Durante il keynote abbiamo appurato che la differenza tra l’iPad e l’iPad Mini è sostanzialmente solo nella dimensione dello schermo! Questa differenza Apple l’ha diversificata solo in 170 euro.
Apple ha presentato in contemporanea due nuovi iPad: da una parte l’iPad di quarta generazione (volgarmente iPad 4), evoluzione del precedente “iPad 3″ dal quale si distingue per performance e per il connettore Lightning in dotazione; dall’altra v’è il nuovo iPad Mini, la versione ridotta (o «concentrata», come preferisce il team di Cupertino).
Quale scegliere nel momento in cui si opta per l’acquisto? Le considerazioni da fare sono molte e l’unica verità assodata è quella per cui Apple ora abbia una offerta specifica anche per la fascia da 7 pollici, chiudendo così di fatto la strada ai vari Nexus, Kindle Fire ed altri concorrenti.
Le differenze
La tabella successiva consente di confrontare, l’uno affianco all’altro, le caratteristiche dei due nuovi iPad. La differenzia più sostanziale è in termini di dimensione: fatto salvo il rapporto tra base ed altezza, Apple ha ridotto le dimensioni dello schermo per rendere il dispositivo più maneggevole.
L’idea è quella per cui l’iPad non fosse esattamente “portatile” e che spesso diveniva esclusivamente un surrogato della postazione desktop senza conquistare un posto vero nella borsa o nelle tasche degli utenti. La ratio scelta è peraltro differente rispetto a quella, ad esempio, del Nexus 7 (con cui è stata fatta una diretta comparazione sul palcoscenico di presentazione): a differenza della scelta operata con l’iPhone 5, ove la larghezza è stata ridotta per facilitare l’interazione con un singolo pollice, in questo caso si è preferito avere una maggior larghezza per poter godere di maggior superficie su cui navigare o su cui godere delle app scaricate.
La verità sembra essere però soprattutto un’altra: Apple ha voluto evitare frammentazione, facendo in modo che le app per iPad potessero funzionare a dovere su qualsiasi iPad senza problema alcuno, conservando così un rapporto di pixel tale da evitare la necessità di adattamenti che avrebbe creato problemi e confusione sull’App Store. Scelta, peraltro, opportuna, benché celata dietro a vantaggi che in ambito smartphone si è scelto invece di non favorire in virtù di opzioni ergonomiche differenti.
Il prezzoLa differenza in termini di processore è apparentemente di scarso impatto: un minor numero di pixel da gestire implica anche minori risorse impiegate, il che ben motiva la scelta di un A5 invece del nuovo A6X portato sulla quarta generazione dell’iPad. Paritetica la dotazione in termini di modulo fotografico, paritetica la scelta di Lightning come connettore predefinito.
La differenza tra l’iPad e l’iPad Mini è di 170 euro. A tanto ammonta infatti il differenziale di costo per l’utente di terminali omologhi in termini di connettività e capacità di memorizzazione. 170 euro sono infatti la differenza tra i 499 ed i 329 euro delle due versioni base (16 GB, Wifi), così come sono la differenza tra gli 829 ed i 659 euro della versione 64GB Wifi+Cellular.
Tale differenziale va soppesato ovviamente sulle proprie necessità e sulle proprie abitudini di utilizzo. Un iPad Mini, ad esempio, sarà più utile in mobilità, dunque maggior peso potrebbe averlo una dotazione 3G per connettersi ovunque. Al contrario, un utilizzo casalingo o in produttività potrebbe necessitare uno schermo di maggiori dimensioni e pertanto una maggior predilezione per un Retina Display da 10 pollici.
170 euro sono in buona sostanza il valore della superficie perduta. Il valore marginale di tale superficie, e quindi il valore che ognuno attribuisce a tale parametro durante il proprio uso della tavoletta, dovrà essere il parametro di scelta fondamentale per capire se si debba optare per la soluzione “mini” o per la soluzione tradizionale.