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Io, Tu, Lui, Lei: ad ogni età il giusto pronome

Creato il 13 giugno 2013 da Webmonster @mariomonfrecola

«Sig. Monfrecola, nulla di grave: deve solo togliere i molari del giudizio» mi comunica l’avido dentista mentre si stropiccia le mani ed un filo di bava gli scorre dal labbro inferiore sinistro.
«Parti prima tu» è l’innocente invito del bimbo in costume, con cuffia ed occhialini professionali: siamo in piscina, fermi a bordo vasca, insieme ai miei piccoli compagni di corso in attesa di iniziare la lezione di nuoto.

Da quando ho superato i quarant’anni, osservo con curiosità il pronome con il quale gli altri mi apostrofano: un giovanile «tu» oppure un signorile «Lei», dipende dagli occhi dell’interlocutore.

Io, Tu, Lui, Lei, Voi: ad ognuno il giusto pronome

Fino in tenera età, l’espressione utilizzata è sempre uno spontaneo «tu» spesso preceduto da un riverente «signore». Dalla bocca innocente del marmocchio esce così una frase divertente e diretta: «signore, mi lanci la palla per favore?» è la domanda più frequente che mi sento rivolgere al parco pubblico.
Gli adolescenti – distanti più di vent’anni dalla mia generazione – guardano noi “adulti” come dinosauri preistorici e ne consegue un impietoso «lei». Sempre in piscina, al momento dei saluto, al mio «ciao a domani» i nuotatori-ragazzini rispondono con un crudele «mi scusi non l’avevo sentita, arrivederci» che sentenzia senza appello la differenza di epoche.
In ufficio, per una saggia regola non scritta, dal neoassunto fino all’Amministratore Delegato è consentito un democratico «tu», un patto di non belligeranza tra adulti coscienziosi.

Allora, quale è il giusto pronome che oggi – a quarant’anni suonati – mi spetta di diritto?
Caro Lettore, risponda Lei.

MMo



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