Roberto Accurso 22 maggio 2013
È attualmente nelle sale la terza pellicola della fortunata saga di Iron Man, l’eroe della Marvel a cui un sempre più bravo Robert Downey Jr. presta il volto. Lo scettro della regia è passato da Jon Favreau, che ha diretto i primi due fortunati episodi, a Shane Black che, noto al grande pubblico per la sua abilità di sceneggiatore di cult movie come Arma letale, aveva debuttato dietro la macchina da presa nel 2005 con Kiss Kiss Bang Bang interpretato proprio da Downey Jr. e da Val Kilmer. Hollywood, come si sa, ormai da anni attinge a piene mani dall’universo dei fumetti, diventato una miniera d’oro visti i successi planetari di ognuna delle trasposizioni cinematografiche made DC Comics e Marvel: infatti, ogni film del genere crea sempre una spasmodica attesa tra i fan, incassando puntualmente cifre da record. Ma Iron Man 3 non è solo questo, anzi si dimostra un lavoro più maturo dei precedenti, che in qualche modo riesce a coniugare le aspettative tradizionali legate ad un action movie alla qualità di scrittura di opere più impegnate. Addentrandosi brevemente nella trama, apparentemente ci si ritrova davanti al tipico scontro tra bene e male, tra l’eroe perfetto e la sua nemesi, ma in realtà notiamo perlomeno una crepa in questa ormai assodata dicotomia; i difetti del protagonista, infatti, non solo lo rendono più umano, ma lontano anni luce dalla perfezione. La sua eccessiva tracotanza, l’ironia esasperata, l’aria di superiorità, non fanno di Tony Stark quell’eroe che incarna lo spirito patriottico americano, e che rappresenta un modello a cui ispirarsi.
Se questo lo si era già capito nei primi due capitoli della saga, qui addirittura ci troviamo di fronte a un Iron Man in preda ad attacchi di panico, insicuro, debole. Quasi tutta la pellicola, seppur incorniciata da grandi effetti speciali e da scene mozzafiato, non vede l’eroe svolazzare ricoperto dalla sua invincibile armatura, ma invece intraprendere un viaggio interiore che lo porta a comprendere le sue priorità e a compiere una difficile scelta alla fine del film. Belli i colori, straordinaria la scenografia, prescindibile la versione 3D che poco o nulla aggiunge alla visione, un po’ al di sotto delle attese invece la colonna sonora, che nei precedenti episodi ci aveva abituato all’ascolto di grandi classici del rock (ad esempio Iron Man dei Black Sabbath e Shoot to Thrill degli AC/DC). La recitazione di Downey Jr. è naturale e ormai perfettamente addentrata nel personaggio, così come quella di Gwyneth Paltrow, che è riuscita a ritagliarsi un ruolo sempre maggiore nella saga fino a essere una vera e propria coprotagonista in questo capitolo.
I due antagonisti sono interpretati da Ben Kingsley, sulla cui bravura è inutile discutere, seppur confinato in una parte che, se inizialmente appare centrale, con l’evolversi della trama si dimostra secondaria e a tratti grottesca, e da Guy Pearce, attore noto ai più per essere stato il protagonista di Memento, che in questa pellicola si cala perfettamente nel ruolo del cattivo, con sfumature grigie di carattere legate alla vendetta personale e al dolore provocatogli in passato dallo stesso Stark, creando quell’atmosfera di resa dei conti finale tra il buono e il cattivo, essenziale in un fumetto che si rispetti. Il film, forse il più riuscito della trilogia, sicuramente il più complesso e il meno “marveliano”, riesce a offrire nella sua seppur dichiarata semplicità, spunti di riflessione allo spettatore, che si alza dalla poltrona del cinema consapevole di aver assistito ad uno spettacolo ben strutturato. Consigliamo dunque a chi non lo avesse ancora fatto di recarsi in questi giorni nelle sale a vedere questo Iron Man 3 che riesce a non deludere gli appassionati storici del fumetto e che, allo stesso tempo, incontra anche i gusti più raffinati di chi non cerca in un film solamente azione e scene mozzafiato.