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Irlanda - Sudafrica, lezioni australi parte seconda

Creato il 12 novembre 2012 da Rightrugby
Irlanda - Sudafrica, lezioni australi parte seconda Nov 10, 2012, Lansdowne Road - Aviva Stadium Dublin

Ireland 12 - 16 South Africa

(Primo tempo: 12 - 3)
Ringo ha raccontato l'andamento sorprendente per molti (ma non per tutti) di Galles - Argentina:  dopo aver visto la partita in registrata - differita per altri impegni. la sintetizzerei come lezione australe alle big boreali numero uno. In  estrema sintesi la lezione è stata la applicazione di un paio di principi difensivi strettamente connessi: una fisicalità esasperata e l'impiego del minor numero di uomini possibili in fase di arresto (uno, massimo due) in modo da mantenere il presidio della linea sia stretto che al largo, e al contempo di coprire con efficacia il fondo campo. Han determinato una superiorità argentina imbarazzante sui punti di contatto, molti recuperi di possesso e pallino in mano, sin quando l'ovale ce l'aveva il Galles.
Difatti Galles - Argentina è stata una partita di rara violenza, (quasi tutta nei limiti del regolamento comunque), con scontri che han fatto vittime eccellenti, ad esempio uno non certo mingherlino come Jamie Roberts. Già il primissimo barellato della partita Felipe Contepomi aveva fatto presagire l'andazzo: una "risorsa pregiata" come lui si infortuna nel tentativo di grillotalpare un avversario, cosa che nelle tattiche  boreali e non solo ha esecutori ben identificati, non certo il piazzatore.
L'Argentina ha fermato sulla linea le incursioni di un Galles colpevole di non aver mai cercato di scavalcare la trincea col gioco tattico (peraltro il campo profondo era coperto alla perfezione dai Pumas), impegnando come detto il minimo numero di uomini possibili, al fine di tenere la linea "densa" e "lunga".
La fase d'attacco poi arriva da sé, se quelli davanti sanno fare il loro mestiere - Imhoff e Camacho lo sanno e umiliano nel confronto i più quotati e possenti ma poco serviti Cutberth e North: le mete le han marcate le due ali, ma i recuperi e la pressione che lì li han portati nascono dalla partita perfetta sia nelle fasi statiche che dinamiche di un pack guidato da Fernandez Lobbe, meritatissimo Man of the Match.
Non dite ora "arieccolo al saputello" se affermo che tutto questo era ampiamente prevedibile: chiaramente i Pumas progrediscono grazie alle sei partite del Championship con Sudafrica, Australia e Nuova Zelanda, anche se imparare perdendo non è scontato; ma la vera novità è stata la resistenza dei Pumas per ottanta minuti: prevedibile anche quella a pensarci bene, dato che le nazionali Boreali sono un po' più lentine e meno intense delle sopra menzionate prime del ranking.
Tutto 'sto premessone per dire che dopo la lesson number one argentina è arrivata la lesson number two sulla  stessa falsariga anche se su forze relative affatto diverse,  dal Sudafrica con l'Irlanda.
[Inciso: la Nuova Zelanda sulla Scozia (51-22) invece fa storia a sé: quelli so' decisamente un'altra Lega, tanto che ancora una volta per stimolarsi han concesso l'handicap facendosi marcar meta iniziale, per recuperarla con gli interessi nel giro di un tempo].
Le forze in campo sono affatto diverse che non nella lesson number one: l'unica cosa inguardabile dell'Irlanda sono quelle orride magliette nere con insertino verde sulla coppa, pare la coperta di un cavallo da corsa. Il resto è la solita squadra equilibrata e ben assortita anche se con meno carisma del passato: Heaslip è potente ma non è O'Connell, Earls è bravo ma non è O'Driscoll, Sexton è pure meglio di O'Gara ma non è lui. La novità è l'ottimo esordio di Warren Zebo schierato estremo, mentre Tommy Bowe che con Ulster in tale posizione sta provando ad allungare la carriera, torna all'ala in coppia con l'impalpabile Trimble. Earls e D'Arcy in mezzo, Conor Murray in mediana, con Heaslip la terza linea  vede Henry e O'Mahony, McCarthy col maturatissimo Donncha O'Ryan in seconda, il neoirlandese Strauss a tallonare con Healy e Ross piloni.
Davanti ci sono i Boks di Meyer per come iniziamo a conoscerli, con l'esperimento Pat Lambie all'apertura: esito rivedibile direi, dà garanzie difensive ma è ancora "bloccato", tanto la regìa è del mediano. Ciò implica la permanenza di Kirchner in fondo, mentre JP Pietersen rientra e si schiera con Hougaard al largo per l'assenza di Habana. In mezzo DeVilliers (e sarà forse la sua miglior partita da capitano) con il giovane Taute (gran partita gran workload anche il suo), Pienaar confermato mediano e poi il pack che sta accumulando miglia ed esperienza: Vermeulen in fondo con Alberts e Louw larghi, l'immenso Etzebeth con lo scaltro Juandre Kruger in seconda, CJ van der Linde richiamato al posto di Mtawarira con Strauss Adriaan a fronteggiare Richardt e Jean DuPlessis al solito posto tight.
L'Irlanda parte alla grande e controlla praticamente tutto il primo tempo, grazie a un gioco ricco di iniziativa e molto verticale, giocato sui tagli di tutti, in cui si distingue Zebo. Guadagnano 5 punizioni piazzabili, delle quali 4 centrate da Sexton nella prima mezz'ora. E' significativo però che non arrivano praticamente mai entro l'area dei 22 metri: quella dei Boks è la difesa impenetrabile, e siamo alla lesson number two.
Anche all'Aviva Stadium c'è l'approccio iper fisico solito dei Boks, sia difensivo che offensivo (uno dei primi a farne le spese è Sexton travolto da JP Pietersen), anche qui si vede una difesa con pochi raddoppi sul placcato, in modo da mantenere la densità attorno al punto di contatto e fuori.
Gli irlandesi sono più scaltri e usano più armi dei gallesi, ma il risultato netto è che anche qui non si passa, e prima o poi perdono regolarmente il possesso, una volta che i Boks prendono le misure dell'arbitraggio di Barnes.
Il 12-3 del primo tempo è illusorio, anche se dice occhio all'Irlanda in ottica Sei Nazioni: alcune delle loro combinazioni d'attacco sono veramente pregevoli e solo la difesa perfetta dei Boks li ferma.
Il secondo tempo vede ancora gli irlandesi schiantarsi addosso alla difesa, mentre i sudafricani iniziano a sfurttare le armi clasiche delle rimesse rubate e delle maul per farsi strada. Gli irlandesi si difendono ma alla fine cedono a un guizzo di Pienaar al 44', il sorpasso lo attua  Lambie al 51' dopo qualche errore da distanze lunghe. A dieci minuti dalla fine, altro piazzato dell'apertura Boks che garantisce il risultato.
Gli irlandesi non segnano un punto dopo la mezz'ora, annichiliti dalla difesa fisica, quasi uno-contro-uno e molto attenta sul piano disciplinare (dopo la mezz'ora). Anche qui, l'attacco consegue alla difesa: forse è questo ancora il divide tra Emisferi, qui a Nord si crede ancora nella "separazione delle carriere" tra pack e avanti.
All'Aviva Stadium s'è visto il miglior DeVilliers da quand'è capitano in fase sia di placcaggi (mirabile l'occhio che lo parta al posto giusto ogni volta) che penetrazione e il suo compagno Taute che mette in mostra un workload spaziale, da terza linea.
Quando i Boks decidono di "chiudersi", esce Alberts e si affianca a Louw un altro grillotalpa della miseria, Marcell Coetzee e non ce n'è più per nessun tentativo di sfondamento della linea. Una gran bella lezione a noi Boreali. Presuppone che nessuno sfugga al placcatore , cioè comporta dei fondamentali grossi così da parte di tutti,  attenzione ...  

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