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Io sono Ingrid: Ingrid Bergman donna libera ed emancipata

Creato il 23 ottobre 2015 da Onesto_e_spietato @OnestoeSpietato

Io sono Ingrid di Stig Björkman è un pregevole documentario su una delle più grandi attrici di tutti i tempi: Ingrid Bergman. Un documentario che gira la macchina da presa sul suo essere donna più che attrice, Ingrid più che Ingrid Bergman.

Io sono Ingrid - Ingrid BergmanIo sono Ingrid, firmato dallo svedese Stig Björkman e realizzato in occasione del centenario della nascita dell’attrice, è stato fortemente voluto da Isabella Rossellini (figlia, insieme alla gemella Isotta e al fratello Robertino, dall’attrice svedese e del grande Roberto Rossellini). Volli, fortissimamente volli. E lo sforzo è un ottimo documentario.

Ingrid Bergman donna, moglie, mamma. Da Io sono Ingrid emerge tutto il lato non divistico di un’attrice indimenticabile. Una donna che ha incarnato il prototipo di donna libera ed emancipata, in amore come nella vita, fino addirittura a quel coming out sul tumore al seno che l’ha portata via. “Sono passata da santa a puttana e poi di nuovo a santa nell’arco di una sola vita” ha detto la Bergman. Una (doppia) parabola di purezza, peccato e redenzione per una moderna Giovanna d’Arco che ha patito su di sé uno dei primi casi della mediatica macchina del fango. Tanti amori, tanti mariti, tanti figli. Una carriera che l’ha portata dalla Svezia a Hollywood, da Parigi all’Italia, da Londra al mondo. L’amore per Roberto Rossellini, il lungo esilio dalla scena americana che ne è derivato, il bel feeling professionale con Alfred Hitchcock e quello contrastato con Ingmar Bergman per l’ultima pellicola che l’ha vista protagonista, Sinfonia d’autunno.
Io sono Ingrid, seguendo e scorrendo tutto l’arco temporale della carriera di colei che è stata diva e anti-diva allo stesso tempo, parla della donna Ingrid, della sua lontananza da casa e dai figli, del suo desiderio di libertà e ribellione, della sua ingordigia di vita più che di successo. Una figura vitale, sorridente, ma anche pensierosa, introversa.

Io sono Ingrid, pur con qualche lunghezza di troppo (eccessive le quasi due ore di durata) e alcuni brevi inciampi nella seconda parte, potrebbe essere preso come exemplum di documentario. Mischia alla perfezione filmati e fotografie noti a materiali d’archivio inediti, girati proprio dall’attrice con una cinepresa a passo ridotto nel suo continuo peregrinare per il mondo, e li accompagna a interviste recenti ai figli e a colleghe del grande schermo come Liv Ullmann. A fungere da collante la lettura di appunti, lettere e brani di diario provenienti dalla ricchissima collezione conservata negli archivi cinematografici della Weyslean University nel Connecticut.

Io sono Ingrid, anche grazie alla soave e trascinante colonna sonora al pianoforte di Michael Nyman, ci stringe allo schermo come intorno ad un focolare domestico, come bambini affamati d’ascoltare una storia dai contorni fiabeschi per una vita da film.

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