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“Io sono di legno” – Giulia Carcasi

Creato il 15 ottobre 2015 da Temperamente

Cuore d’oro, uomo d’acciaio, testa di coccio: scordatevi tutti questi materiali. Le emozioni stanno nel legno.

La trama di Io sono di legno della Carcasi è molto lineare, ma, al contempo, profonda e veramente ben scritta.
È una domenica qualsiasi quando Giulia inizia a leggere il diario segreto della figlia Mia, che ha chiamato così proprio per regalarle l’indipendenza che le donne loro antenate inseguono da sempre.
Scorrendo le pagine dei suoi pensieri scopre una serie di atteggiamenti che non mostra a casa e che, soprattutto, lei non condivide. Mia è egoista, usa le persone a proprio piacimento, per il raggiungimento dei suoi obiettivi. Ma non tutto è perduto, Giulia ne è convinta. La figlia è giovane, e il cinismo che veste è una maschera frutto della società in cui è cresciuta.
Non è però facile sistemare le cose.
Il loro rapporto è complicato, stiamo pur sempre parlando di una figlia diciottenne: distanza siderale che vede due generazioni a confronto in cui gli usi e costumi sono mutati sì profondamente che a tratti pare siano passati mille anni, e non trenta.
Ma ci sono anche cose che non sono cambiate per nulla: la sete di vita, di amore nei confronti dei ragazzi è sempre quella, ora come allora. E così Giulia si accorge di come in realtà non sia cambiato granché per le cose importanti rispetto a quando era ragazza lei, quando era l’ultima matrioska di una famiglia con due sorelle maggiori, una madre remissiva e un padre autoritario.
Da qui la presa di coscienza che forse la parola fine non è ancora stata scritta, che magari può indirizzare la diciottenne verso altri lidi, indicandole la giusta strada da percorrere. Per questo inizia a scriverle delle lettere, come in un rapporto epistolare d’altri tempi. Legge e poi le risponde, scrivendo.

Giulia Carcasi è una donna che racconta di due donne, con un tocco delicato ma incisivo al tempo stesso, come sa essere il gentil sesso.
Io sono di legno è amore incondizionato verso i figli, è adolescenza che sembra durare per sempre, è crescita attraverso gli errori.
Le diversità che parevano esistere tra le due donne si affievoliscono mano a mano che il lettore (e la madre) prosegue (proseguono) nella lettura, venendo a conoscere il passato di Giulia e le intenzioni profonde di Mia.
Le delusioni che ha subìto la madre, tradita pure dalle persone più care, ma anche l’aiuto che ha trovato nelle parole e nei gesti di Sofia, suora peruviana, ci raccontano di una vita piena, degna di essere vissuta, ma anche colma di dispiaceri e sofferenze.
Fino al concept che dà il titolo al romanzo:

“Il legno sembra fermo, ma è sottoposto a pressioni interne che lentamente lo spaccano.
La ceramica si rompe, fa subito mostra dei suoi cocci rotti.
Il legno no, finché può nasconde, si lascia torturare ma non confessa.
Io sono di legno.
Che le vuoi dire?”

Giulia è la madre amorosa che vorrebbe far evitare a sua figlia i suoi stessi errori, farle prendere una scorciatoia, il baluardo che le impedisca di perdersi per un sentiero ostico e pieno di sofferenze.

Giulia è la madre di tutti noi.
Ma si capisce che gli errori bisogna commetterli per poterne trarre un qualche insegnamento. Bisogna toccare il fuoco per scoprire che brucia, per non avvicinarcisi troppo la prossima volta. Bisogna innamorarsi perdutamente e poi venire lasciati, per proseguire con la giusta prudenza e non gettarsi a pesce senza guardare, senza considerare.
Libro consigliato a tutti, uomini e donne, madri e figlie, padri e figli.

Giulia Carcasi, Io sono di legno, Feltrinelli, 2007


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