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Io pensavo che la crisi che stiamo vivendo fosse figlia dei nipoti della Thatcher e di Reagan, del liberismo, ed invece è la conseguenza dell’esperimento cileno e dell’attentato ad Allende.

Creato il 24 novembre 2011 da Slasch16

Io pensavo che la crisi che stiamo vivendo fosse figlia dei nipoti della Thatcher  e di Reagan, del liberismo, ed invece è la conseguenza dell’esperimento cileno e dell’attentato ad Allende.Noi umani nella media viviamo solo il presente, come i cani, e tendiamo a giudicare le situazioni politico economiche come se fossero figlie dell’anno prima o conseguenza dei risultati delle  elezioni politiche, generalmente le ultime o poco più in là.
L’atteggiamento della lega, rispetto alla crisi, è sintomatico non solo della loro ignoranza e tentativo di speculazione per il fatto che governano da 8 anni e si comportano come se non fossero responsabili, se non fosse colpa loro, ma per la posizione che prendono in merito a quello che la politica europea tenta di fare.
Gli storici, gli economisti, gli studiosi queste cose le sanno, conoscono la genesi di questo fallimento globalizzato ma anche loro, come noi tapini che cerchiamo di capire, non dicono tutta la verità e così ci troviamo schierati tra capitalisti ed anti capitalisti, tra i fautori del libero mercato ed i contrari che vorrebbero una politica preponderante sull’economia e non viceversa.
Se aggiungiamo agli argomenti fuorvianti che il capitalismo e la cultura ci buttano in pentola la nostra mancanza di memoria ecco che facciamo come i cani, viviamo il presente ed attacchiamo il primo che passa, che ci prova e magari non ce la fa e nascono gli schieramenti pro o contro questo o quello costruendoci attorno un sistema di informazione che va avanti per settimane senza informare per niente, il colpevole di tutto questo è il libero mercato del capitalismo globale ed è per questo che avremmo bisogno di una politica forte che condizioni, con le leggi e le regole, l’economia globalizzata del liberismo e del libero mercato.
Come le prove del regime berlusconiano che abbiamo subito per 18 anni senza nemmeno la certezza che sia finito, sono state fatte dalla P2 nell’ Argentina di Menem che è arrivata al fallimento e verso il quale ci stiamo avviando anche noi ma senza la rivoluzione che le donne argentine hanno fatto battendo i mestoli sulle pentole vuote, così le prove del liberismo sfrenato, del libero mercato, non sono state inventate dalla Thatcher  e poi copiate da Reagan ma sono state fatte con il colpo di stato che ha destituito Allende.
Il neoliberismo del libero mercato non si limita ad imporre sacrifici alle masse per aumentare i profitti ma tenta, meglio riesce, a mettere alla guida politica dei paesi capitalisti uomini che sono tutti figli della cultura neoliberista.
Ci sono dentro tutti e ne elenco alcuni, Mario Monti, Lucas Papademos, Romano Prodi, Mario Draghi, Massimo Tononi, Gianni Letta e molti altri, in sostanza la finanza capitalista ha deciso di intervenire direttamente nella politica degli stati, vogliono andare oltre ai profitti.
“Per capire cosa ci aspetta è necessario fare un passo indietro che forse ci permetterà di farne due avanti. Partiamo dal biennio 1978-1980. È un punto di svolta rivoluzionario nella storia sociale ed economica del mondo.”
Il virgolettato non è mio e lo metto in evidenza. Io ho scritto, prima di leggere questo articolo, un post dal titolo:

La politica è morta, comanda l’economia, per quanto strano sia l’economia siamo noi. Lavoratori e consumatori.

In parole povere e nella mia ignoranza da terza media esprimevo nella sostanza lo stesso concetto, poi mi è capitato di leggere questo  articolo e tutto mi è parso più chiaro.
Dopo vi metto il link ma prima voglio ricopiare questo passo assai significativo:
“David Harvey nel suo libro “Breve storia del neoliberismo” ripercorre il primo esperimento di creazione di uno Stato neoliberista, verificatosi in Cile dopo il golpe di Pinochet nel settembre del 1978. Il colpo di stato contro il governo democratico di Salvador Allende, scrive Harvey, fu organizzato dalle élite economiche nazionali che si sentivano minacciate dalla politica socialista promossa dal presidente con l’appoggio delle grandi società americane, della CIA e del segretario H. Kissinger”.
Il problema con cui si deve confrontare il golpe è quello di ridare vigore a un economia in stagnazione. Viene convocato un gruppo di economisti, i Chicago boys, allievi delle teorie neoliberiste di Milton Friedman che insegnava all’Università di Chicago. Pinochet portò i Chicago boys al governo dove si impegnarono immediatamente a negoziare prestiti con il fondo monetario internazionale. Lavorando a fianco del Fondo Monetario Internazionale, questi economisti revocarono le nazionalizzazioni, privatizzarono i beni pubblici, resero le risorse naturali accessibili a uno sfruttamento del tutto privo di regole, privatizzarono la previdenza sociale, agevolarono investimenti stranieri e il libero scambio. L’immediata ripresa economica cilena in termini di accumulo di capitale, livelli di profitto ebbe vita breve: il sistema crollo con la crisi del debito latinoamericano del 1982. questo è stato il banco di prova in vista della svolta neoliberista che si sarebbe avuta in Gran Bretagna e negli Stati Uniti negli anni ottanta.”
Non so se anche voi avete la mia impressione, che il capitalismo si sta mangiando la democrazia e la Costituzione ma di fatto chi ci guida se non è figlio del sistema neoliberista e parassita ne è il nipote.
Non si distanzia nemmeno molto dal programma della P2.
Ed ora il link all’articolo, ce ne sono a migliaia nel web ma si deve avere l’interesse e la voglia di scovarli.

La Repubblica dei Mercati

Di Davide Zorzi.



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