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Iodio 131, in Calabria si “rifiuta”

Creato il 27 dicembre 2013 da Makinsud

rifiutiAlluminio, Piombo, Nichel, Stagno, Arsenico, Cromo, Mercurio, Rame, Cadmio, sono nomi di elementi chimici della cui pericolosità negli ultimi anni abbiamo più volte sentito parlare. A questi oggi possiamo aggiungerne un altro: lo Iodio 131. Si tratta di un isotopo radioattivo utilizzato nell’ambito della medicina nucleare per scopi diagnostici e terapeutici. E’ una sostanza tossica contenuta in alcuni medicinali che attacca le cellule con cui viene a contatto.  Solitamente viene impiegato per la cura di pazienti affetti da ipertiroidismo e delle neoplasie tiroidee. Inoltre, grazie alla sua radioattività, può essere sfruttato per la Scintigrafia tiroidea, una tecnica diagnostica che fornisce preziose informazioni sulla morfologia e sulla funzionalità di questa ghiandola. In una pubblicazione del 2000 a cura della Commissione Europea, intitolata Protezione Radiologica 97, si legge: “Può accadere che un paziente muoia poco tempo dopo la somministrazione di I-131. Nel caso che venga effettuata un’autopsia o allo scopo di proteggere familiari, amici e terzi nella fase di visita al defunto, in caso di veglia funebre presso la bara e durante il servizio funebre, si dovrà consultare un esperto nel campo della protezione dalle radiazioni allo scopo di mantenere le dosi quanto più basse è ragionevolmente possibile“.
Il 25 settembre a Siderno succede qualcosa: un mezzo della Locride Ambiente, società che si occupa della raccolta differenziata, scarica in contrada San Leo un carico di rifiuti. Fino a qui nulla di strano, se non fosse che si trattava di materiale radiogeno e quindi contenente Iodio 131. La società Ecologia Oggi, che si occupa della gestione dei rifiuti a Siderno, accortasi delle presenza di questi rifiuti radioattivi ha immediatamente comunicato il tutto alle autorità preposte, a cui ora tocca risolvere la situazione.
Sicuramente non è il caso di creare allarmismi esagerati, ma è bene conoscere i pericoli e i rischi a cui si va incontro. Tutte le precauzioni del caso vanno senza dubbio assunte da chi ogni giorno, a causa del proprio lavoro, sta a contatto con quest’ immondizia. Sono proprio gli operai addetti alla raccolta ad essere più a rischio, ma ciò non toglie che anche il resto della popolazione, seppur nei limiti, deve essere tutelata. La salute è un diritto di tutti.


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