[*1] The Economic Cooperation Organization (ECO) is an intergovernmental international organization involving ten Asian nations. It provides a platform to discuss ways to improve development and promote trade, and investment opportunities. The nations involved are Afghanistan, Azerbaijan, Iran, Kazakhstan, Kyrgyzstan, Pakistan, Tajikistan, Turkey, Turkmenistan and Uzbekistan. The common objective is to establish a single market for goods and services, much like the European Economic Union. ECO is headquartered in Tehran, Iran.Si valutino le singole influenze dei vari paesi coinvolti in questo trattato economico sui guerriglieri (talebani o sciiti, ad esempio) sparsi per i paesi in cui sono presenti le forze armate USA. Con l'attacco all'Iran gli USA perderebbero (per ritorsione) una parte del loro import-export sull'intera regione asiatica che è ogni giorno di più il nuovo mercato mondiale più attraente (con Cina e India a farla da padroni). Proseguiamo:
The Next Eleven (or N-11) is a short list of countries named by Goldman Sachs investment bank on 1 December 2005 as having promising outlooks for investment and future growth.
GS used macroeconomic stability, political maturity, openness of trade and investment policies and quality of education as criteria. The N-11 paper is a follow-up to its 2003 paper on the emerging "BRIC" economies (Brazil, Russia, India, China). The N-11 group of countries: Bangladesh - Egypt - Indonesia - Iran - South Korea - Mexico - Nigeria - Pakistan - Philippines - Turkey - Vietnam
Credo che qui non ci sia bisogno di nessun commento.
The Organization of Petroleum Exporting Countries (OPEC) is an international organization made up of Algeria, Angola, Indonesia, Iran, Iraq, Kuwait, Libya, Nigeria, Qatar, Saudi Arabia, the United Arab Emirates, and Venezuela. OPEC's international headquarters (since 1965) is located in Vienna, Austria.L'Iran, essendo il maggior fornitore di idrocarburi di molte potenze come la Cina, la Russia, Germania, Francia, Gran Bretagna ecc. ha il sostegno (sotterraneo) di questi paesi che non hanno nessuna intenzione di lasciare agli americani anche i giacimenti iraniani di gas e petrolio. Quelli elencati qui sopra sono i clienti ufficiali. Esiste poi un rapporto sotterraneo anche con insospettabili, con coloro che sono in prima fila nel sostenere il boicottaggio delle merci iraniane. Per far luce è necessario tornare indietro di due anni, ad un articolo del 4 aprile del 2008 scritto da Richard Silverstein, in seguito ad un accordo economico tra Svizzera e Iran:
Se vi siete sempre chiesti quale fosse la definizione del termine ipocrisia trovere la risposta proprio qui di seguito. Il mese scorso il Ministro degli Esteri svizzero si è recato in Iran, e in accordo con il presidente Ahmadinejad, ha presenziato alla firma di un contratto multimiliardario per la fornitura di gas naturale iraniano alla Svizzera, nell'arco dei prossimi 25 anni. Il Dipartimento di Stato statunitense ha immediatamente condannato l'accordo e ha affermato che avrebbe verificato che non violasse l'Iran Sanctions Act. Anche Israele ha protestato, definendo la visita del Ministro come "un atto di inimicizia nei confronti di Israele". Molti gruppi ebrei hanno condiviso queste posizioni, compreso il World Jewish Congress. Questa giusta indignazione era assolutamente prevedibile, ma tuttavia è piuttosto strana. Il 30 di marzo, il quotidiano svizzero Sonntag si è vendicato, rivelando che Israele, che teoricamente dovrebbe boicottare ogni merce proveniente dallo stato persiano, ha comprato petrolio iraniano per anni. L'articolo è in tedesco ma il gionalista israeliano Shraga Elam ha provveduto a fornirmi la traduzione riportata qui di seguito."Israele importa petrolio iraniano su larga scala, nonostante i contatti con l'Iran e le relazioni commerciali siano ufficialmente boicottate. Israele scavalca questo vincolo poichè il greggio viene consegnato attraverso l'Europa. Un'affidabile quotidiano del settore, EnergiaNews, ha riportato queste informazioni settimana scorsa [18 marzo] ... "EnergiaNews ha ottenuto le informazioni riguardati questi commerci con l'Iran da fonti che hanno legami con la direzione dell'Israeli Oil Refineries Ltd... Secondo EnergiaNews il petrolio iraniano è apprezzato in Israele perchè la sua qualità è migliore rispetto a quella di qualsiasi altro greggio. Il rapporto stilato dall'editore di EnergiaNews, Moshe Shalev, riporta che il petrolio iraniano raggiunge diversi porti europei, principalmente quello di Rotterdam. Viene acquistato dagli israeliani e le necessarie polizze di carico e assicurative vengono preparate. In seguito viene trasportato ad Haifa. L'importatore è l'Eliat-Ashkelon Pipeline Co (EAPC), che mantiene segrete le fonti che forniscono il petrolio."L'EAPC è stata fondata nel 1968, come compagnia congiunta Israelo-Iraniana al fine di trasportare petrolio dall'Iran all'Europa. Dapo la caduta dello Shah, l'Iran ha smesso di ricoprire un ruolo attivo nei suoi affari e ci sono state continue dispute legali tra i due partner. Il rapporto svizzero prosegue:"Non è chiaro se gli esportatori iraniani sono a conoscenza del fatto che il loro greggio sia acquistato da Israele. D'altra parte, gli acquirenti israeliani e il governo sono a conoscenza della provenienza del greggio, sebbene si tratti di una sfacciata violazione del boicottaggio. L'articolo di EnergiaNews, è stato pubblicato nonostante la censura israeliana, che ha solo richiesto alcune modifiche nel testo. Il fatto che il rapporto abbia destato l'attenzione dei censori aumenta la credibilità dell'informazione. Nel passato tali rapporti venivano proibiti. "Intervistato da Sonntag, un esperto israeliano di accordi energetici ha confermato le informazioni del rapporto: Israele ha importato il petrolio iraniano per molti anni."Sonntag ha riportato le dichiarazione del portavoce della Oil Refineries Ltd che ha negato che la sua compagnia importa e processa greggio iraniano. Comunque, il giornale ha indicato un articolo di Haaretz dello scorso ottobre in cui si riporta che una compagnia energetica israeliana, Paz, avrebbe raffinato greggio iraniano per commercializzarlo con le autorità palestinesi per la fine di questo anno. Ciò fa sorgere la domanda: se l'Iran è, come afferma Bibi Netanyahu, una minaccia per l'esistenza di Israele, perchè il governo permette questi scambi? Israele avallerebbe l'attacco statunitense al programma nucleare iraniano, provocando un conflitto nell'intera regione, mentre non è in grado di rinunciare al greggio persiano? Quando un boicottaggio non è più un boicottaggio? Quando l'interesse economico ti spinge ad aggirarlo, pare. Ma ci si dovrebbe chiedere: se Israele non rispetta il tanto desiderato embargo, perchè il resto del mondo dovrebbe farlo con Hamas e Gaza? Se Israele non rispetta i paletti che ha messo, per quale motivo i membri del Congresso dovrebbero votare seguendo l'AIPAC, quando propone delle misure che nemmeno Israele rispetta? [...]Pensate ancora che sia possibile un imminente attacco all'Iran, quando i suoi nemici dichiarati commerciano amabilmente persino le barbabietole?