Galway, ragazzi: vuol dire come minimo Spanish Arch, Galway Races, Atlantaquaria, e nei dintorni Cliffs of Moher, Aran Islands, Burren, Connemara, Kylemore Abbey, Poulnabrone Dolmen, e a tavola irish stew, shepherd’s pie, Guinness beer, ma niente irish pizza, ah no, al limite irish coffee se vuoi, niente pizza però. E va bene, sarò il solito terrone masochista italiota, ma io la pizza la voglio lo stesso, cosa posso farci? Cerca cerca la trovi dovunque, poi vai a vedere cosa trovi, e a quanto lo trovi…
Da una ricognizione tra i ristoranti italiani in città, è emerso che il “Folletto” dà a 11 euro e 50 sia la marinara che la margherita, mentre il “Bella Roma”, invece, la margherita la dà a 12 euro e 50, e se le guardi nei piatti mica si presentano granché. Con questi presupposti alla “Trattoria Magnetti”, per quanto mi allettasse il nome, non ho provato neppure ad approfondire. E adesso?
Resta sempre McDonald’s, che poi qui in Irlanda spesso non è neppure il McDonald’s originale, è SuperMac’s, uno scaltro concorrente locale che propone più o meno le stesse pietanze ma fa porzioni più grandi, o almeno così annuncia trionfante la sua pubblicità. Fortunatamente da Supermac’s la pizza c’è, e che pizza! “Papa John’s pizza”: pizza piccola 9 e 99 (…figuriamoci!), offerta pizza media 14 e 99 e te ne regalano una piccola, offerta pizza grande 19 e 99 e te ne regalano una media. Ideale per una coppia, no? Quindi, visto che sono solo, entro: l’idea è quella di sbafarmi pizza media e pizza piccola. Ma la cassiera mi spiega che non è giornata di promozione – giusto, il manifesto in vetrina dice chiaro che è un “early week special” – aggiungendo che la pizza omaggio posso averla anche oggi se voglio, ma solo se ordino di base quella gigante da 20 euro e 99. Soluzione esageratamente abbondante e costosa che mi fa ripiegare sul menu pizza piccola, nonostante lei ci abbia tenuto a chiarirmi che in questo caso la pizza è “veramente” piccola.
Pazienza. Me la faccio farcire ben bene esattamente come la vedo in foto – carne macinata, chili pepper, salame ed olive nere: non ve l’ho mai detto che adoro il cibo spazzatura? E se no da dove mi verrebbero di queste idee di pizze aliene? – da bere scelgo Coca Cola, meglio non insistere con bibite volanti non identificate… e a questo punto mi arriva un’altra domanda strana: insieme con la pizza ci voglio le patatine fritte o “il pane all’aglio”? Ma come, il pane insieme con la pizza?! Intanto però le patatine fritte sulla pizza, o anche soltanto con la pizza, le detesto cordialmente da quando avevo sette anni, e quindi… il pane all’aglio. Mi dicono di aspettare, che verrà preparato tutto al momento, che pizza sarebbe se no?
Quando mi chiamano, un quarto d’ora dopo, davanti a me c’è una sorpresa: mi è toccata una minipizza piccola piccola, ma alta, soffice, gonfia e di grande effetto, con tutte le farciture richieste al punto giusto, dal sapore buonissimo per essere una pizza da fast food, con in più la Coca regolamentare e… una megafocaccia bianca al rosmarino un po’ come quella che fa mia moglie! Certo, con un quantitativo di olio circa otto volte superiore, il che la rende molto più saporita (e unta).
All’uscita, i bevitori locali chiacchierano tranquilli sull’uscio dei pub, boccale in mano, in maniche di camicia, incuranti sia del vento freddino che della pioggerellina spruzzante, mentre i buskers allietano la serata con le loro chitarre. Ad un angolo di strada incrocio un tipo strano. Se ne sta fermo lì con in testa un buffissimo cappello di lana dall’enorme pon pon a forma di orsetto. Lo guardo di sfuggita e accelero il passo, sapete com’è, la via è poco illuminata, meglio non mostrare troppa curiosità, ma mentre lo supero lui mi apostrofa beffardo: “Tra noi due il più stupido sei sicuramente tu: io vengo soltanto per secondo!”
L’antiviaggiatore
La redazione di NST ama definirmi un “viaggiatore d’altri tempi”, e non si può dire che abbia tutti i torti: a cinquant’anni suonati, ho fatto in tempo a vedere un bel po’ di mondo com’era, appena prima che si trasformasse in quello di oggi. Questo mio prezioso bagaglio di viaggi “vintage” mi ha aiutato a costruirmi una personale filosofia di viaggio con la quale mi ostino ad interpretare i cambiamenti che sperimento in giro per il pianeta.