto portatori sani di prole.

IO NON POSSO ENTRARE ovvero NO CHILDREN ALLOWED

ovvero i bimbi che piangono verranno accompagnati a svernare nella zona fumatori!!!

E’ una situazione tanto ridicola quanto reale.

E’ sbalorditivo pensare che se tanto si è fatto negli ultimi anni per cercare di limitare a poche briciole i locali che applicavano diversi listini, se non diversi atteggiamenti nei riguardi di persone extracomunitarie e straniere comunitarie, ma forse nulla si è fatto per fronteggiare o almeno studiare il fenomeno del “No-Kids Allowed”.  

Forse perchè si ritiene che sia comunque una forma benefica per il commercio…

“I bambini fino all’aperitivo” ha detto il futuro sposo alla nostra amica quando è stato chiamato per confermare la presenza al ricevimento “Già, no-kids allowed o almeno fino all’aperitivo, abbiamo deciso così”Da una breve ricerca sulla rete abbiamo scoperto che negli USA il “no kids allowed” è in forma sempre maggiore. Un fenomeno presente presso compagnie aeree, cinema, teatri ma soprattutto presso negozi e/o centri commerciali e in espansione. Decine di persone nei forum italiani santificano questa nuova forma di proibizionismo proinfanti come la fine dei supplizi serali. Decine di persone inneggiano alla libertà di espressione sostenendo che ad un matrimonio chiunque sia libero di fare le proprie scelte e quindi, se si ritiene che gli infanti siano un peso morto, un disturbo per la buona riuscita della festa, allora ben venga il no kids allowed.

A marzo del 2011, McDain, un ristorante molto popolare nella zona di Pittsburgh che aveva vietato l’accesso ai bambini di età inferiore ai 6 anni è diventato il principale sponsor per il movimento no-kids-zone Secondo un sondaggio a Pittsburgh, oltre la metà dei residenti dell’area erano a favore del divieto. 

Ed ora le grandi Aziende stanno prestando attenzione a questo sempre più popolare movimento, che potrebbe diventare una nuova frontiera del business.

Negli USA hanno inoltre ideato apposite fasce orarie dove i bimbi al seguito sono ammessi.

I cinema hanno creato giorni e orari prestabiliti per il solo ed unico ingresso di bambini.

Alcuni alberghi europei accettano solo dai 18 anni in su.

E sicuramente un fenomeno assolutamente straniero ma che comincia a dilagare anche in Italia e soprattutto al nord, principale contatto con realtà limitrofe, che non esiterà tuttavia ad espandersi e dilagare anche nel sud Italia, molto più velocemente di quanto chiunque di noi possa immaginare, perché le porcate invadono il mondo molto più velocemente delle cose buone.

Immaginate quanti problemi e soprattutto quanto imbarazzo se vi venisse detto mentre siete gaudi e festosi per aver ricevuto una partecipazione di nozze (effettivamente non si festeggia quasi mai anzi si smadonna come degli agnelli a pasqua al ricevimento di una partecipazione) e dall’altro capo della cornetta il vostro amico/a vi dicesse “No cara, i bimbi, quella specie di esseri mutanti moccolosi, rumorosi, distruttori e portatori di malattie te li tieni a casa perché noi non ci possiamo mica far rovinare la festa da quel maledetto rom*******oni che ti porti appresso!”

Sicuramente ci saremo trovati parecchie volte a dover commentare ironicamente l’atteggiamento dei bambini a tavola o all’interno di centri commerciali dove loro, i nani, non certo nel loro climax migliore danno il peggio di se stessi cercando di dare fuoco ad ogni manichino che capiti a tiro.

Ma è una questione di coscienza.

Sono scelte personali che possono e devo essere prese liberamente dai coniugi che non si devono sentire obbligati a pensare che il marmocchio non lo si possa portare con se.

Immaginate scene da follia collettiva tipo: “Noooo ca**o una partecipazione di nozze, ed ora a chi lasciamo Satana?” 

Oppure scene tipo “i nostri amici devono andare a cena al ristorante Vattelappesca ma non accettano carte di credito né bambini… come dobbiamo fare?” 

Oppure ancora fare i biglietti aerei e dire “Allora sono due adulti e due bimbi passaggio stiva! Oh si grazie, vicino alla ciotola dell’acqua andrebbe benissimo, sono dei bimbi che si adattano tranquillamente”

Ma non è questo il mondo che ho sognato.

Non è questo il mondo dove voglio crescere i miei bambini!

Ma chi cavolo sta al comando di questa baracca? Ma stiamo diventando un branco di zoticoni!?

IO NON POSSO ENTRARE ovvero NO CHILDREN ALLOWED

Vietato l’ingresso ai cani e agli ebrei!

Ricordo la scena de “La vita è bella” dove Giosuè legge su una serranda “Vietato l’ingresso agli Ebrei e ai cani”.

Quell’epoca è fortunatamente passata ma forse nemmeno tanto se continuiamo a sentire e leggere discussioni di così basso livello etico e morale. Perché, parliamoci chiaramente, un esercizio pubblico è UN ESERCIZIO PUBBLICO, non si possono mettere limiti di razza, religione, sesso e tanto meno di età malgrado appaia evidente che il popolo degli eterni giovani stia cercando di creare una lobby per soli scapoloni, in cerca di avventura e tranquillità lontano da nani petulanti.

Certo, la questione dell’educazione dei figli è altrettanto oggettiva e palpabile in ogni quotidianità, ma non è e non può essere un problema risolvibile con la messa al bando dei pargoli che, volenti o nolenti, può creare solo disagi alla famiglia.

Tanto si è fatto negli ultimi anni per cercare di arginare il fenomeno del randagismo, per cercare di creare nuove strutture ricettive per l’accoglienza dei nostri amici domestici che puntualmente vengono abbandonati lungo le autostrade o per le campagne proprio in concomitanza del lungo ponte estivo e natalizio che improvvisamente ecco spuntare all’orizzonte un nuovo problema, ancora più inquietante.

Dovremmo forse aspettarci di trovare bambini abbandonati negli autogrill in concomitanza con le ferie estive o natalizie? Tra poco dovremo mettere il micro chip e il micro ciop ai bambini????

Alla fine la considerazione più banale è che invece di cercare di promuovere ed aiutare le coppie nella gestione dei figli (fare figli comporta un giro economico non indifferente, pensate solo a pannolini, pappe, vestitini, scarpe, macchina più grande, casa più grande…) fanno si che tutto sia sempre più difficile, ti mettono in difficoltà e non capiscono che tutto quanto si ritorce poi contro…


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