iQuit.

Il mese scorso mi chiama Steve Jobs e mi fa: “Posso regalarti un iPad?” – “Ma sì, certo!”. Gli ho risposto di sì, perché non capita tutti i giorni di ricevere una telefonata di Steve Jobs che vuole regalarti un iPad. “Però voglio il due” – “Certo, di che colore?” – “Nero c’è?” – “Va bene nero” – “Come fa ad avere il mio indirizzo e il mio numero di telefono?” (gli do del lei, non voglio prendermi troppa confidenza). Ha riagganciato senza rispondermi.

Così è da un paio di settimane che ho un iPad 2 che mi gira per casa. Pensavo di farci qualcosa di utile, tipo leggere, scrivere, e tutta una serie di altre cose che avrei potuto fare benissimo anche senza, e invece niente: è sempre in mano a qualcun altro. Ieri l’ho rivisto dopo tre giorni. “Dov’eri finito?” – “Mah, in giro, a far roba” – “Che roba?” – “Ma niente, roba” – “E poi da quand’è che parli?” – “Ho installato iSmoke, vuoi un tiro?”.

Nel frattempo apro il giornale e scopro che mia sorella è diventata campionessa olimpionica di Angry Birds, che il mio migliore amico ha inciso un singolo di successo e adesso fa il testimonial per Garage Band, che mia madre ha pubblicato un best seller di ricette e che mio nipote di tre anni tiene una rubrica di vignette su L’Unità. Nessuno mi ha detto niente. Quando ho chiesto spiegazioni mi hanno risposto: “Be’, non hai visto su facebook?”.

Così stavo pensando di fare una telefonata a Steve Jobs e chiedergli se rivuole indietro l’iPad. L’iPad l’ha saputo e si è offeso. “Tutti mi adorano e tu mi schifi” – “Ma no che non ti schifo, è solo che non stiamo mai assieme” – “Dai, allora facciamo qualcosa assieme” – “Che proponi?” – “Ecco, tieni, questo è il conto dell’Apple Store. Pagalo”.

Oggi mi è arrivata una email di Steve Jobs per chiedermi se volevo in regalo un iPad 3. Stavolta non lo so se gli rispondo. Tanto l’iPad 2 ha già detto che ci pensa lui.