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irrefrenabile ebbrezza

Creato il 15 ottobre 2011 da Occhio Sulle Espressioni
irrefrenabile ebbrezza 女虐: NAKED BLOOD Nekeddo burâddo: Megyaku
1996
Giappone
Regia: Hisayasu Sato
Scritto: Taketoshi Watari
Il dolore è un contrappunto alla felicità oppure una sua componente? È importante la sua presenza nel nostro essere? Forse è ancor più importante, è un fulcro vitale?
C'è un ufficiale esperimento anti procreazione, tre ragazze sono le cavie, ma un baby scienziato diciassettenne, Eiji, che ha progettato un siero speciale, avrà modo di "infilarsi" in esso ed iniettare la sua sostanza. La sua scoperta è uno stimolatore di endorfine, aumentate a dismisura parallelamente al dolore fisico, che verrà trasformato in piacere.
Tre sono le donne e tre sono i casi personali: in un uno c'è un'ossessione per il cibo, in un altro per la bellezza, nel terzo non si dorme e si vive uno stato estatico particolare.
Nel primo: mangiare, mangiare, mangiare? È davvero piacere? Fin dove può spingersi questa esigenza? Cos'altro si può mangiare? L'exploit di endorfine farà prendere coscienza che la via finale è quella che prima era dolore.
Stesso dicasi per il culto della bellezza: algia = benessere, e il modo di procurarselo sarà "a tema" con la fissazione.
La terza cerca il silenzio, lo troverà, tramite un'apparecchiatura, in uno stato onirico che ha trovato in una pianta; non una pianta, a suo dire, rumorosa come le altre, ma un cactus, adatto alla simbiosi con esso.
Lei donerà anche la sua attuale concezione di piacere ad altre persone, ragazzo protagonista e altre cavie comprese, portandoli in uno stato di... silenzio. Eiji prima di ciò, aveva fatto uso della sua sostanza, e don il suo dolore, se così si può dire, si unirà a lei, quindi al cactus...
La diffusione del piacere sperimentale continuerà poi nel tempo.
Alternato a tutto questo c'è il mondo della dottoressa che doveva dar via al tentativo anticoncezionale. Madre di Eiji. Il padre è scomparso da tempo, era un megalomane, aveva ambizioni più grandi di lui! Lei non voleva approvarlo da questo punto di vista, ma finirà per... accettarlo.
estatico onirico
Che musica soave che c'è!

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