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Irreale realtà

Creato il 04 aprile 2011 da Wanderer @Inneres_Auge
Questi luoghi non sono più gli stessi. Noi non siamo più gli stessi. C'è chi dice che abbiamo le macerie dentro: come dargli torto? La certezza è l'incertezza del presente. Una comunità che va avanti a proroghe. Un'emergenza che non finisce mai. L'elenco dei problemi è lunghissimo, infatti non te li ricordi mai tutti.. Io non so che idea vi siate fatti voi dall'esterno. So quello che vedo e sento ogni giorno. Gli autobus (pochi e fanno percorsi mostruosi) ti danno l'opportunità di vedere la città da vari punti. Con lo sguardo cerco sempre il centro e le sue "cime" caratteristiche. Da un po' quelle cime sono le gru (poche a dire il vero) che lavorano tra i palazzi "abbracciati" dai sostegni meccanici. Non è che la periferia stia molto meglio. A San Sisto e via Antica Arischia i cassoni con le macerie sono bloccati da almeno 18 mesi. Il viale-quartiere della Croce Rossa è una favela. Lì intorno abitano molti universitari che mi raccontano delle file interminabili ai bar-container. Molti locali storici del centro hanno riaperto lì, io non ci sono andato e francamente non credo che lo farò. Il consumo di alcol e stupefacenti tra i giovani è aumentato tanto. Troppo. Via XX settembre, la conoscete tutti ormai. C'è un rimorchiatore fermo da più di un anno proprio davanti a ciò che resta della casa dello studente e altri palazzi divenuti tombe. Quella sosta ogni giorno vale un tot a spese nostre. Il legno usato per i puntellamenti di case, palazzi e mura è completamente rovinato. Più grigio delle pietre. Non è stato trattato perchè doveva essere una soluzione provvisoria: sta diventando un'agonia. Il centro commerciale è diventato il luogo simbolo della "nuova" città, il simbolo di una nazione che si sta privatizzando. Vai al centro commerciale e incontri tutta quella gente che prima camminava lungo i portici; hanno lo sguardo perso nel vuoto. I politici parlano: oggi Letta (lo zio) ha detto che non è vero che L'Aquila è morta. Non è vero che siamo in fase di stallo. L'ha detto da Roma.
Io mi chiedo chi verrà qui tra un anno quando si dovranno pagare le tasse universitarie: chi avrà il coraggio di venire qui? Anzi chi sarà così folle? Perchè solo un folle può farlo. Siamo cittadini senza città.


Polvere,sassi e mattoni,pietre e tavole.Una lunga sequenzad'irreali silenzi avvolgeanzi circonda,un'intera comunità.Il mare di macerie non si è ancora ritirato,il nostro tsunami è già stato dimenticato.Ora alcuni parlanogridando allo scandalo,tradizione italianache non passa mai di moda.Un'altra parola magicaè: vergogna!Pronunciamola purema non ci toglieràdi dosso ogni rogna.“Tornerà a volare?”Questo è un augurioche risulta scontatose a dirlo è chiqui non è mai stato.Non li vogliamoi signori delle promesse,non li vogliamo i venditoridi miracoli e scatole vuote.Riempiamo L'Aquiladi sogni impossibili,riempiamola d'utopie.Siamo abituati all'estremoe non abbiamo da perderepiù di quello che giàci è stato tolto.
Domani chi può si sintonizzi su Radio2 alle 18. Va in onda Caterpillar dalla mia facoltà.  Per altro mercoledì l'università non chiude ma sospende le lezioni per due ore, gli esercizi commerciali faranno ognuno come gli pare.
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