«Apple ha probabilmente agito in questo modo perché non vogliono che la gente valuti i propri prodotti basandosi solo sulle caratteristiche tecniche, ma si concentrino soprattutto sull’esperienza offerta dal dispositivo».
In verità, si pensava che il colosso di Cupertino avesse optato per qualcosa di differente visti i cambi nei processi generazionali, per una soluzione dunque più efficiente rispetto il 32nm di iPad 2 e Apple TV di terza generazione. Invece si tratta esattamente dello stesso SoC utilizzato anche per gli iPod Touch di quinta generazione.
Una scelta che non sorprende più di tanto, visto che l’intento primario di Apple coniPad Mini è quello di offrire un tablet dal prezzo enormemente più accessibile rispetto a un modello di prima fascia. Mantenendo le stesse componenti, il risultato è stato pienamente raggiunto.
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