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Io, Trastevere e il parcheggiatore gentiluomo

Da Vanessa Valentinuzzi
Ok. Lo ammetto. Ho un vantaggio: vivo a Roma. Ed anche se quello che mi capita non va come desideravo, la mia città sembra riservarmi delle sorprese per consolarmi....come se mi abbracciasse, da buona amica con una certa esperienza che ne ha viste, lei,  di cose accadere.
Ieri, davanti al mio ristorante di Sushi  preferito a Trastavere.
"Signorì, l'ha trovato parcheggio? La prossima volta, ci penso io, così non se fa tutta quella camminata". Davanti a me un uomo con le rughe, alto e magro, ben coperto da un cappello di lana blu, in mano una sigaretta  dalla strana luce rossa alla base
"va bene" dico, con un sospiro "ma vede, stasera, era da camminata. Sa...i pensieri.."
"Me lo dice a me? Io per venire qui a lavorà me faccio 40 kilometri co' i  pensieri e se non ce l'avevo non stavo qua a parcheggià le macchine de notte, ma c'avevo un lavoro de giorno".
"Già, i pensieri", dico lentamente, come quando sono delusa e tutto rallenta
 "la capisco bene".
"Tante volte, me creda, arivo qua che non ho manco finito ancora i ragionamenti miei, li devo lascià in sospeso"
 "fanno passare il tempo come pare a loro, i pensieri -quelli- sono tiranni dittatori."
"io c'ho avuto due tumori"
"Mio Dio, ecco il perchè di quella sigaretta finta".
 "Ehhh già.  Me creda, quando sò tornato a giocà a Tennis, dopo il primo tumore, e non me davano il punto anche se la palla era dentro, gli amici me dicevano...ma non te incazzi? Era punto tuo, la palla era dentro. Ma io, signorina mia, ero contento e rispondevo ma magari me capitasse sempre che posso giocà e che le palle vanno fori o dentro, ma come faccio a arabbiamme? Prima, invece, quanto m'incazzavo..."
Arriva una splendida ragazza -da come lo saluta evidentemente una habituée- in cappottino rosso che lo saluta con un bel sorriso e gli lascia le chiavi della mini, mentre l'uomo le augura una piacevole serata e la ringrazia. Penso che se fossi ricca lo assumerei all'istante come maggiordomo.
"Bè i miei di pensieri, sono piccoli a confronto di quello che mi ha appena confidato lei, però quando sono spiacevoli fanno stare male, anche se sono di dimensioni innocue, un po' come i virus microscopici...vede i pensieri sono democratici, ce li abbiamo tutti. "
"Signorì me metto un po' nascosto dalla porta qua, perchè non vonno che parlo co' i clienti. Ma io non parlo mai co' nessuno tutto il giorno. Comunque lo so, lo so e ce credo che pure lei -per carità- c'ha i suoi de' pensieri".
L'uomo fa una pausa, portando la sigaretta finta alla bocca. Davanti a lui appaio come una giovane donna truccata e profumata,  i capelli freschi di parrucchiere, i tacchi alti e una vanitosa borsetta rosa, ma con un'aria pensosa e di sconfitta reiterata.
"Ma che...je mena?"
Nel frattempo arriva un mio amico che mi doveva raggiungere per la cena. L'uomo mi guarda di nuovo
"Ma che è lui?
"No, no, non è quello, lui non c'entra nulla" dico, ridendo per la prima volta nella giornata.
Il mio amico mantiene uno sguardo interrogativo; l'uomo lo guarda e gli pone la fatidica domanda
"Hai parcheggiato?"
A lui dà del tu ,declassandolo. A me del lei.
"Sì, sì ho trovato qui dietro, a Via Dandolo"
"bravo, te sei risparmiato 5 euro".
Sorrido e guardo il mio amico mentre entriamo verso un sushi per me consolatorio
"ti pare poco, di questi tempi?".
L'uomo mi sorride e ci accompagna all'ingresso con la scusa di appoggiare le chiavi delle macchine. E' preciso nel suo lavoro.
"Lei assomiglia alla Lante della Rovere, non so se le può far piacere...comunque.."
"lo leggo come un complimento".
"Lo è"
A volte un incontro così, ti fa ridimensionare il fatto che quel ragazzo sorridente che hai frequentato per tre settimane e che -non sai neanche come- era riuscito a farti vibrare l'anima, ti ha appena piantato con un sms, spegnendo il telefonino mentre tu andavi a cena a pochi metri da casa sua. E forse ti senti un po' stupida perchè ti sei preoccupata per uno così. Perchè almeno uno straccio di telefonata te la meriti.  E allora pensi che, in fondo, tutte le esperienze che scegliamo di vivere rimangono nostre, che se spendiamo del tempo e le energie per qualcuno, lo facciamo soprattutto per noi stessi,  che questo è servito a farmi  apprezzare di nuovo che si può condividere qualcosa di intimo con un'altra persona. Dopo tanto tempo, in cui nessuno riusciva a fare breccia nella mia emotività, ho sentito di nuovo. E pensi, peggio per lui, io non ho perso nulla. Tanto rimane fra noi perchè lui non legge, no.
Così, nello stesso quartiere dove perdi un pezzetto di cuore, accade che una chiacchierata notturna tra te  -così fashion e pure sofisticata- e un parcheggiatore con una sigaretta finta, che avete in comune solo il fatto di essere due sconfitti in un mercoledì di gennaio, ti possa far sentire di nuovo che c'è profumo di  umanità e di compassione, non solo freddo cinismo calcolatore.

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