Magazine Diario personale
Ho rinunciato ad aprire una cartella di collazione degli atti e dei detti notevoli di Bergoglio, sapevo fosse una fatica inutile, ci avrebbero pensato gli ultras cattolici ai quali sta sul cazzo fin da quel «buonasera» di sei mesi fa, nel caso avrei potuto attingere dalla cartella che aprirono quella stessa sera. Lì dentro, giorno dopo giorno, hanno ficcato tutto quello che Bergoglio andava facendo e dicendo, agitando nei loro cuori tutta la gamma delle emozioni dallo sgomento allo sdegno. Li capisco, poverini, anche per loro Bergoglio non è che una bagascia, e per chi ha un bisogno quasi biologico di stare inginocchiato davanti un papa dev’essere un tortura indicibile sta lì col ginocchio piegato, ma senza poterlo poggiare, perché al posto di un pontefice ci sta un esperto di marketing chiamato a rimettere in sesto la ditta.Li capisco, perché sto in analoga condizione: ho un palmo della mano destra sospeso in aria, pronto a mollare uno schiaffone, ma il cerone sul volto del cattolicesimo post ratzingeriano è così abbondante che la mano vi impatterebbe scivolando via, per giunta tutta impiastricciata, ci farei la figuraccia di chi scivola su una buccia di banana. Io, il senzadio con l’hobby del decostruzionismo, e loro, le pecorelle più candide nel gregge, aspettiamo un altro papa e rimpiangiamo quello andato in pensione: loro per poggiare il ginocchio, io per sferrare lo schiaffone.Che chiavica di papa, questo Bergoglio. Anche il papa più sifilitico che ci abbia regalato il Medioevo o il Rinascimento sembra un Gigante della Fede al suo confronto: la Tradizione era meglio conservata in una sua pustola che in questa patetica messinscena del poverello d’Assisi che gira in scarpe da tranviere e con borsone da veterinario. Il cattolicesimo non è questa melassa, è un orrido viluppo di bassissimi interessi coperto da un affascinante velo intessuto di sofismi. Ora arriva questo pretonzolo col sorriso à la Stan Laurel e con la zeppola à la Helenio Herrera e degrada il mostro a un cartone animato, bleah.Perciò io sto con Gnocchi e Palmaro, i due licenziati in tronco da Radio Maria per aver detto che a loro questo papa non piace, argomentando con la più pura ortodossia, al confronto della quale le bubbole che Bergoglio ha sbaccellato a Scalfari e a Spadaro hanno dignità di eresiucole stortignaccole: il cattolicesimo genuino è il loro, quello di Bergoglio è una volgare contraffazione per fottere il mercato. Sto con Gnocchi e Palmaro, a loro va tutta la mia solidarietà, e con loro levo al cielo la dolente preghiera: «Aridacce un puzzone».
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