Sul tema della memoria, che sarà il cuore portante del premio Alessandro Tassoni di quest’anno, la curiosità se non il caso mi ha guidato verso dei passati forse ancora troppo sconosciuti e tutti al femminile. E ho trovato delle poesie di Zoë Akins, fra cui Io sono il vento, che mi hanno ricordato in personalissimi giri di memoria la scrittura di una delle mie poete preferite, Else Lasker-Schüler. Le due penne non potrebbero (forse) essere più diverse, come le loro vite. I luoghi di vita sono ancora più distanti: la Berlino via via sempre più di miseria e di vagabondaggio della Lasker-Schüler, le colline luccicanti di dive e divine della Hollywood del cinema muto della Akins. In comune le due donne hanno la straordinarietà del loro vissuto.
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Americana, era nata il giorno prima di Holloween nel 1886 ed era una donna del Sud Zoë Akins: il Missouri dove nasce e cresce è solo convenzionalmente nel MidWest. Saint-Luois fu la casa della sua gioventù, la città dove la donna che vinse il Pulitzer per la Drammaturgia nel 1935 cominciò il suo percorso nella letteratura. Zoë Akins fu molte scritture: critica, giornalismo, testi per il teatro e per il cinema hollywoodiano e poesia. La poesia fu raccolta in due volumi, Interpretations (1914) e The Hills Grow Smaller (1934). E fu soprattutto una donna che lavorò ed emerse in un mondo eccessivo e trasgressivo non perdendo mai la rotta del suo talento e della sua conquista alla libertà da ogni condizionamento sociale ed espressivo. La sua Hollywood fu quella del cinema muto e di Greta Garbo, per cui Akins realizzò la sceneggiatura di Margherita Gauthier, una Signora delle Camelie di rara bellezza.
I suoi lavori letterari furono spesso dichiarati “too liberal” per quei tempi ed ebbero alterne fortune di pubblico, almeno fino al Pulitzer. Non erano giudizi di torto: Akins era molto più “liberal” dei suoi testi, sia nel posizionarsi saldamente all’interno di un mondo estremamente maschilista come quello dell’industria cinematografica americana sia nelle scelte personali. L’Akins non aveva “confini amorosi”, e “divideva” la sua casa di Frankline Avenue durante gli anni d’oro del cinema muto con l’attrice Jobyna Howland. Di loro scriverà Cecil Beaton su Vogue nel 1931: “la loro casa è piena degli oggetti più squisiti, così piena di fascino e di personalità della letteratura”. Un ospite fisso era George Cukor, il famoso regista. Nel 1932 Zoë Akins sposava lo svedese Hugo C. L. Rumbold, che amava ricordare il suo grado militare di capitano (avuto durante la prima guerra mondiale) ma che di mestiere era un ottimo costumista e successivamente impresario teatrale. Le due poesie qui tradotte dall’inglese, Io sono il vento e La Viandante, sono contenute nella prima raccolta di poesia della Akins.
Georgia O’Keeffe
IO SONO IL VENTO
(1914)
Sono il vento che trema,
tu la terra ferma:
Io sono l’ombra che scorre
oltre la rena.
Sono della foglia l’oscillare,
Tu – l’incrollabile albero;
Sei come le stelle che stanno immobili,
Io sono il mare.
Tu sei la luce eterna
come una torcia io morirò…
Tu sei il crescendo di una musica immensa
Io – se non un grido.
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LA VIANDANTE
(1914)
Le navi stanno distendendosi nella baia
I gabbiani oscillando attorno ai loro alberi;
Il mio spirito impaziente come loro
sogna i fianchi delle stelle.
Così tanto amo il vagabondare
Così tanto amo il mare ed il cielo
che sarà una pietosa cosa
in una piccola tomba seppellirmi.
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(trad. a cura di S. Sambiase
si ringrazia Federica Galetto per l’aiuto alla poesia La Viandante)
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