Io sto con Tabitha (ovvero: HO FINITO IL SECONDO MANOSCRITTO!)

Creato il 26 agosto 2012 da Taccodieci @Taccodieci


Sembra strano che io, una scrittrice di chick lit, prenda ad esempio e modello Tabitha King, la moglie del Re.
Sarà perchè suo marito mi ha cresciuta più della tv, sarà perchè mi piace immaginarla come una donna normale, che fa le cose che fanno le donne normali e che cerca, di conseguenza, di conciliare la scrittura con altri millemiliardi di cose.
Consideriamo poi il successo di Stephen: Tabitha è forse meno dotata di lui? Perchè di lei non parla nessuno e lui è semplicemente il Re? Non so se effettivamente lei sia meno dotata di lui e probabilmente nessuno lo scoprirà mai, perchè quello che so per certo è che questo mondo è ingiusto e che Tabitha (donna), ha avuto, ha ed avrà sempre meno possibilità di Stephen (uomo) di dedicarsi alle proprie passioni.
Vi racconto, a titolo esemplificativo, la fatica infame che ho fatto negli ultimi due giorni, per terminare il mio manoscritto. La scrittura, sinceramente, è stato l'ultimo dei miei problemi.
Martedì
Le vacanze in Croazia erano state una vera e propria fucina creativa. Probabilmente, se avessi avuto con me il portatile, mi sarei attaccata a Facebook e col cavolo che avrei partorito la fine del romanzo, ma avrei comunque dato una costola per avere il pc a disposizione almeno per qualche ora.
Le idee letteralmente premevano le pareti del cervello per uscire.
Per sfogare questa emicrania mi ero ripromessa di buttare giù nero su monitor tutto al rientro. Esattamente un secondo dopo il rientro. E così ho fatto, fino a martedì mattina, giorno in cui avrei dovuto termminare le battute finali del manoscritto.
Martedì mattina accompagno FF al lavoro, visto che ora abbiamo un'auto sola dal momento che la sua ha pensato bene, un venerdì sera di qualche tempo fa, di abbandonarmi in tangenziale facendomi fare la figura della cretina. In auto FF mi elenca tutte le cose che io, essendo in ferie e quindi schiavizzabile per la causa, "avrei potuto" sbrigare durante la giornata: sbrinare il freezer e sostituire il neon della cucina. In più io stessa mi ero ripromessa di stirare, portare l'auto dal meccanico per la sostituzione dei freni ed il cambio olio e fare provviste per l'inverno, ovvero cucinare ragù ed altre cosucce da congelare in vista del freddo.
Tornando a casa mi fermo a fare la spesa ed acquisto tutto il necessario per cucinare ragù, verdure ripiene e spiedini. Dall'auto chiamo il meccanico, che mi fissa un appuntamento per mercoledì pomeriggio.
Torno a casa ed inizio a preparare le verdure ripiene. Chiudo la porta della cucina per non riempire di tanfo tutta la casa ed apro la finestra.
Cucinare con Caligola, Lucifero o Nosferatu che sia fuori non si rivela da subito una scelta vincente: dopo qualche minuto sto letteralmente svenendo di caldo e continuo a bere acqua fresca più di una fontana. Ma ormai ho acquistato tutto e non posso tirarmi indietro.
Con le verdure ripiene nel forno (sì, ho acceso il forno!) preparo il ragù. Metre cuoce il ragù inscatolo le verdure ormai cotte e mi metto ad infilzare spiedini.
Mi accorgo di non avere abbastanza stuzzicadenti e, per non lasciare il ragù sul fuoco, busso a ben due vicini per chiedere se abbiano degli stuzzicadenti da darmi. Nessuna delle due porte si apre, nonostante auto parcheggiate di fronte al cancello e televisioni e tutto volume all'interno: simpatia portami via e grazie ventunesimo secolo. Forse, se li avessi contattati su Facebook, mi avrebero risposto.
Spengo quindi il fuoco del ragù e perdo almeno mezz'ora al supermercato per comprare degli stupidi stuzzicadenti. Già che ci sono compro anche una confezione di uova, che rompo tutte, ma proprio tutte, appoggiandole sul nastro della cassa. Che ne sapevo io che la confezione si sarebbe aperta tenendola solo per un lembo? Dovrebbero come minimo mettere degli avvertimenti, dei disegni esplicativi, sulle confezioni di uova. Possibile che nessuno abbia mai pensato di scrivere "fragile" e "ragazze sfigate state attente" sulle maledette confezioni delle uova?
Torno a casa e preparo gli spiedini.
Mentre gli spiedini rosolano ed il ragù si raffredda, leggo le istruzioni per sbrinare il freezer: "per sbrinare il freezer premere il pulsante OFF, facendo attenzione che il comando spegnerà anche il frigorifero". Apro il frigorifero e lo vedo pieno di roba. Guardo il ripiano della cucina e lo vedo pieno di cose appena cucinate che attendono di essere riposte in un freezer sbrinato. Merda, questa non l'avevo prevista.
Chiamo i suoceri e chiedo se posso occupare per una mezza giornata il loro frigorifero ed il loro congelatore, quindi stipo tutto dentro tante borse termiche e faccio il trasloco.
Torno a casa, fulmino il freezer con lo sguardo e decido che in qualche modo, il bastardo, andrà sbrinato alla svelta. Premo il tasto OFF ed apro la porta dell'aggeggio.
Nonostante il caldo infernale della cucina, la brina tarda a sciogliersi ed io sono sempre più impaziente. Ormai è primo pomeriggio e non posso aspettare tutto il giorno perchè la brina si sciolga. Idea geniale. Vado di sopra e prendo il phon da viaggio: mi inginocchio davanti al freezer e la brina inizia a sciogliersi supervelocissimamente. Mi sento la ragazza più intelligente del mondo quando, ormai a lavoro quasi finito, il phon fa "bzzzz", diventa tutto incandescente e poi si spegne. Ignara del pericolo di folgorfazione, provo a riaccenderlo, ma emette solo una pernacchia e diventa paonazzo. Bruciato. Merda.
Desisto? Neanche per idea: vado di sopra e prendo un altro phon.
A lavoro finito (dopo chiaramente aver lavato pentole e padelle varie) ho solo il tempo di scaraventarmi sotto una doccia gelata, accendere il climatizzatore a ballettone per qualche minuto, ponendomi giusto davanti allo split per rovinarmi le cervicali, prima di correre a casa dei miei.
I miei genitori sono in ferie da fine luglio e mi avevano chiesto di dare da bere alle loro piante. Quando arrivo a casa loro è subito evidente come tutto il loro terrazzo sia ormai morto stecchito.
Chiamo mia madre.
- Mamma, sono a casa vostra, ma...
- Come stanno le piante?
- Sono stecchite, mamma.
- Tutte?
- Tutte quante.
- Anche il basilico?
- Soprattutto il basilico. Penso che a questo punto sia inutile che le annaffi, no?
Richiudo casa dei miei e mi avvio ad acquistare il neon per la cucina, infine passo a prendere FF al lavoro per andare assieme alla festa di compleanno di un'amica a Jesolo.
Mentre sono appoggiata ad un muretto a sorseggiare un aperitivo, ovvero negi primi due minuti sereni di tutta la giornata, quando ancora le immagini dell'inferno della cucina nel pomeriggio mi scorrono davanti agli occhi, mi si avvicina FF.
- Hai portato l'auto dal meccanico, oggi?
- No, ho preso appuntamento per domani.
- Pensavo la portassi oggi.
- Invece la porto domani. Oggi ho comunque avuto una giornata pesante lo stesso, anche senza meccanico.
- Che [@##° dici? Giornata pesante? Sei in ferie!
- No, che @##° dici tu! Tu pensi che Tabitha abbia preparato ragù, bruchiato phon, sbrinato freezer e fatto tutto quello che ho fatto io oggi?
E lascio FF da solo appoggiato sul muretto, come un Pinocchio, a chiedersi chi [@##° sia Tabitha.
Mercoledì
Sveglia all'alba per stirare (prima il dovere...) ed avere il resto della mattinata da dedicare alla conclusione del manoscritto.
Stiro, stiro, stiro.
Poi vado dai suoceri a recuperare le provviste che avevo temporaneamente parcheggiato nel loro freezer durante Il Grande Sbrinamento. Caldo angosciante là fuori. Lamiere roventi dell'auto.
All'ora di pranzo riesco a terminare le faccende e mi metto a scrivere. Decido di saltare il pranzo per ottimizzare.
Mentre scrivo preparo un articolato dessert composto da tre creme di colori diversi, in vista di una cena tra amici. Sembra una figata, detta così, ma lo faccio solo perchè il giorno prima, durante Il Grande Sbrinamento, ho dimenticato fuori dal freezer una confezione di ribes, che si è scongelata e deve quindi essere utilizzata quanto prima. Scrivo per dieci minuti, poi aggiungo una crema al semifreddo, poi scrivo per altri dieci minuti... "Poco e spesso": credo sia un metodo consigliato da ogni manuale di scrittura.
Chiamano prima la Folletto e poi la Vodafone. Credo che la ragazza del call centre Vodafone ricorderà il nostro numero e lo salveròà in rubrica come "non rispondere": "non ho nessuna intenzione di passare a Vofafone, CHIARO???".
Alle 14 vado dal meccanico e torno a casa a piedi. Sì, a piedi. Due chilometri in piena zona industriale, sotto il sole. Ad un certo punto mi accorgo che non riesco a mantenere una linea retta camminando e mi maledico per non aver portato con me almeno una bottiglietta d'acqua a temperatura ambiente. Affretto il passo e ce la faccio ad arrivare a casa.
Mi rimetto a scrivere, ma poco dopo chiama il meccanico, giusto per dire che il danno riscontrato è più grave del previsto ed il preventivo sale a 500 euro. La mia risposta è un lapidario "non esiste". Alla fine il conto sarà di soli 392 euro.
Dopo circa un'ora, con generi di conforto nella borsa, torno a prendere l'auto.
Ora che sono nuovamente motorizzata posso andare a prendere FF al lavoro e portarlo direttamente a cena da amici, con semifreddo e tutto.
- Oggi sei riuscita a scrivere?
- Ho finito il manoscritto.
- Che bello! Allora hai scritto tutto il giorno.
- Lasciamo perdere.
Se vi fosse sfuggito nella lettura di questo lunghissimo e pizzosissimo post, ho terminato il manoscritto del mio secondo romanzo!
Perchè, nonostante tutti gli intoppi, i contrattempi, gli impegni e le bestemmie, Tabitha è una donna e, contrariamente a Stephen, lei ce la può fare a far tutto. Se Stephen facesse la vita di Tabitha, probabilmente sarebbe famoso solo per le sue liste della spesa.
La Redazione

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